Come Macron è diventato un top brand mondiale
Il marchio italiano è ormai una certezza nel mondo dello sportswear e fa maglie bellissime
10 Ottobre 2018
Come si fa a passare da un semplice ditta di distribuzione di materiale per baseball al terzo brand più influente del calcio europeo dietro Nike e adidas? Il segreto di Macron sta nel lavoro compiuto in questi (primi) 47 anni di storia: dal lontano 1971, anno di nascita dell'azienda emiliana, al 2018 il passo è stato breve ed anche molto intenso, e le soddisfazioni tantissime. Con il motto Work Hard, Play Harder sempre ben fisso in testa, oggi il marchio 100% Made in Italy sta vivendo il suo momento di massima espansione, ha già conquistato il mondo del calcio con stile e sta provando ad inserirsi in nuove avventure con una tale rapidità che è impossibile prevedere quali potrebbero essere le prossime mosse. Fino ad una manciata di anni fa, infatti, Macron era una realtà assolutamente marginale nel mondo dello sportswear: adesso, invece, ha guadagnato talmente tanto terreno da aver superato dei pilastri dalla fama internazionale come PUMA, New Balance e Kappa, assicurandosi una grande fetta del merchandising moderno e, parallelamente, un altissimo indice di gradimento.
Ieri
Sul sito ufficiale del brand bolognese c'è una timeline che ci ha aiutato molto a ripercorrere le tappe della loro ascesa: il primo grande passo è stato senza dubbio quello relativo al passaggio dal mondo della semplice distribuzione a quello della produzione: ma all'inizio il mondo calcio era del tutto distante e l'attività di Macron riguardava il baseball, come già anticipato, ma anche il basket e la pallavolo. Venendo rapidamente ai giorni nostri, i tre maggiori turning point del marchio italiano sono stati sicuramente quelli avvenuti nel corso del primo decennio del nuovo millennio: il primo contratto di sponsorizzazione con il Bologna, nel 2001; l'arrivo dell'attuale ad Gianluca Pavanello, nel 2004; l'accordo con il Napoli, nel 2009. Grazie al rapporto con la squadra locale, il Bologna appunto, che va avanti ancora dopo 17 anni (nessuno in Europa ha un contratto così longevo, tranne il Bayern Monaco con adidas e Inter e Barça con Nike) si è iniziato a portare avanti l'idea di partnership come sinonimo di fedeltà; il legame con il nuovo giovane responsabile (allora aveva appena 34 anni) ha permesso una pianificazione lunga e responsabile sugli obiettivi da poter raggiungere; il contratto con i partenopei ha invece permesso di lanciare definitivamente il marchio Macron nell'élite medio alta del calcio europeo. La creazione della maglia camouflage e di quella jeansata, tanto originali tanto discusse, non ha fatto altro che aumentare la popolarità di un'azienda molto ambiziosa e con le idee chiarissime. L'intento di Macron è sempre stato quello di realizzare maglie belle e originali, ma soprattutto il più possibile personalizzate a seconda dello stile e della tradizione della squadra (niente modelli preconfezionati quindi!), come confermato anche dallo stesso Pavanello una una recente intervista:
'Molti scelgono Macron perchè cerchiamo di sviluppare la nostra collezione insieme ad ogni club, cerchiamo di creare prodotti legati alla squadra. Se prendete le 25 squadre di calcio, non ce n'è una che abbia la maglia uguale all'altra. Questo approccio è per le maglie e per il resto della collezione. I prodotti quindi sono pensati per quello specifico club in quello specifico momento. Moltissimi club al primo anno con noi migliorano nettamente le vendite, proprio grazie a questa politica. Di solito i tifosi percepiscono questa politica e la appoggiano, il supporter se c'è un'offerta migliore compra di più'.
Un discorso del genere si ricollega subito al rapporto con la Lazio: i recenti kit dei biancocelesti (pensiamo alla 'maglia bandiera' ispirata ad un modello già visto negli anni '80 ma anche alla divisa total black indossata solamente in Europa) sono stati dei successi oggettivamente clamorosi, sia per quanto riguarda le vendite sia per quanto riguarda i feedback ricevuti, da tifosi e non. Ovviamente, come in ogni cavalcata vincente, serve anche un pizzico di fortuna: l'ascesa del premier francese Macron, paradossalmente, è stato uno dei fattori del grande boom transalpino del brand emiliano, che ha sfruttato al meglio la scia lanciata dal candidato politico. Come dichiarato dal direttore delle vendite Giovanni Maruzzi, questo parallelismo ha contribuito non poco a gonfiare i numeri, già strepitosi, relativi al giro di affari in terra francese (Macron fattura circa il 70% all'estero). Ecco perché presto anche un top club transalpino potrebbe 'cadere' nella rete Macron.
Oggi
In poco tempo Macron si è lasciata alle spalle l'appellativo di outsider diventando una vera e propria certezza, riuscendo ad entrare in contatto con club calcistici europei molto blasonati e addirittura con squadre Nazionali, prima di tutte l'Albania. Nel frattempo il marchio prendeva piede anche nel mondo del rugby, sponsorizzando la Nazionale scozzese e poi quella italiana. L'espansione di Macron negli ultimi anni è stata davvero inarrestabile: dopo aver vestito Monaco e Sporting Lisbona, per fare qualche nome di squadre habitué delle coppe europee, l'anno scorso il brand italiano è riuscito a siglare un prestigioso accordo con l'UEFA che gli ha permesso di poter vestire in blocco una serie di Nazionali minori come Lichtenstein, Bielorussia, Andorra, Armenia, Cipro, Far Oer, Lussemburgo e San Marino: queste 8 piccole Nazionali saranno legate a Macron almeno fino al 2022 secondo quanto stabilito dal TEP (Top Executive Programme) Kit Assistance Scheme. Tutto il 2018 è stato un susseguirsi di nuove idee collaborazioni, partendo dai confini nazionali: dopo aver siglato accordi con Udinese e SPAL (con cui Macron ha aperto un discorso molto più ampio relativo anche allo stadio Paolo Mazza) oggi il marchio bolognese si pone nettamente come lo sponsor tecnico più diffuso nel nostro campionato, fornendo i kit di ben 5 squadre di Serie A (oltre a Udinese, SPAL e Bologna anche Lazio e Cagliari), 1 di Serie B (Hellas Verona) e tante ancora in Lega Pro (Ternana, Piacenza, Arezzo, Giana Erminio e Olbia). Oltre alla leadership in Italia Macron si comporta benissimo anche all'estero, tra top club e squadre storiche: in Inghilterra (dove nel 2014 era anche riuscita a ottenere i naming rights dello stadio del Bolton) è legata a Stoke, Millwall e Nottingham Forest; in Spagna veste Real Sociedad, Levante e Deportivo La Coruna; in Francia il Nizza, il Lens e l'Auxerre, in Germania l'Union Berlin ed il Monaco 1860 (e presto anche l'Hannover). E poi anche due squadre che giocano la Champions League 2018/2019: la Stella Rossa ed il Club Brugge. Uno degli autentici colpacci di quest'estate è stato quello di allargare ancora gli orizzonti e spingersi alla conquista di un mercato molto interessante dal bacino profondissimo come quello turco, dove Macron ha ufficializzato accordi con Trabzonspor, Istanbul Basaksehir e Altinordu. L'espansione è stata così massiccia che ormai si è perso il conto dei Paesi in cui è presente Macron: dall'Italia all'Australia passando per Cile, Bosnia e Angola sono più di 25 gli Stati 'colonizzati' e più di 50 i club sotto contratto. Ma tra i segreti del successo c'è anche una grande diffusione nel dilettantismo, terreno in cui Macron si è ramificata tantissimo, e sulle iniziative minori e leggermente trasversali ma potenzialmente molto interessanti come, per esempio, quella di supportare una squadra non professionistica ma molto fashion come Guerrilla F.C..
Non solo calcio
Macron non ha affatto dimenticato le proprie origini, restando concentrata sugli sport su cui una volta era specializzata. Il basket ad esempio, per cui il marchio italiano è riuscito ad stringere degli importanti accordi con compagini prestigiose come la Virtus Bologna e la Mens Sana Siena. Ovviamente è stato fondamentale per svilupparsi al meglio spingersi al di fuori dai confini italiani: oggi veste Macron una delle sorprese delle ultime edizioni di Eurolega come team tedesco del Brose Bamberg. Tra il nuoto, la pallamano ed il calcio a 5, uno dei maggiori vanti rimane quello del rugby, visto che l'azienda emiliana continua a vestire, oltre alle Nazionali di Italia, Scozia, Germania e Portogallo, anche top team come Scarlets, Edinburgh, Glasgow Warriors, Cardiff Blues e Biarritz.
Macron has announced an important new agreement, becoming the kit provider for the @CPLsoccer , the championship in Canada beginning in March 2019. With this long-term deal, Macron will design the inaugural CPL bespoke player kits for all the teams participating in the league. pic.twitter.com/1MEdVeWbAC
— Macron (@MacronSports) 28 settembre 2018
Domani
Gli obiettivi futuri di Macron si muovo su varie e diverse direttrici: da una parte ci sono le speranze di sfondare per la prima volta quota 100 milioni di Euro di fatturato annuo, che più di una speranza è una stima matematica, dall'altra la volontà di mantenere un ruolo di primissimo livello in campo europeo, e chissà, anche in campo internazionale. Poi ci sono anche degli altri grandi cambiamenti in vista come quello che riguarda la nuova sede: una struttura di oltre 20mila metri quadri che sorgerà in Valsamoggia e che, come annunciato in un comunicato del marzo scorso, dovrebbe sorgere nel 2020 e sarà progettata dallo studio Lenzi di Bologna, e che di fatto diventerà il vero e proprio headquarter dell'azienda italiana. Destinato a crescere è anche il numero degli stores sparsi in maniera capillare in tutto il mondo: adesso sono già più di 130, gli ultimi dei quali sono stati aperti presso la Dacia Arena di Udine e presso l'aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna. L'ultima notizia risalente a qualche giorno fa riguarda l'accordo di sponsorizzazione di tutta la lega canadese di calcio, che inizierà a marzo 2019.