Breve storia del calcio in passerella
Da Bikkembergs fino all’ultimo show di Miu Miu
07 Ottobre 2020
Con la sfilata della collezione SS21 di Miu Miu tenutasi ieri, il lungo (e spesso tempestoso) rapporto fra mondo del calcio e mondo della moda ha toccato una nuova, altissima nota. Vedendo il footwear della collezione, è stato impossibile non ripensare alle sneaker che Dirk Bikkembergs aveva creato nei primi anni 2000 per il suo show Sport Couture. Fra questi due eventi distanti quasi vent’anni, si situa l’intera vicenda del trend calcio-moda a cavallo tra il 2017 e il 2018 passato attraverso il trend dello streetwear e rapidamente riutilizzato non solo da varie maison di moda come reference o casuale citazione ma anche protagonista di collaborazioni di livello come quella fra Virgil Abloh, Kim Jones e Nike che produssero rispettivamente capsule di nome Football Mon Amour e Football Reimagined.
Per questo, nss magazine ha deciso di tracciare una breve timeline dei più importanti momenti in cui il mondo del pallone e quello delle passerelle entrarono in dialogo.
Dirk Bikkembergs Sport Couture
Pur non essendo mai stato un appassionato di calcio, il tedesco Dirk Bikkembergs (già membro dei leggendari Antwerp Six) giunse in Italia nel 2000 con un’intuizione senza precedenti: fondere le collezioni di moda con il mondo del calcio, sfruttando il corpo di calciatori e sportivi usandoli modelli ed esaltando alcuni degli elementi tipici del calcio, lo sport senza dubbio più popolare in Italia. Il suo esordio con Sport Couture è un successo clamoroso, al quale fanno seguito alcuni esperimenti a quei tempi impensabili: sfilare in uno stadio come il Camp Nou, collaborare con un top club come l'Inter (servendosi degli stessi giocatori come testimonial) arrivando persino a comprare il piccolo club dilettantistico FC Fossombrone che, dall’oggi al domani, si ritrovò a vestire le divise più cool dell’intera industria del calcio.
Negli anni seguenti, Bikkembergs utilizzò la silhouette delle scarpe da gioco per realizzare le sue (nel bene e nel male) celebri sneaker - riprese all’epoca da brand come Gucci e Louis Vuitton e di recente da Miu Miu. Anche nelle sue collezioni il tema calcistico proseguì, tra un set coi palloni da calcio e uno con le Coppe dei Campioni stilizzate, con le sfilate con protagonisti i calciatori in attività. Anche il lancio di DIRK, la prima fragranza lanciata in tempi più recenti (nel 2016), risente delle contaminazioni calcistiche con la sua la boccetta a forma di pallone ed iconico è rimasto il suo negozio di Milano, tra via Manzoni e piazza Cavour, con 1300 metri quadrati, tre piani e quindici vetrine, quasi interamente bianco e nero e con il bagno tappezzato di pagine della Gazzetta dello Sport.
Dolce & Gabbana FW16 Alta Sartoria
L’unica vera controversia nella storia d’amore fra moda e calcio fu una controversia molto italiana: il duo di designer siciliani organizzò il proprio show di Alta Sartoria della stagione FW16 tra le strade di San Gregorio Armeno, a Napoli, e in mezzo ai 24 look della collezione womanswear, apparve una modella con indosso un rifacimento dell’iconica maglia del Napoli di Diego Armando Maradona. Uno sgarro che non passò inosservato e che, nonostante le scuse degli stilisti, venne risolto solo nel 2019 dal tribunale di Milano con una sentenza relativa alla «indebita utilizzazione» e allo «sfruttamento a fini commerciali del nome» di Maradona. La maglietta non è mai stata messa in vendita, evitando dunque che potesse trattarsi di una commercializzazione priva di ogni consenso preventivo, e limitando notevolmente il danno finale che, secondo i legali di Maradona ammontava a quasi un milione di euro.
Versace FW18
In una collezione dominata da silhouette dal sapore vintage, sempre esagerate nei colori e nelle texture secondo lo stile tipico di Versace, un elemento piacevolmente stridente sono state le sciarpe da stadio decorate dalla lettera cubitale V apparse al collo della gran maggioranza delle modelle. A dirla tutta, la tradizione della soccer scarf non è italiana ma inglese - i tifosi dei primi del ‘900 le usavano per assistere alle partite anche in pieno inverno e segnalare la propria tifoseria d’appartenenza. Pur non apparendo sulla passerella, poi, la collezione includeva una serie di t-shirt ispirate ai classici football jersey - una di queste venne indossata dalla stessa Donatella Versace prima dell’evento per presentare su Instagram gli headphones e la cover per iPhone del brand poco prima dello show.
Gosha Rubchinskiy SS18
La collezione SS18 di Rubchinskiy trasse una profonda ispirazione dal mondo del calcio, in particolare quello associato alle texture e ai materiali utilizzati dagli anni ’90 da adidas football – presenza costante ai piedi di tutti i modelli - e alla cultura degli hooligan inglesi tramite una collaborazione con Burberry. L’ottica storica che il designer russo applica sempre alle sue collezioni si risolse sotto forma di citazioni e riferimenti alla rave culture post-sovietica, nata in Russia dopo il crollo del muro di Berlino, espressa tramite l’uso di tessuti in tie-dye, i volumi oversize dei capi sportswear e uno styling tanto preciso quanto nostalgico.
Koché x Paris Saint-Germain Pre-Fall 2018
La collaborazione fra Koché e il Paris Saint-Germain per la collezione Pre-Fall 2018 ha un ruolo assai importante in questa lista perché fu la prima collaborazione in assoluto fra un brand di moda e una squadra di calcio. Fu lo stesso PSG a investire energie nel legare la propria immagine a quella del mondo della moda collaborando con Koché e creando qualcosa di mai visto prima: una fusione totale tra football e fashion. Presentata nella chiesa di Saint-Merry a Parigi, la collezione combinava diverse maglie del Paris Saint-Germain con alcuni degli abiti di Koché, uniti insieme con una sorprendente armonia - una ventata d'aria fresca nella visione del calcio moderno.
MSGM FW19
Il manga Captain Tsubasa, più noto in Italia col nome di Holly e Benji, è stata la protagonista delle grafiche della collezione FW19 di MSGM. Si devono alla collaborazione con Boing i cappotti in jaquard con le scene riprese dal manga nel bianco e nero originale, che raffigurano la rovesciata di Benji e la faccia del portiere, con l'immancabile cappellino in testa.
Balenciaga FW20
In mezzo a uno show dal sapore distopico-apocalittico che parlava sì del climate change ma sfruttava le memorie personali di Demna Gvasalia, sono apparse, fra giacche chiodate e lunghi cappotti neri, anche una serie di divise da calcio con il logo del brand accompagnate persino da una nuova linea di sneaker che, non diversamente da quelle disegnate da Dirk Bikkembergs, riprendevano l’immaginario della scarpe chiodate reinterpretando in senso lifestyle. Alla domanda sul perché avesse incluso delle divise da calcio nella sfilata, Gvasalia rispose: "Calciatori e preti erano ciò con cui sono cresciuto in Georgia. Sport, religione, ossessione e seduzione sono spogliati delle loro funzioni lasciando solo la sensazione che siano capi di moda".
Miu Miu SS21
La più recente collezione di Miu Miu è stata ispirata al mondo dello sport e, nello specifico, al linguaggio spettacolare dell'abbigliamento sportivo e alle decorazioni del cosiddetto event clothing. La forma dei jersey, il fit lineare e il color blocking audace sono stati tutti elementi presi in prestito al mondo dell’abbigliamento sportivo - un tipo di reference bilanciate dall’estetica femminile e sofisticata che è anche la firma stilistica del brand. L’alchimia più notevole, però, si è avuta nel campo footwear che ha mescolato la silhouette classica della scarpa da calcio con i tacchi alti - quell’equilibrio ugly chic per cui Miuccia Prada è diventata giustamente famosa.