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Quando il Chelsea giocò una partita con il kit del Coventry City

Un aneddoto imbarazzante riassunto dallo sguardo di Gianfranco Zola

Quando il Chelsea giocò una partita con il kit del Coventry City Un aneddoto imbarazzante riassunto dallo sguardo di Gianfranco Zola

Il 9 aprile 1997, una data ormai lontana nel tempo, il Chelsea fu costretto a giocare una partita contro il Coventry City, in trasferta, indossando la maglia away della squadra di casa. È una di quelle storie praticamente dimenticate e, probabilmente, solo chi ha giocato a calcio anche solo per un anno della propria vita può immaginare l'imbarazzo di vivere una situazione del genere. Insomma, dover prendere in prestito una maglia dai propri avversari non è proprio il massimo, soprattutto se si tratta di una trasferta e si rischia di essere derisi dal pubblico avversario, soprattutto in caso di risultato negativo. Questo episodio del Chelsea è (quasi) un unicum. Ma d'altronde, quante volte può succedere nella storia del calcio (a maggior ragione se restringiamo il campo di ricerca ai top club) che una squadra dimentichi di portare con sé le proprie divise durante una trasferta? 

Quando il Chelsea giocò una partita con il kit del Coventry City Un aneddoto imbarazzante riassunto dallo sguardo di Gianfranco Zola | Image 553007
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Casi analoghi a quelli del Chelsea

Se teniamo conto dei grandi club e delle Nazionali, ci sono altri due casi analoghi a quello del Chelsea con la maglia del Coventry City. Il primo riguarda il Marsiglia (ed è anche il più recente), nella stagione 2007/08, quando i marsigliesi furono costretti a giocare con la maglia da trasferta dell'Auxerre, perdendo addirittura 2-0. Un aneddoto divertente, anche perché Djibril Cissé tornò a indossare la maglia con cui aveva iniziato la sua carriera calcistica. Nel 1993, invece, fu la Nazionale italiana Under 21, nella partita contro la Croazia, a indossare una maglia che non era la sua; non quella degli avversari, però, bensì quella del Nissa Calcio, club dilettantistico di Caltanissetta, e località in cui si stava giocando la partita. Di fatto i membri dello staff azzurro perquisirono spogliatoi e magazzino dello stadio, trovando una maglia rossa, diventando di fatto l'unica maglia rossa indossata nella storia dell'Italia.

Lo sconcerto scaturito di quella situazione fu davvero raro si può leggere ancora oggi nello sguardo di Gianfranco Zola, oppure di Frank Leboeuf, Gianluca Vialli e Roberto Di Matteo, erano questi i nomi di quel Chelsea allenato da Gullit che quell'anno concluso che in quella stagione 1996/97 concluse al sesto posto della Premier League e che chiuse quella gara con un misero 3-3 contro un Coventry City riuscì a non retrocedere per miracolo in quella stagione. 

Tra le altre curiosità, il Chelsea abbinò quella maglia ai pantaloncini del kit da casa, poiché i Blues avevano dimenticato a Londra solo la maglia, non anche i calzettoni e i pantaloncini. La maglia del Coventry City che dovettero indossare i ragazzi di Ruud Gullit era a scacchi blu e rossi: per quella stagione, il club, al primo anno di sponsorizzazione con Le Coq Sportif, aveva scelto un kit da trasferta simile a quello dei portieri. Sempre a scacchi, ma con una combinazione di blu navy e rosso, a differenza dei kit da portiere che erano giallo e nero, e l'altro verde chiaro e verde scuro, il pattern che ha fatto da ispirazione per la maglia Away del Coventry City per la stagione 2023/24.