"Jump Shot" è il nuovo documentario prodotto da Steph Curry
La storia di Kenny Sailors e l'evoluzione del tiro in sospensione
14 Aprile 2020
Dove nascono i gesti tecnici che in ogni sport costituiscono la base? Da dove derivano i "fondamentali" di uno sport? La risposta non è sempre semplice, anche perché quasi sempre la risposta arriva da tempi molto lontani dai nostri. Tempi che qualcuno ha a cuore e vuole riportare alla luce, proprio come ha fatto Steph Curry, stella dei Golden State Warriors e per l'occasione executive producer del docufilm "Jump Shot".
"Jump Shot" è la ricostruzione storica del tiro in sospensione, una delle armi più letali che si trova nel vasto arsenale dei migliori giocatori di basket e che ha permesso al #30 dei Warriors di diventare una macchina da guerra. La storia inizia dal suo inventore, tale Kenny Sailors, giocatore di discreto livello tra ABA (Basketball Association of America) e NBA e ottimo a livello collegiale. L'episodio clou della storia è una partita giocata al Madison Square Garden dai Wyoming Cowboys di Sailors in cui la guardia del Nebraska esegue quello che viene definito un "leaping one-hander". Nome poco cool e sicuramente poco conosciuto, considerando anche che quel gesto non era mai stato visto o fatto da altri. Quello fu il primo "jump shot", il primo tiro in sospensione della storia del basket.
La regia di Jacob Hamilton ha riportato alla luce la storia di Sailors e raccolto le testimonianze di giocatori come Kevin Durant, Bobby Knight, Dirk Nowitzki e lo stesso Curry. Molti i ricordi dell'ex Cleveland Rebels, Denver Nuggets e Philadelphia Warriors, con una serie di filmati d'annata che raccontano il gesto e la storia del gesto che ha cambiato uno sport intero. L'eredità di Sailors è incredibile e omaggiarlo con un ricordo così importante è il modo migliore per ringraziarlo.