Lo strano caso delle Nike da running 'illegali'
Le Vaporfly 4% Flyknit permettono di correre più veloci degli altri e potrebbero essere bandite da Tokyo 2020
20 Gennaio 2020
Costano poco più di 175 euro in sconto sullo store ufficiale di Nike e sono diventate le scarpe da running più chiacchierate del momento. Motivo? Garantiscono prestazioni talmente positive da rischiare di essere considerate 'illegali'. Stiamo parlando delle Nike Vaporfly 4% Flyknit, le preferite dei migliori maratoneti mondiali per via di una tecnologia avanzata che permette di correre più veloce degli altri. Il 4% non è infatti una percentuale messa lì a caso, ma indica proprio il vantaggio dato a chi le indossa, frutto di una particolare miscela di schiume e una piastra di carbonio nell’intersuola capace di immagazzinare energia e rilasciarla con perdite molto ridotte.
Come recita la descrizione che si trova sullo store online di Nike, infatti, la Vaporfly 4% è 'nata per soddisfare le esigenze dei maratoneti di livello mondiale, e pensata per una velocità che batte ogni record'. Non è un caso che il corridore keniota Eliud Kipchoge le avesse ai piedi quando ha rotto per la prima volta il muro delle due ore durante la la maratona di Vienna, lo scorso ottobre, così come la connazionale Brigid Kosgei per battere il record della maratona femminile intatto da 16 anni. L'effetto delle Vaporfly è stato meticolosamente studiato in un bell'articolo del New York Times, secondo cui il 41% degli atleti ha tratto beneficio dalle scarpe dalla suola particolare. E ovviamente quelli di Nike sono pienamente consapevoli di tutto ciò: come dichiarato nel 2013 dall'allora CEO del brand americano Mark Parker:
"Utilizziamo l'innovazione per servire il potenziale umano piuttosto che stupirci dei limiti umani. L'innovazione è l'antidoto per i limiti umani".
Oltre ad aver messo in serio dubbio i record raggiunti, la World Athletics, l'Organizzazione che si occupa di atletica leggera a livello mondiale, sarebbe pronta a bannare le Vaporfly 4% dai prossimi Giochi Olimpici di Tokyo 2020, riducendo sensibilmente i vantaggi con l'introduzione di limiti all'effetto 'molla' delle piastre di carbonio, le stesse presenti pure nelle ZoomX Vaporfly Next%. O quantomeno limitando l'utilizzo delle versioni personalizzate (quelle che spesso utilizzano gli atleti professionisti), garantendo il principio secondo cui i prodotti per essere considerati “a norma” devono essere reperibili a tutti in equal modo. La questione è stata da molti descritta come 'doping tecnologico' e ricorda molto quella delle tute/costumi introdotti da Speedo e visti nel corso delle Olimpiadi di Pechino 2008, banditi un anno dopo dalla Federazione Mondiale di Nuoto. Una pronuncia in tal senso da parte della World Athletics è attesa a giorni.