Tabacco & Motori
La lunga storia di sponsorizzazioni iniziata nel 1968 dura ancora oggi, nonostante i divieti
06 Marzo 2019
Le presentazioni delle nuove monoposto di Formula 1 e delle nuove moto che gareggeranno in MotoGP creano un hype sempre maggiore in quei tifosi che, già a gennaio, iniziano a sognare come sarà la prossima stagione. Vedremo il giovane Leclerc nelle prime posizioni con la Ferrari? Danilo Petrucci stupirà con la Ducati? Le Honda di Lorenzo e Marquez si confonderanno in testa alla gara o spunterà il 46 di Rossi?
Da un punto di vista tecnico sia il mondo automobilistico che quello delle moto sono in continua evoluzione anche durante la stagione e spesso i dettagli tecnici non vengono svelati alla presentazione del team, ma sono oggetto di rumors e leak che trapelano sui social. Ciò che però rimane costante durante l’anno è la livrea con i suoi colori: aspetto importante per poter poi individuare i piloti in mezzo al gruppo durante le gare.
Nella prossima stagione si rischia di confondersi guardando le gare, almeno per i colori delle livree e per gli sponsor presenti: infatti sia Ferrari che Ducati avrebbero dovuto portare su sfondo rosso lo stesso brand, Mission Winnow. La casa di Maranello però ha smentito nella notte di ieri che lo sponsor apparirà sulla monoposto, per evitare problemi con l'antitrust in quanto notoriamente legato alla multinazionale delle sigarette Philip Morris. Misson Winnow è un nome che ai più non significherà nulla ma che racchiude in sé la storia delle sponsorizzazioni dal 1968 ad oggi, cioè dalla prima volta che un’autovettura presentò sulla scocca il marchio di un produttore di tabacco.
LA STORIA
John Love nel 1967 aveva compiuto un’impresa nel Gran Premio del Sudafrica, giungendo secondo a 42 anni con un antiquato motore montato sulla monoposto: ma fu l’anno successivo che cambiò per sempre la storia del motorsport scendendo in pista con una monoposto arancione e, su sfondo marrone, la scritta “Team Gunston”. Gunston era un produttore locale di tabacco, il primo a figurare sulle vetture che prima di allora presentavano i colori nazionali: le monoposto francesi erano blu, quelle tedesche bianche, quelle britanniche verdi e quelle italiane rosse, dalle quali sarebbe derivato il rosso Ferrari.
La Lotus fu la prima a rompere questa tradizione: si presentò poco dopo al GP di Monaco non con solo la marca di un produttore di tabacco ma prendendone anche i colori, in quel caso bianco e rosso. Le vetture marchiate “Gold Leaf” diedero inizio al binomio tra tabacco e motorsport, che fino ad allora si era limitato ad essere sponsorizzato da benzine, lubrificanti e pneumatici.
Nel frattempo gli Stati, prendendo atto dei rischi per la salute derivanti dal fumo, iniziarono ad impedire alle aziende i canali pubblicitari diretti come radio e tv: la prima fu l’Italia già nel 1962, seguita da Germania, Regno Unito e Francia trent’anni più tardi. Grazie a speciali esenzioni la Formula 1 e la MotoGp non erano interessate da questi divieti: i team ricevevano così finanziamenti milionari per portare il nome ed i colori dei più grandi marchi al mondo che aggiravano la legislazione ed entravano in un mercato con un’alta visibilità.
IL DIVIETO SI ESTENDE ALLE CORSE
Nel 2001 la FIA dichiarò che in Formula 1 sarebbero state bannate tutte le pubblicità di tabacco alla fine del 2006: le maggiori companies decisero di spostare gli investimenti in MotoGp, dove già c’erano rapporti commerciali dagli anni Settanta.
Il circus fin da subito si mise alla ricerca di nuovi sponsor per sopperire alla perdita di oltre trecento milioni di introiti e, nel frattempo, portò diverse gare in quei Paesi dove ancora la legislazione permetteva la pubblicazione di tabacco che dal 2005 fu vietata da una normativa dell’Unione Europea.
In alcune gare i nomi dei marchi venivano trasformati, per rispettare le legislazioni ma senza stravolgere le grafiche, con diverse sigle o riportando il nome del pilota: Gauloisess divenne GO!!!!!!!! sulle Yamaha, Alonso sostituì Mild Seven con il proprio nome e cognome così come fece Biaggi con Camel, Rothmans divenne una R con un punto di domanda sulle Renault.
L’ultima autovettura a portare esplicitamente il logo di una marca di sigarette è stata la Ferrari nel 2007 con Marlboro, così come la Ducati in MotoGp. Tuttavia le due case continuarono a collaborare con il marchio di Philip Morris: sulle livree negli anni successivi comparì un codice a barre che, seppur non esplicitamente, rimandava certamente alla famosa marca di sigarette e si portava dietro diverse polemiche.
Il rapporto non si è in realtà mai concluso e continuerà nel 2019. Mission Winnow, major sponsor di Ducati e Ferrari per la nuova stagione, è infatti di proprietà della multinazionale americana: pur trattandosi di un’iniziativa per supportare lo sviluppo di nuove soluzioni in grado di accelerare i cambiamenti positivi per la società, rimane forte il legame tra le aziende di tabacco e il motorsport. Anche la British American Tobacco, che dal 1999 al 2005 ha posseduto un team in Formula 1 poi venduto a Honda, sarà presente sulle livree della McLaren con lo slogan “A Better Tomorrow”, per supportare la ricerca e l’innovazione.
Ritorni che hanno già destato diverse polemiche ma che non hanno avuto nessun effetto su quello che per anni è stato, agli occhi degli spettatori, il vero effetto della presenza di pubblicità del tabacco nel motorsport: il mix unico di colori che portava negli anni case differenti a scambiarsi i colori e a confondere visivamente gli appassionati.
Un’aspetto che oggi viene replicato dai brand di energy drink, che hanno sostituito a livello economico il ruolo assunto dai produttori di tabacco: RedBull e Monster possiedono team in Formula 1 e MotoGp, sponsorizzano atleti pagando loro parte dello stipendio e sostenendo diversi team nella corsa alla vittoria mondiale.
Per la nuova Yamaha il nero del marchio Monster sarà il colore principale insieme al blu, la RedBull ha preso scelte differenti. Il team di Formula1 avrà infatti il logo rosso scuro su sfondo blu, abbandonando quindi il giallo e presentando gradazione cromatiche diverse da quelle classiche, mantenute invece in MotoGp solo parzialmente, in quanto per il team satellite Tech3 i colori saranno un blu elettrico con il logo argento.
A livello cromatico non si ritrovano più i grandi cambi di livrea che si potevano vedere fino ai primi anni Duemila e che hanno accompagnato la storia del motorsport, quando era ben visibile il nome del produttore di tabacco che confondeva invece la casa costruttrice.
Abbiamo raccolto le migliori sponsorizzazioni dei brand dagli anni Settanta ad oggi.
GITANES
Nel 1977 il marchio francese porta Jaques Lafitte e la Ligier alla prima vittoria: si tratta di una vera e propria favola sportiva. Pilota francese su auto francese spinta da un motore francese: un sogno per i cugini che sognarono di dominare il motorsport e, sopratutto, l’italiana Ferrari. Le cose sono andate diversa, ma quella monoposto viene ancora oggi ricordata: con una livrea elegante azzurra e bianca, portava il marchio di sigarette francese Gitanes scritto sulla fiancata, come coronamento di un progetto al 100% transalpino.
MILD SEVEN
Le sigarette oggi non si trovano più nei distributori, nonostante fossero tra le più vendute al mondo: entrarono in Formula 1 nel 1994 come sponsor della Benetton e sono rimaste fino alla fine 2006, dopo aver vinto due mondiali piloti e costruttori con Fernando Alonso. Il colore azzurro delle monoposto era ripreso dai pacchetti del marchio giapponese ed affiancato al colore giallo che rimandava al costruttore francese Renault.
BENSON & HEDGES
La Jordan è stata la prima scuderia per cui ha corso Michael Schumacher: era il 1991 e, quattro anni più tardi, sulle monoposto del team irlandese comparve il marchio delle sigarette Benson & Hedges e lì vi sarebbe rimasto fino al 2005. Con la modifica del colore oro dei pacchetti venduti, venne utilizzato un giallo che permetteva di individuare facilmente le monoposto, rese soprattutto uniche dalla grafica di coccodrillo sulla parte anteriore.
JOHN PLAYER
Colin Champan, dopo aver portato sulla Lotus il primo marchio di sigarette nel 1968, creò anche le monoposto del marchio inglese che vinsero tre mondiali negli anni Settanta. Oltre ad essere veloci in pista sono ancora oggi ricordate tra le vetture più belle della Formula 1: di colore nero con dettagli oro riprendevano le grafiche del marchio di sigarette inglese John Player, che lasciò il team nel 1987 così come la Renault. La grafica è stata ripresa nel 2012 dalla Lotus-Renault e per la prossima stagione dal team Haas che, nostalgico di quegli anni, ha presentato una livrea molto simile a quelle usata tra gli altri dal mitico Ayrton Senna.
CAMEL
Si tratta di uno dei marchi più iconici tra quelli che hanno sponsorizzato i team di Formula Uno e MotoGp.
Sulle quattro ruote ha sostituito il nero e l’oro sulle Lotus che, ricoperte di giallo e blu, cambiarono totalmente look dopo diversi anni: un colore oggi inedito per le monoposto ma che all’epoca era ben visibile.
Ma è sulle due ruote che sono stati creati i binomi migliori: dopo aver sponsorizzato Max Biaggi nel 2005 su Honda, a seguito del suo licenziamento il brand americano diventa main sponsor del suo grande rivale, quasi a voler confondere durante le bagarre tra i due nelle prime posizioni. Valentino Rossi corse su Yamaha corre con una livrea totalmente gialla, identica a quella usata l’anno precedente dalle Honda. Fu il matrimonio che unì il giallo del brand di sigarette e quello tipicamente scelto dal campione di Tavullia per il proprio numero: una coincidenza che non ha portato alla vittoria mondiale ma ha creato la livrea migliore della MotoGp nel nuovo Millennio.
CHESTERFIELD
Non solo Marlboro per Philip Morris: la multinazionale americana ha utilizzato anche il marchio Chesterfield nel motorsport per sponsorizzarsi.
In MotoGp ha colorato di nero l’Aprilia con cui Max Biaggi ha vinto dal 1994 al 1996 in classe 250cc prima di approdare nella classe regina, mentre sulle quattro ruote l’avventura non fu per niente gloriosa. Il gruppo americano era infatti presente sulla livrea della Lola T93/30, il primo e unico telaio progettato per la Scuderia Italia nel 1993 dalla Lola Racing Cars che deluse le altissime aspettative. Il team correndo con una livrea bianca, rossa e gialla conquistò zero punti nel mondiale e il progetto fallì, ma la livrea è rimasta nel ricordo degli appassionati.
GAULOISES
Il marchio di sigarette francese debutta nel 1997 al fianco di Alain Prost in Formula 1, supportando l’ambizioso progetto dell’ex pilota che aveva creato un team. Sulle monoposto blu corse per tre stagioni anche Jarno Trulli ma i risultati deludenti portarono il marchio ad abbandonare il team.
In MotoGp il marchio ha raccolto maggior fortuna e, soprattutto, visibilità: ha sponsorizzato per due stagioni Valentino Rossi, pagandone gran parte dell’ingaggio in Yamaha con la quale ha vinto i due mondiali del 2004 e del 2005. La carena blu presentava logo e scritta in bianco: rimane nei ricordi soprattutto per la sostituzione con la scritta GO!!!!!!! nei paesi antifumo, un incitamento per il pilota che guidava.
LUCKY STRIKE
Il famoso marchio americano, presente in diversi film e canzoni, ha sponsorizzato il team Suzuki dal 1992 al 1997 nella classe 500, con livree bianche che presentavano l’iconico cerchio rosso di lato: il successo più importante fu il mondiale del 1993 vinto dall’americano Kevin Schwanz.
Nelle quattro ruote, il team creato dalla British American Tobacco in Formula1 ha utilizzato per le sei stagioni il marchio Lucky Strike come sponsor: le monoposto erano bianche con dettagli rossi, oro e neri a riprendere i colori presenti sui pacchetti dagli anni Quaranta.
MARLBORO
L’iconico stile del marchio, con i colori rosso e bianco, esordisce in Formula 1 già nel 1972 sulle monoposto del team British Racing Motors. Durante la presentazione la monoposto esce da un pacchetto di sigarette gigante e anticipa ciò che oggi avviene normalmente: la spettacolarizzazione di un evento che si prende la scena prima dell’inizio della stagione.
La McLaren soffiò lo sponsor alla BRM già nel 1974 e ne farà il proprio title sponsor 1996. Con la livrea bianca e rossa vinsero il primo mondiale costruttori e piloti al debutto e si ripeterono nel 1976 con l’iconico James Hunt, che fu favorito alla vittoria finale dall’incidente a Niki Lauda. Grazie alle ingenti entrate economiche derivanti dal marchio di sigarette la McLaren iniziò ad incentrare il proprio business nel mondo delle corse, accantonando gradualmente la produzione di autovetture che divenne secondaria.
In quegli anni non solo la squadra inglese portava il marchio sulle proprie vetture: tra i team a sponsor Marlboro c’era anche la Ferrari, che lo aveva come sponsor secondario già dal 1984. La Ferrari F310B fu la prima a portare il logo come sponsor principale Marlboro rimasto con il cavallino nel 1997: il rosso dei pacchetti si confonde perfettamente con il rosso Ferrari in un binomio non solo economico ma anche cromatico.
Sulle due ruote il mitico Giacomo Agostini portava il marchiò Marlboro negli anni Settanta su MV Augusta e, dagli anni Ottanta fino al 2002 è stato main sponsor Yamaha che scendeva in pista con moto rosse, colore insolito pensando alle livree odierne.
In MotoGp bisogna attendere il 2003 perché avvenga anche l’unione dei colori: lasciata la casa nipponica le pubblicità passano sulle Ducati che vestono così il classico colore rosso.
Dopo essersi nascosta sia in Formula 1 che in MotoGp con l’iconico codice a barre, la collaborazione rimane ad oggi l’unica ancora ininterrotta nel motorsport e, seppur sotto il nome di Mission Winnow, continua a far parlare molto di sè.