Negli USA i playground sono senza canestri
Da NYC a Los Angeles, le nuove misure di sicurezza non consentono di giocare al campetto
30 Marzo 2020
"Hope without hoops" potrebbe essere tranquillamente il titolo di una raccolta di poesie sul basket, eppure rappresenta ad oggi la miglior etichetta per la situazione che stanno vivendo gli Stati Uniti d'America. Il sindaco di New York - uno dei focolai più pericolosi negli USA - Bill de Blasio ha fatto seguire i fatti alle parole, rimuovendo più di 1.700 anelli nei principali playground della città.
Dalla Mecca (al secolo Rucker Park) ai McCarren di Brooklyn, passando per il Tompkins Square Park e il St. James Park del Bronx: per i "giocatori da strada" non c'è più modo di rifugiarsi al campetto con i propri amici. Naturalmente la scelta del sindaco italo-americano è dettata dalle misure di sicurezza per prevenire le possibilità di contagio del coronavirus. La scelta dei campi ai quali sottrarre sostanzialmente la parte essenziale è stata presa seguendo i rapporti del NYC Parks Department, che ha segnalato ai vertici quali fossero i parchi e i corrispettivi campetti in cui l'ordine di "social distancing" non veniva rispettata. Attraverso l'intervento della Polizia di New York, sono stati rimossi i ferri dei canestri. L'idea di de Blasio è molto semplice:
"Ciò che non va più bene è qualsiasi tipo di partita di basket tra persone che non vivono sotto lo stesso tetto. Bisogna ammetterlo: è uno sport di contatto dove le persone giocano molti vicine e questo può creare un serio pericolo"
Se da un lato è più che comprensibile la decisione di evitare qualsiasi forma di contatto, dall'altro i risultati della mossa tattica del sindaco di NYC ha avuto risultati piuttosto alterni: in più di un campo si sono viste persone che hanno continuato a giocare anche senza ferro! Per quanto possa essere paradossale, questo fa capire l'utilità sociale e culturale del campetto.
Dopo la notizia di NYC, anche altri Stati stanbo adottando le stesse precauzioni, con le città di Baltimora, Memphis, Charlotte, Philadelphia, molte città della Florida e Los Angeles, considerata seconda solo alla Grande Mela in termini di bellezza e cultura del playground. Le immagini che arrivano da Venice Beach sono desolanti e quasi da brividi.
Nel caso della Città degli Angeli, il divieto si estende anche ai parchi dedicati allo skate. Per evitare che gli skaters possano entrare in contatto tra di loro, a Long Beach half pipe, rail e ramp sono state riempite di terreno. Anche qui le autorità hanno sottolineato come sia sempre stato il primo obiettivo quello di incoraggiare le persone ad uscire, a fare sport all'aperto, ma hanno aggiunto che "ora è il momento di stare al sicuro".
One of the skateparks in Long Beach couldn’t get people to stop showing up so they did this. pic.twitter.com/dS4rIHxdUj
— adam22 (@adam22) March 28, 2020
Un caso leggermente diverso e molto particolare arriva dalla Windy City. A Chicago, vige lo stesso concetto di New York: laddove ci possa essere contatto, evitiamo che questo possa crearsi. Il dipartimento di Polizia di Chicago, però, non ha rimosso gli anelli dei canestri, bensì si è limitata ad apporvi due pezzi di legno in modo da non consentire alle persone di giocare liberamente.
My friend and UIC great Kenny Williams just posted this picture on his Facebook page. Playground rims are getting this treatment all over Chicago. pic.twitter.com/gOrI3XhTI5
— Sam Panayotovich (@spshoot) March 28, 2020
Sono davvero tantissime le testimonianze che attraverso i social si possono raccogliere in queste ore, dove una decisione netta ed importante sta dividendo ovviamente i cittadini di ogni città d'America. C'è chi lo trova un gesto saggio, una scelta forzata che può evitare situazioni di contagio molto pericolose. C'è chi, invece, vuole continuare a vivere la quotidianità del quartiere e non vorrebbe alcun tipo di limitazione.