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5 cose che (forse) non sapete sul derby di Milano

Almeno una di queste non la conoscete di certo

5 cose che (forse) non sapete sul derby di Milano Almeno una di queste non la conoscete di certo

Come immagino sappiate, la sede del nostro magazine si trova a Milano e come immagino sappiate altrettanto, sabato si gioca il derby della madonnina. A prescindere dalla fede calcistica dei componenti della redazione di nss sports, la stracittadina tra Inter e Milan è una partita che sentiamo particolarmente, perché Milano è la nostra città d'adozione. In realtà è molto più che una partita di pallone, ma un libro di storia del calcio che forse molti di voi non hanno mai sfogliato: ecco perché è quasi doveroso raccontarvi le 5 cose che (forse) non sapete sul derby di Milano.  

 

Il Primo

Era il 17 ottobre del 1908 e alla stazione di Porta Nuova si ritrovarono una trentina di ragazzi con lo zaino in spalla e delle maglie a strisce verticali nerazzurre e rossonere. Destinazione: Chiasso. I ragazzi in questione sono i giocatori di Milan e Internazionale (nata qualche mese prima) e stanno per salire su un treno per Chiasso perché è lì che si giocherà la Coppa Chiasso e le partecipanti sono, oltre a Milan e Internazionale, il Chiasso, l'Ausonia, il Lugano e il Bellinzona. Il Milan ha vinto le due edizioni precedenti e se vincerà anche questo si porterà via il trofeo. Saliti sul treno, i ragazzi tirano fuori dagli zaini la merenda classica prima delle partite pane, salame e vino, un classico. Arrivati a Chiasso i giocatori vanno in albergo e si riposano prima del torneo perché le gare sono tutte in programma il giorno dopo, il 18 ottobre. In mattinata sono in programma le qualificazioni mentre al pomeriggio si giocheranno semifinali e finale. A questa arrivano in tre, Milan, Internazionale e i padroni di casa del Chiasso. Per come è strutturato il torneo bisogna trovare una soluzione per capire chi delle tre andrà in finale dato che c'è tempo per giocare una semifinale soltanto. Gli organizzatori scelgono la monetina che premia i nerazzurri mentre a Milano e Chiasso tocca giocarsi il posto in finale. Il Milan, non senza difficoltà, ha la meglio e sono pronti per affrontare L'Internazionale per quello he sarà il primo derby della storia. Ci saranno due tempi da 25 minuti l'uno, il Milan si affiderà al suo giocatore-simbolo, Pierino Lana, centrocampista dai piedi buoni, veloce e intelligente mentre L'internazionale poggerà tutta sulle spalle forti e la classe di Virgilio Fossati, mediano, capitano e allenatore dei nerazzurri. In campo però non c'è storia, il Milan è più forte e va in vantaggio di due gol nel primo tempo. L'inter accorcia le distanze nel secondo ma non riesce a ribaltarla, vince il Milan 2-1. I ragazzi corrono tutti insieme in stazione, è domenica e domani molti devono andare a lavoro o a scuola (alcuni hanno appena 16 anni), il primo derby della madonnina è andato e per fortuna negli anni ne vedremo ancora tanti. 

 

Peppino Prisco nello spogliatoio del Milan

Era il 14 Marzo del 1999 e il derby della madonnina finisce 2-2, doppietta di Leonardo, attuale Direttore Generale dell'area tecnica dei rossoneri, e autogol di N'Gotty e gol di Zanetti per l'Inter. La curiosità di tutti però non fu rivolta al campo ma a quello che successe negli spogliatoi e precisamente in quello del Milan. Una figura con cappotto e bavero alzato che di soppiatto e velocemente esce da quello spogliatoio per dileguarsi subito. Il fatto è che tutti riconoscono quell'uomo che quasi si nasconde, è il vicepresidente dell'Inter, l'avvocato Peppino Prisco. Chi o cosa lo avesse portato lì, nella tana del diavolo. La risposta arrivò soltanto due mesi dopo e non fu certo l'avvocato a parlarne ma chi riuscì a portarlo nello spogliatoio del Milan, Silvio Berlusconi:

"Ho trascinato per la prima volta l'avvocato Prisco nello spogliatoio del Milan. È venuto ed è stato gentilissimo, come sempre. Poi, però, mi ha detto 'devo scappare, devo scappare...'e quando gli ho domandato dove dovesse andare così di corsa mi ha risposto 'devo andare a confessarmi'"

 

Milaninter United

So che può essere assurdo e inconcepibile ma ricordiamoci sempre che come diceva Peppino Prisco "siamo nati da una costola del Milan. Cioè praticamente ci siamo fatti da zero..." quindi all'alba dei tempi Milan e Inter erano un'unica squadra poi dopo il 1908 le cose sono andate un po' diversamente. Negli anni però si è provato più volte a "riunire" le due compagini, con risultati che definirei rivedibili. La prima volta fu nell'ottobre del 1965 a San Siro per il trofeo dell'amicizia italo britannica. Il Milaninter United di Liedholm ed Herrera sfida il Chelsea sotto gli occhi di Filippo di Edimburgo, le squadre vestono la maglia crociata, quelle del centenario interista per capirci, e i pantaloncini rossi. Schnellinger e Trapattoni, Guarnieri e Picchi insieme a Corso. Purtroppo però mancano Rivera e Mazzola. 

 

Le pagelle

Appena finita la guerra il calcio, come il resto del paese, provava a ritrovare una normalità che l'assurdità della guerra aveva totalmente offuscato. Durante le partite che si giocavano a San Siro veniva distribuito una piccola rivista che si chiamava, Milaninter. Aldo Missaglia e Gigi Scarambone erano due giornalisti che lavoravano per questo settimanale e avevano pensato di raccontare i protagonisti delle partite in modo diverso, nuovo e pensarono alla cosa più semplice ma nello stesso tempo assolutamente innovativa, la pagelle. I due riuscirono a trovare anche uno sponsor per rendere la cosa più accattivante diciamo così, il cavalier Bonetta che metteva in palio gli orologi per i migliori. L'idea piacque talmente tanto che addirittura Nils Liedholm le raccolse e ne fece una collezione.

Annovazzi e Schiaffino presero parecchi 9, ma nessuno dei due arrivò mai a un 10, mentre Brighenti una volta arrivò a minacciarci per un 4 

 

L'appartamento di Herbert Burgess 

Pare che a Milano alla fine degli anni '20 fosse molto difficile trovare casa, quindi ci si doveva un po' accontentare ed è quello che fece Herbert Burgess. Allenatore del Milan nel 1927 e nel 1928 ebbe il difficilissimo compito di sostituire il grande Vittorio Pozzo in panchina, veniva da Manchester ed era stato il capitano della nazionale inglese si "accontentò appunto di un quattro locali, spazioso e dotato di tutti i confort dell'epoca, unica pecca: era poco luminoso. Sì, perché l'appartamento era esattamente sotto il campo da gioco, dove adesso ci sono gli spogliatoi per intenderci. Diciamo che arrivare al campo per lui non era mai un problema.

 

Bonus track: Saul Malatrasi  

Esiste un giocatore che ha vinto, campionato, Coppa dei Campioni e Coppa Intercontinentale con entrambe le squadre: parliamo di Saul Malatrasi, classe '38 e giocatore polivalente. Poteva giocare terzino, centrale, libero e mediano senza alcun problema. Giocatore affidabile se ce n'è stato uno. Ovviamente, unico.