Russell Westbrook produrrà una docuserie sul massacro razzista di Tulsa
"Terror In Tulsa: The Rise And Fall of Black Wall Street"
10 Giugno 2020
Le immagini delle proteste che stanno invadendo non solo gli Stati Uniti stanno facendo il giro del mondo. Tra queste ci sono testimonianze di tanti atleti, soprattutto NBA e NFL, che stanno partecipando a cortei e manifestazioni, prendendo spesso parola perché investiti di un ruolo per certi versi pubblico. Russell Westbrook ha sfilato tra le strade della sua Compton insieme a Demar DeRozan e Kendrick Lamar, altre due personalità influenti che hanno radici proprio in una delle aree di Los Angeles già nota a grandi proteste.
La star degli Houston Rockets ha già in passato avuto a che fare con episodi di razzismo (molto meno gravi dell'assassinio di George Floyd). Durante una partita a Salt Lake City contro gli Utah Jazz, l'ex #0 dei Thunder ricevette insulti a sfondo razziale da un tifoso - lo stesso che il giorno dopo fu individuato e bandito a vita da ogni attività che riguardasse i Jazz. Ma Russell Westbrook vuole andare oltre e andrà oltre. L'annuncio è arrivato da Will Thorne di Variety: RW sarà il produttore esecutivo di una docuserie intitolata "Terror In Tulsa: The Rise And Fall of Black Wall Street". La regia sarà affidata al documentarista Stanley Nelson, uno dei massimi esperti della black culture e già dietro al comando di produzioni che raccontano il problema del razzismo.
Il tema scelto è molto delicato e Westbrook, in quanto figlio adottato dell'Oklahoma, non ha avuto dubbi. La docuserie tratterà il massacro di Tulsa del 1921, da molti considerati uno dei più gravi attentati a sfondo razzista dell'intera storia degli USA. Tra il 31 maggio e il primo giugno 1921, la cittadina dell'Oklahoma in cui abitava la più vasta comunità afroamericana della nazione fu scenario di un conflitto fuori controllo che portò una massa di bianchi ad attaccare via terra e via aerea il quartiere di Greenwood, per tutti "Black Wall Street", distruggendo 35 isolati. Negli scontri persero la vita molte persone e ancora oggi il numero di vittime sembra avvolto nel mistero: l'ultima stima è della Croce Rossa Americana in un rapporto del 2001 è di 300 morti. Alcuni sopravvissuti afroamericani hanno raccontato che gli stessi poliziotti si unirono agli assassini.
"Trascorrere 11 anni in Oklahoma mi ha aperto gli occhi sulla ricca e tremenda storia dello stato" ha detto Westbrook. "Quando ho saputo degli eventi strazianti accaduti a Tulsa quasi 100 anni fa, sapevo ho capito subito che questa era la storia che volevo raccontare. È sconvolgente ritrovare le stesse atrocità dell'epoca in maniera così rilevante anche oggi. È importante scoprire le storie sepolte degli afroamericani in questo paese. Dobbiamo amplificarle ora più che mai se vogliamo creare un cambiamento".