L'Antitrust ha multato Nike
12,55 milioni di Euro per aver venduto irregolarmente merchandising di Inter, Roma, Juve e altre squadre
26 Marzo 2019
L'Antitrust europeo ha inflitto una multa di 12,55 milioni di Euro al colosso di abbigliamento sportivo Nike. L'accusa è quella di aver limitato ai licenziatari la vendita libera di maglie da calcio di alcune squadre italiane e internazionali, tra cui quelle di Inter, Roma, Juventus, Barcellona, Manchester United e quelle della Federazione Calcistica Francese.
L'indagine era iniziata nel giugno del 2017 analizzando alcune irregolarità sulla vendita online e internazionale all'interno dell'Unione Europea, a scapito dei consumatori e violando le regole di concorrenza e del mercato unico. Nike è stata sanzionata per la sua attività di licenziante per la produzione e distribuzione di quello che viene chiamato "merchandising sotto licenza", ovvero quelli venduti dai club in cui figurano solo i simboli di una squadra o di una federazione e non i marchi commerciali di Nike. In questi casi il brand di Beaverton agisce in qualità di licenziante dei Diritti di Proprietà Intellettuale e concede diritti a terzi, autorizzandoli a produrre e distribuire tali prodotti.
I negozi al quale era stata assegnata la concessione veniva richiesto di pagare doppi diritti di licenza per ogni vendita al di fuori del territorio di competenza, a, oltre che l'avvertimento di non rilasciare più gli ologrammi di certificazione dei prodotti. Questa strategia tuttavia non colpiva solo i commercianti, ma anche il consumatore finale, come spiega la Competition Commissioner, Margrethe Vestager:
"I prodotti ufficiali della squadra del cuore, come sciarpe o magliette, sono spesso oggetti di culto per i tifosi di calcio. Nike ha impedito a molti dei suoi licenziatari di vendere questi prodotti in altri Paesi, riducendo così la scelta offerta ai consumatori e facendo salire i prezzi. Questo viola le norme antitrust dell’UE."
L'Antitrust ha rilevato irregolarità per un periodo di 13 anni, dall'1 luglio 2004 al 27 ottobre 2017. Non solo le divise al centro dell'inchiesta, ma anche merchandising come tazze, borse, giocattoli e articoli di cancelleria. Negli ultimi due anni tuttavia l'azienda americana ha collaborato con la commissione investigativa, motivo per cui la multa è stata ridotta del 40%.