Perché gli arbitri italiani indossano i kit con i vecchi loghi?
Una domanda che in molti si sono posti dopo il rebranding della Nazionale
11 Gennaio 2023
Mentre gli errori arbitrali commessi durante queste settimane riempiono le prime pagine delle testate sportive italiane, un piccolo dettaglio sui loghi dei loro kit non è passato inosservato. Il turning point di questo piccolo accorgimento è stato il rebranding attuato dalla nazionale italiana che, per svecchiare la sua immagine e prepararsi al meglio all'accordo con adidas, ha presentato un nuovo simbolo. Il logo realizzato da Independent Ideas, che ha curato il rebranding della FIGC e che celebra i sentimenti e la passione di tutti i tifosi italiani non è però arrivato sui kit degli ufficiali di gara. Fino ad ora infatti i direttori di gara si sono quasi sempre presentati con i kit Legea, attuale sponsor tecnico, che ha preso il posto di Diadora, che utilizzava il logo realizzato nel 2006 dopo la vittoria italiana della Coppa del Mondo in Germania.
Il motivo è da ricercare nel fatto che gli arbitri non hanno obblighi riguardo il loro vestiario, ovviamente non possono vestire kit di altri supplier, ma sono liberi di scegliere colori e modelli. Non è infatti un problema se un ufficiale di gara decida di scendere in campo con un kit appartenente agli anni passati e con i loghi non aggiornati. Ma soprattutto ad inizio anno ad ogni arbitro non viene fornito nessun tipo di materiale, sono loro stessi a comprare le uniformi dall'AIA. Ecco spiegato il perché ancora oggi è possibile vedere arbitri in campo con un kit appartenente alle passate stagioni. Viene da chiedersi però, visti i recenti rebranding e le regole sempre più stringenti applicati ai kit delle squadre, perché per gli ufficiali di gioco non si possa tracciare una direzione comune, in modo da vederli con il logo adottato dalla federazione così come accade in tutti gli altri campionati.