Calcio di provincia: al 'Garilli' per Piacenza-Trapani
La finale di andata per andare in Serie B, tra panini col culatello, coreografie e maglie di Moscardelli
10 Giugno 2019
L'idea di trascorrere un weekend senza calcio, adesso che la Serie A è finita e con lei la gran parte dei grandi campionati europei, proprio non andava giù. E poco importa che il fine settimana sportivo non prevedeva nulla di rilievo se non le gare di qualificazione ad Euro 2020 e la Final Four di Nations League: Piacenza dista appena 60 km da Milano e sabato pomeriggio c'è la finale di andata delle finali di Lega Pro, l'ultima gara casalinga della stagione degli emiliani, avversari del Trapani con l'obiettivo di tornare in B. E' l'occasione perfetta per fare un'immersione diretta in un calcio diverso, in una dimensione assolutamente marginale ma tutt'altro che secondaria, dipende dai punti di vista: i play-off promozione li abbiamo seguiti distrattamente, lo confessiamo, ma questa gara ci intriga e non ci facciamo pregare per partire alla volta della Primogenita.
Fare due passi in città prima della partita, nonostante il caldo, è d'obbligo: in centro poi, scopriamo che c'è il GolaGola Festival, fiera del cibo locale e dello street food che riempie le vie tra piazza Duomo e Piazza Cavalli. Esattamente quello che che speravamo di trovare per fare uno spuntino pre-gara a base di gnocco fritto e fette di coppa e salame, accompagnati da una buona pale ale artigianale.
A mezz'ora dal fischio d'inizio siamo già fuori dal 'Garilli', riusciamo a parcheggiare comodamente la macchina a 100 metri dallo stadio e siamo pronti per entrare, nonostante il richiamo dei salumi affettati al momento (con tanto di affettatrice) dal baracchino sotto la Curva Nord. In realtà però gli unici due settori agibili che riescono a riempirsi sono la tribuna centrale e i distinti, dove riusciamo ad accedere senza che nessuno controlli i nostri biglietti. In fiducia.
Subito dentro prendiamo posto e prendiamo confidenza con lo stadio: siamo sinceri, non ci aspettavamo una bolgia del genere, un disordine generale che però rende il tutto più coinvolgente. Neanche il tempo di guardare la massa bianco-rossa attorno a noi che è già il tempo della coreografia, grazie alle bandierine colorate posizionate sui gradoni e ai fumogeni che infiammano il settore. Rivedendola qualche ora dopo sui social network, realizziamo di stare proprio al centro del tifo piacentino.
Davanti a noi lo stadio, quel Garilli che fino ai primi anni 2000 ha ospitato la Serie A e che adesso sembra parecchio peggiorato strutturalmente, anche se l'atmosfera sugli spalti accentua tantissimo la bruttezza dell'impianto in se. Alla nostra sinistra, separati dalle griglie e dall'immancabile pista di atletica ormai consumata, un gruppetto di tifosi del Trapani, alcuni giunti dalla Sicilia e altri dal resto d'Italia. Per non far mancare niente nella narrazione romantica di questi momenti, ecco il tramonto proprio quando le squadre hanno appena iniziato la sfida.
Dal campo, però, le emozioni tardano ad arrivare, anche perché nessuna delle due squadre ha in squadra giocatori di assoluto valore, o vecchie glorie in decadenza. L'uomo più atteso del match è infatti Taugordeau, il francese ex del Piacenza e oggi faro del centrocampo dei siciliani, indimenticato in città anche per i suoi trascorsi da latin lover. L'altro hype player of the day è l'argentino Ferrari, il bomber del Piacenza per cui in tribuna c'è anche una bandiera argentina con su scritto 'el loco'. Tra cori contro i cremonesi e (molto meno) di incitamento verso la propria squadra si scivola fino all'intervallo dove decidiamo di spingerci fino al bar per bere qualcosa: un luogo caldissimo e iper affollato dove la birra, invece che alla spina, viene semplicemente travasata dalle lattine. Unica nota di rilievo: tra un tipo con la maglia di Enzo Maresca e molti con quella del Centenario, non ci perdiamo la fugace apparizione di Davide Reboli, l'ultras piacentino diventato celebre in tutta Italia per un video apparso in passato su YouTube.
Del match c'è poco o nulla da raccontare, purtroppo, se non qualche assalto dei padroni di casa e le polemiche per un paio di fischi dubbi, tra cui un rigore non sanzionato in favore dei locali. Lo 0-0 è il risultato che da ancora speranza ad entrambe le squadre in ottica finale di ritorno, e che accontenta anche il pubblico che lascia gli spalti (sporchissimi) applaudendo i propri beniamini caricandoli per la prossima sfida. E in fin dei conti accontenta anche noi, che siamo già fuori dopo un paio di rampe di scale, pronti per tornare in macchina alla volta di Milano dopo questa strana esperienza di calcio di provincia.