I colletti più belli della storia del calcio
Dopo la grande diffusione negli anni '90, il colletto sembra poter tornare sulle maglie dei grandi club
04 Aprile 2019
Un anno fa alla presentazione delle maglie per i Mondiali di Russia, ci accorgevamo di come i marchi produttori di maglie da calcio avessero definitivamente rinunciato ai colletti. Quella particolare forma della maglia, nata con il polo - da cui poi prese il nome il modello - e diffusa nel tennis, fin da subito fu adottata come uniforme ufficiale anche nel mondo del calcio.
Gli anni '90 sono il momento di massima diffusione del colletto, prima della progressiva scomparsa a partire da inizio anni 2000, momento in cui si abbandonano le grafiche bold e i fit oversize a favore di una nuova ricerca tecnica. Le maglie diventano sempre meno ingombranti e la Kombat di Kappa in questo senso rappresenta l'antitesi perfetta alle maglie con colletto. Anche in questa stagione le squadre che hanno scelto la Polo Shirt sono molto limitate. In Serie A il tentativo più deciso lo ha fatto la Lazio, mentre quelli di Milan e Napoli sono solo accennati. In Premier League è il Liverpool l'unica squadra ad avere scelto un vero e proprio colletto, con tanto di bottoni e rifinitura bianca.
I grandi brand come Nike, adidas e PUMA stanno puntando sempre più spesso su un ritorno al design d'epoca e le tante retro collection sono solo l'esempio di come il colletto potrebbe essere uno dei futuri trend per le maglie da calcio, a partire già dalla prossima stagione.
Abbiamo così deciso di ripercorrere velocemente la storia di colletti nel calcio, raccogliendo i più belli, sperando di vederli riproposti nelle prossime stagioni.
Colletto Polo
Di gran lunga il modello più utilizzato, in tantissime varianti come quella classica con bottoni, quella con i bottoni a clip direttamente sul risvolto, con righe eleganti dello stesso colore del crest - come nel caso della maglia Home '98/'00 del Real Madrid - o addirittura con una cerniera, come quella del Siviglia indossata nella stagione '99/'00.
Con loghi
L'idea di mettere i loghi direttamente sul colletto delle divise è una delle suggestioni più interessanti per le maglie del futuro, o almeno una speranza. Gli esempi degli anni '70, '90 e '00 sono molto affascinanti, soprattutto quelli di Admiral per Tottenham e Galles, ma anche quello di Mizuno per la maglia da portiere del Watford, indossata nel corso della stagione '97/'98. Sono proprio i modelli da portiere, in molti casi realizzati con il collo alto, a prestarsi a questo tipo di soluzione. Il logo sul colletto potrebbe essere un modo per i brand di lasciare più librero il resto della maglia a grafiche decorativi, scombinando gli chemi al quale siamo abituati.
Con lacci
Il colletto con i lacci è quello che riesce a farci capire maggiormente la distanza che ci sia tra i modelli di maglie del passato e quelle contemporanee. Questo tipo di forma infatti è tra i più scelti dai brand per le retro collection o per le maglie celebrative. Indimenticabile il colletto della maglia giallo-verde utilizzata dal Manchester United dal '92 al '94, portato rigorosamente alzato da Eric Cantona, così come quella della Sampdoria degli stessi anni, con lacci spessi e molto lunghi.
Collo a V
Il collo a V non è scomparso così drasticamente dai design delle maglie di calcio, tuttavia in passato i marchi lo utilizzavano come vero elemento decorativo, molto di più di quanto non accada nelle ultime stagioni. Per le maglie delle nazionali il colletto era un modo per racchiudere un particolare motivo geometrico o i colori della propria bandiera, come nel caso del modello utilizzato dalla Nigeria nel 1996 o dalla Nazionale Croata ai Mondiali di Francia '98. Soprattutto nella seconda metà degli anni '90 il collo a V è stato combinato a quello polo, creando uno spazio di maglia riempito in molti casi con loghi o scritte ricamate. Un esempio che Nike dovrebbe senza dubbio riproporre: la maglia da allenamento della Nazionale italiana della stagione '96/'97, così come quella indossata da Ginola e Weah nello stesso periodo al PSG.