Le Olimpiadi del 2021 si chiameranno comunque ''Tokyo 2020''
Lo slittamento dei Giochi non sarà sufficiente per il cambio di naming
25 Marzo 2020
Dopo l’annuncio ufficiale da parte del Comitato Olimpico Internazionale del rinvio delle Olimpiadi di Tokyo 2020 all’estate del 2021 a causa del Coronavirus, si sono instaurate una serie di reazioni a catena che hanno coinvolto anche gli aspetti più ''pratici'': se la fiamma olimpica, arrivata a Fukushima dalla Grecia settimana scorsa, può tranquillamente rimanere in Giappone per più di un anno, il problema più grosso riguarda il naming della manifestazione.
I Giochi infatti continueranno a chiamarsi ''Olimpiadi di Tokyo 2020'', soluzione forzata dal fatto che non è stato dato tempo necessario agli organizzatori di modificare tutta la comunicazione dell’evento, prodotta dal 2013 ad oggi: si parla di 7 lunghi anni di investimenti, promozione e merchandising che chiaramente non può essere cambiato in un lasso di tempo così breve.
Non si tratta però della prima volta che agli organizzatori di Tokyo 2020 viene chiesto un ''restyling'': già nel 2016 il CIO aveva obbligato il cambio di logo, dopo che il primo che era stato proposto era stato tacciato di plagio per un evidente somiglianza con quello del Teatro di Liegi.
Per quanto riguarda invece gli aspetti più tecnici, non sono ancora state rese note le nuove date ma sicuramente non si potrà andare oltre l’estate del 2021, portando conseguenze solo nell’ambito sportivo con le competizioni internazionali che subiranno a loro volta una variazione di data mentre le qualifiche già svolte per Tokyo 2020 verranno semplicemente congelate per un anno.