Dimmi come indossi i calzettoni e ti dirò che giocatore sei
Dalla tibia scoperta di Sivori fino al ginocchio coperto di Henry, passando per le calze bucate di Nainggolan e le Trusox di Suarez
10 Maggio 2020
Ogni calciatore che scende in campo ha un proprio rito che lo accompagna: c’è chi si isola grazie a delle cuffie, chi deve telefonare alla mamma e chi, come Cassano al Real Madrid, deve soddisfare le proprie voglie. Si dice che i brasiliani riescano a scendere in campo solo grazie ad un riscaldamento a base di Samba. Questi gesti sono ormai le uniche libertà di espressione - scarpini eccentrici esclusi - in un calcio che sta diventando sempre più omologato.
Le divise, per quanto possano essere diventate appariscenti - vuoi per i design estrosi, vuoi per delle colorazioni che ormai non hanno più niente a che fare con i colori sociali originali - non lasciano spazio alla creatività del giocatore. In più dalla prossima stagione persino i font di nome e numero saranno standardizzati, come già succede in Premier. Più recentemente qualche capitano - il Papu Gomez più di tutti - aveva provato ad esprimere la propria originalità tramite le fasce da capitano personalizzate, ma la Lega ha standardizzato anche quelle.
Uno degli elementi che ha rappresentato un tratto distintivo di alcuni calciatori sono stati i calzettoni e lo stile con i quali son stati visti sui vari campi da calcio; dal 1996 erano diventati iconici i ''laccetti alla Del Piero'', lacci di scarpa che il numero 10 juventino utilizzava per legare la parte alta delle calze in modo che non gli cadessero sul parastinco, senza pensare che avrebbe lanciato una moda: tutti i bambini cresciuti nella seconda metà degli anni '90 hanno quindi iniziato a privarsi dei lacci delle scarpe pur di averli legati ai calzettoni, proprio come ''Pinturicchio''.
Eppure ci sono giocatori che riescono ancora a manifestare la propria creatività indossando i calzettoni in maniera originale; in base a come un calciatore porta i calzettoni, si può intuire il suo stile di gioco: Henry, Neymar, Lautaro Martinez, ad esempio, li portano alti sopra il ginocchio, probabilmente per apparire più eleganti e per affermare lo status di ''giocatori pesanti'', come fu Titì Henry e com’è Neymar oggi.
I cosiddetti ''mastini'' invece si riconoscono dai buchi sul retro dei calzettoni: Nainggolan e Walker si giustificano dicendo che così facendo aiutano il polpaccio a respirare e evitano i crampi. Si tratta di giocatori che lasciano l’anima in campo, inseguendo chiunque capiti a tiro. Probabilmente sono forti anche in serata, tesi rafforzata dalla relazione diretta tra alcool, crampi e muscoli scheletrici - e ancor di più dai video di Radja e dall’ultimo scandalo che ha coinvolto Walker -.
Negli ultimi anni si è aggiunto un nuovo modo di portare i calzettoni: grazie alla comparsa della calza Trusox - dei calzini che aumentano l'aderenza alla scarpa attraverso dei gommini antiscivolo che ricoprono tutta la pianta del piede - i giocatori, soprattutto della Premier League, hanno dovuto trovare un modo per poter indossare queste calze senza avere problemi di loghi, quindi indossando Trusox sotto i calzettoni tagliati all’altezza della caviglia e indossati come fossero delle fasce tubolari. Questi calciatori, oltre ad avere un’accentuata sensibilità tecnica, sono quelli che in campo mostrano le soluzioni più fantasiose.
La categoria più prestigiosa è invece quella di chi indossa il calzettone abbassato, giusto per coprire un minuscolo parastinco che di solito viene posizionato il più in basso possibile, quasi sulla caviglia. In serie A ci sono celebri esempi che, non a caso, rappresentano anche due degli elementi con più qualità del nostro campionato, si tratta di Paulo Dybala e di Lorenzo Insigne.
Dybala recentemente ha affermato di utilizzare i calzettoni in questo modo per una questione di comodità, dicendo che così il ginocchio ha più libertà di movimento ma dichiarando anche che Sivori, da cui ''la Joya'' ha preso ispirazione, li portava in quella maniera. La lista di giocatori che indossavano i calzettoni abbassati è lunghissima e piena di nomi che hanno fatto la storia di questo sport: Sivori, Meroni, Graziani, Serena, Berti, Baggio, Rui Costa, Totti. Cosa accomuna questi giocatori, oltre ad essere delle icone del calcio? La classe, l’indiscusso valore tecnico e la capacità di mantenere il pallone incollato al piede. In un’intervista rilasciata al sito ufficiale dell’Inter, Nicola Berti spiega come mai teneva i calzettoni bassi: ''Non indossavo i parastinchi, non erano obbligatori. Il fatto è che all’Inter non li usava nemmeno Serena, il quale, come me, portava i calzettoni abbassati e arrotolati. Io però lo facevo per un motivo preciso: volevo dimostrare di essere coraggioso, volevo sfidare tutti''. Sivori invece raccontava che tenendo la tibia scoperta, anche il più grande massacratore avrebbe avuto qualche incertezza nel colpire e lui aveva più possibilità di sgusciare tra le difese avversarie.
Con l’obbligo di usare i parastinchi non è cambiato nulla. Che sia perché si voglia intimorire l’avversario, o perché si voglia essere meno protetti, i giocatori più tecnici giocheranno sempre con i calzettoni abbassati. Magari per far vedere l’ultimo tatuaggio sul polpaccio - il pallone incoronato di Dybala - ma soprattutto per istigare i difensori picchiatori e per ricordare a tutti che il vero calcio è quello che si gioca nei ''barrios'' e lì le tibie sono scoperte.