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Signature move: Il rientro sul sinistro di Suso

Il modo in cui l’esterno spagnolo è riuscito a rendere imprevedibile una giocata prevedibile

Signature move: Il rientro sul sinistro di Suso Il modo in cui l’esterno spagnolo è riuscito a rendere imprevedibile una giocata prevedibile

La prima volta in cui ho visto giocare Suso ho pensato che fosse un calciatore tatticamente stupido. Rientra sempre sul sinistro, pensavo, basta semplicemente raddoppiarlo e tutta la sua pericolosità va in fumo. Le mie impressioni vennero confermate nei mesi successivi: il primo Suso al Milan giocò pochissimo, alla fine venne ceduto in prestito al Genoa nella speranza di valorizzarlo dandogli continuità. Scelta decisamente azzeccata.

Con la maglia del Grifone addosso, Suso riuscì a prendere confidenza con la Serie A e a diventare un calciatore decisivo. Sei mesi di fuoco: da gennaio a giugno del 2016 collezionò sei gol e due assist in diciannove partite, con una continuità che al Milan non aveva mai avuto. I rossoneri decisero quindi di riprenderselo a fine stagione, e da quel momento in poi lo spagnolo è diventato uno dei pilastri fondamentali della squadra

Il rientro sul sinistro di Suso è diventato quindi una mossa iconica, una ripetizione incessante, una GIF che continua ad andare in loop sulla trequarti di destra rossonera. Lo spagnolo diventa snodabile come quei giocattoli che avevamo da bambini, fa finte di corpo su finte di corpo e ogni tanto punta il fondo e la mette in mezzo col destro. Anche se, in realtà, è col suo mancino che riesce a fare più male

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Coefficiente di difficoltà: 7/10

Un semplice rientro sul piede forte può essere considerato difficile? Generalmente no, ma ovviamente ciò conta è la maniera in cui questa giocata viene effettuata. Suso in questo ricorda Robben che a sua volta ricorda Cerci, in un eterno ritorno di similitudini che alla fine porta sempre allo stesso esito: avversario saltato, linea difensiva elusa, tiro/assist per il compagno. And repeat.

 

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Estetica: 8/10

Vedere Suso rientrare sul sinistro è sempre una gioia per gli occhi: lo spagnolo è un portatore sano di grazia, i suoi movimenti non sono mai meccanici, è sinuoso e sfuggente, si muove come un gatto che passa attraverso una ringhiera senza alcuna difficoltà, restringendosi all’improvviso per poi ritrovare la sua forma naturale. Lo stesso fa Suso con il fianco sinistro delle difese avversarie. 

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Cosa ricorda: Un gatto che passa in un punto stretto 

E allora il “cosa ricorda” arriva di conseguenza: di solito i gatti sono i portieri, però anche Suso può rientrare nella categoria felina per i suoi passi felpati e la sua imprevedibilità. Ci avete fatto caso? Sono anni che lo spagnolo non si taglia la barba. Questo perché funziona come per i baffi dei gatti, gli serve per tenersi in equilibrio. E per farlo perdere all'avversario di turno.

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Colonna sonora: Una cosa stupida 

Stupida come la mia prima impressione su di lui, stupido come quel gesto banale, essenziale, scontato, ripetuto all’infinito. Eppure così efficace, spietato, paradossalmente intelligente. Ed è così da così tanti anni, che poi non so nemmeno più se cambierà.  

Possibilità di emulazione: 9/10 

Parliamoci chiaro: praticamente tutti i mancini sono in grado di rientrare sul sinistro, quindi alla fine tutti potrebbero emularlo. Però tutti rischiano di risultare tatticamente stupidi, come dicevo all’inizio. Perché non sono molti i calciatori capaci di rientrare sul sinistro come ci rientra Suso, con quella grazia, con quella incisività, con quel modo di rendere imprevedibile una giocata in fondo così prevedibile.

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