La nuova direzione creativa di Meyba tra passato e futuro
Quattro chiacchiere con Neal Heard, il nuovo creative director del brand spagnolo
07 Luglio 2020
Quando pensiamo a Meyba pensiamo al Barcellona di Maradona, di Zubizarreta, di Ortega, di Laudrup, di Guardiola, di Salinas, di Stoičkov, di Johan Cruijff. Un brand di Barcellona che per 10 lunghi anni ha sponsorizzato il Barça, creando delle divise che oggi sono delle pietre miliari nella storia delle football shirts. Protagonista in Spagna per tuti gli anni '80, prima di svanire nel nulla e ricomparire un paio di decenni dopo con collezioni vintage che hanno attirato tuti gli appassionati più nostalgici.
Meyba è tornata nel mondo del calcio lo scorso mese, annunciando la partnership con il Twente. Dopo questi primi segnali di ripresa, sono arrivati nuovi investimenti, come la nomina di Neal Heard come direttore creativo del brand. Dopo libri, dopo consulenze e collaborazioni con grandi brand, Neal ha l'opportunità di mettersi all'opera per rilanciare un brand che ha degli obiettivi molo chiari. Ce li racconta proprio il nuovo creative director.
Per certi versi, Meyba è il posto/progetto ideale per una mente creativa e culturalmente preparata come la tua.
Come ti approcci ad un brand che ha un heritage così importante?
Hai perfettamente ragione quando dici che il progetto Meyba è il luogo ideale per me. Ho ricevuto alcune offerte per lavorare con brand del mondo del calcio, ma per me è fondamentale che il marchio sia vicino al mio cuore. Ho sempre amato e rispettato Meyba, quindi una volta parlato e visto l'amore e la convinzione che i proprietari hanno per il brand, è stata una decisione facile per me. Inoltre, le persone che sostengono il progetto hanno grande esperienza in questo campo e hanno la lungimiranza necessaria per supportarlo e farlo funzionare. L'eredità è qualcosa che porta più passione, ma allo stesso tempo anche più responsabilità sulle mie spalle. Sono consapevole dell'amore per il marchio e ovviamente il mio obiettivo è rendergli giustizia. Ma la pressione tira fuori il meglio da noi.
"We are pure futbol" è un po' il manifesto ideologico ed estetico di Meyba.
Cos'è la purezza stilistica nel mondo del calcio secondo la tua visione? E come vorresti raccontarla/esprimerla attraverso il tuo nuovo ruolo?
L'idea di Meyba è quella di fornire solo squadre di calcio, non ci diletteremo in altri sport come il rugby o il basket, vogliamo mantenere alta la nostra attenzione. L'unica purezza nel design che desidero vedere è un buon design e un rispetto per la storia di un club. Sono particolarmente entusiasta del mio nuovo ruolo perché mi è stato dato un margine di manovra per decidere da cima a fondo la strategia dei club con cui lavoriamo e perché, fino al teamwear e al design dei kit, le mie dita si allargano come tentacoli attorno alla strategia del brand ed è qualcosa che mi emoziona. Vogliamo avere un nuovo approccio al teamwear, riflettendo maggiormente l'attenzione sull'aspetto che piace di più al tifoso moderno piuttosto che l'approccio sereno e pigro spesso visto nella fornitura di teamwear. Offriremo ai club kit dai design unici, completamente unici per loro. Non vogliamo usare template già visti e questa è una grande cosa per noi.
La componente vintage accompagna ormai da anni il brand. In percentuale, secondo te quanto impatto ha l'elemento nostalgico sulla brand awareness e quando invece può rappresentare un ostacolo?
È un'ottima domanda, che non è mai stata così rilevante quando si parla di football brand. La nostalgia gioca un ruolo importante nell'amore che i fan provano per il proprio club, non solo per le maglie. Adoriamo i filmati sgranati delle leggende, i giornali e i libri sbiaditi col passare del tempo: sono elementi che ci legano ad una squadra. Detto ciò, non mi sorprende vedere la domanda sempre crescente che stiamo vedendo per le maglie retrò e classiche. La nostalgia collega le persone ai giorni di gloria del passato. Ma credo fermamente che, sebbene sia bello avere un retaggio per collegarti e dare una rilevanza al passato, non deve essere anche il fine ultimo. Sono totalmente convinto che Meyba dovrebbe creare nuovi ricordi con il suo design dei kit, non si deve essere schiavi dl proprio passato. Questa propensione all'omaggio alle vecchie maglie con i nuovi kit è troppo ovvia, scontata. Facciamo nuove creazioni audaci che i fan vorranno ricreare in futuro.
Ti sei sempre definito un "kit head" e i tuoi libri parlano chiaro. La grande preparazione e conoscenza che hai alle spalle - sia da autore che da collezionista - sul mondo delle maglie da calcio ti consentono di avere una visione a 360° dello spazio in cui calcio e moda si incontrano. Secondo te quale sarà il futuro della maglia da calcio? Quali saranno i trend e le direzioni che prenderanno? In molti, ad esempio, parlano della possibile scomparsa delle righe iconiche di molti club...
Senza sembrare una testa grossa, penso sia possibile risalire alle interviste che ho fatto negli ultimi 2-3 anni per capire che ero una delle poche persone che capiva che il mondo delle maglie da calcio stava cambiando. Molte delle cose che avevo previsto, come un uso molto più grafico e vivido del design nelle maglie e un'ulteriore fusione tra calcio e streetwear, sono avvenute in grande stile. Per me il futuro è solo questa tendenza recente, ma esemplificata. Vedremo sempre più collaborazioni tra i vecchi club di calcio e marchi di moda e streetwear, pensiamo Palace x Juve, PSG e Jumpman, Roma e Nowhere F.C, ne vedremo sicuramente di più.
Ci sarà anche un crossover con tutti gli altri aspetti della pop culture con nuovi design per i kit, quindi sempre più riferimenti musicali. Onestamente, come qualcuno che crede fermamente nella protezione del patrimonio, non vedo il giorno in cui i colori del club andranno persi. L'intera ragione per cui le maglie da calcio funzionano è che appartengono a una tribù. Se perdi i colori tribali e i totem perdi la maggior parte del calcio. Quello che vedremo di più sarà l'uso di colori e design alternativi nei secondi e in particolare nei terzi kit e anche l'uso di abbigliamento pre-partita per far fluire il design e la moda, mantenendo i colori della prima maglia sacrosanta.
Nelle top50 delle maglie da calcio più belle e iconiche di sempre stilate da tanti siti sportivi importanti, le maglie italiane si classificano sempre bene e hanno un posto di rilievo (fourtwofour.com ne mette 12 su 50, ESPN su 101 maglie ne mette 18 di cui 4 in top10 e le prime due sono italiane, 8/50 su France Football, ndr). Qual è secondo te l'elemento dell'estetica calcistica italiana che piace e che cattura di più?
Sono un amante delle maglie italiane e posso rispondere a questa domanda! Ad essere sincero, non credo che sia il design della maglia italiana a fare la differenza, è più il fascino che porta con sé la Seria A a livello global dal 1990 ad oggi ad avere un impatto importante. Quando la Serie A ha iniziato ad essere trasmessa in tutto il mondo, in quell'esatto momento è diventata un must e ha iniziato a "pomparsi" di stile. Personalmente preferisco i modelli degli anni '80 a quelli degli anni '90: la maglia del Milan con lo sponsor "Cuore" del 1984, la maglia NR con l'aquila della Lazio del 1982-83 e la Pouchain della Roma del 1979-80 sono le maglie migliori di tutti i tempi per me.
Ma se guardi il design della maglia italiana nel suo insieme, in realtà è stato piuttosto influenzato dal modello inglese, come le strisce storiche dei club di Milano e della Juventus. Ciò che i club di Serie A fanno molto bene è mescolare i colori in modo univoco. Inter e Milano utilizzano strisce nere con il rosso e il blu e lo fanno in maniera unica. La Sampdoria per me è sempre stato sinonimo di di bellezza. Ma ancora una volta, penso che siano stati i grandi giocatori di un grande campionato il motivo per cui tutto il modo riconosce la grande traccia che hanno lasciato le maglie italiane. Adoreremmo la maglia del Napoli se non l'avesse indossata Maradona? È una normale maglia azzurra, ma è l'associazione di stile e ricordi che fa la differenza.
Il ritorno nel mondo del calcio di Meyba con il Twente ha avuto come risultato un kit 2020-21 dal design moderno.
Quale sarà la prossima squadra su cui lavorerai e su quale ti piacerebbe lavorare?
L'accordo con Twente era stato concordato prima di iniziare il mio ruolo di direttore creativo, quindi non avevo voce in capitolo né sulla progettazione del kit né sulla scelta del club, ma è bello vedere il brand tornare in campo e serve soprattutto per dimostrare ai club che siamo in grado di fornire di nuovo linee teamwear a club professionisti. Per me, i team con cui lavoriamo sono una componente fondamentale della nostra storia, non voglio lavorare con club che non hanno una storia o che non apprezzano il nostro approccio audace e coraggioso al kit di squadra o al design teamwear. Sono affascinato dal modo in cui il calcio e la moda si sono intrecciati e desidero rendere Meyba il marchio di calcio più cool in circolazione. Siamo in trattativa con alcuni club sparsi in tutto il mondo, ma non possiamo dire troppo in questo momento. Vedremo...
Pare che i rapporti tra Barça e Nike non siano più così forti.
Quanto speri si possano ricongiungere le strade tra Meyba e Barcelona? Noi speriamo di si!
Beh, ovviamente è molto importante ricordare che il marchio è nato a Barcellona e che è stato sponsor tecnico del club della sua città natale per 10 lunghe stagioni. Adoriamo la città e adoriamo il club. Tuttavia, penso che sia giusto prendere coscienza del fatto che al momento non siamo abbastanza pronti a livello economico per rifornire un grande club storico. Questo, però, non vuol dire che non possiamo creare una storia rilevante e superare in termini di design gli altri, in modo da far "rumore" per farci notare da chi è sopra di noi. I piani sono già in atto, Vedremo...