I 5 stemmi più belli della Premier League
Storie di come un logo può raccontare una comunità intera
13 Gennaio 2021
Sciabole scintillanti e martelli incrociati, diavoli rossi e santi, aquile in volo su monumentali palazzi di cristallo e creature mitologiche. Quella che a primo impatto potrebbe sembrare l’anticipazione di una nuova stagione di Game of Thrones è, in realtà, l’universo della Premier League, la massima serie del calcio inglese.
Negli altri campionati europei a dominare sono motivi geometrici riportanti le iniziali dei club o riferimenti piuttosto fedeli ai gonfaloni dei comuni, mentre gli stemmi della Premier League sono, al tempo stesso, pionieristiche intuizioni di marketing e simboli che comunicano tutto l’heritage di alcuni dei club più antichi al mondo. I crest riportano alla mente i codici miniati incisi, tra le nebbie medioevali e le fioche luci di candelabri, su carte pregiate in qualche abbazia anglicana ed oggi conservate nelle antiche biblioteche dei college, sui cui playground il calcio è nato.
Quasi come se già fossero stati pensati con in mente la concezione del calcio come prodotto commerciale e di intrattenimento nata negli anni '70 con la NASL statunitense, gli stemmi della Premier League sono antiche opere di design grafico, realizzate quando il concetto di graphic design era ancora lungi dall’essere coniato. Si prenda, per esempio, l’intuizione di associare nello stemma del Liverpool la figura mitologica del Liverbird – simbolo della città - con il cancello d’ingresso di Anfield, sintetizzando in un unico stemma l’asse che lega il luogo di provenienza della squadra ad un iconico e ben riconoscibile landmark del club.
Sheffield United
Se si parla di origini del calcio, non si può che menzionare Sheffield, casa - oltre che dello Sheffield F.C., il più antico club calcistico al mondo - dello steel city derby tra Sheffield Wednesday e Sheffield United, il derby della città dell’acciaio. Infatti, a Sheffield, paradigma per eccellenza della città grigia ma vibrante di orgoglio operaio del nord Inghilterra, per scappare da un futuro in acciaieria ci si butta o sulla musica – come fatto con successo da Pulp ed Arctic Monkeys – o si cerca fortuna nel pallone. Ultimo in classifica, ma tra i primi per bellezza dello stemma, lo Sheffield United reca sul suo crest l’acciaio simbolo della città sotto forma di due sciabole incrociate: the blades, ricordi di quell’Inghilterra vittoriana fatta di lord e corsari.
Everton
Decisamente meglio piazzato in classifica, nonché tra le sorprese della stagione, è l’Everton che Carlo Ancelotti è riuscito a riscattare dopo una trafila di stagioni ricche di ombre ed avare di luci. Sullo stemma dei Toffees – soprannome derivato, come per molti club britannici, dalle mansioni della tradizione locale, in questo caso la produzione del toffee, caramella gommosa tipo Mou – campeggia la Prince Rupert’s Tower, struttura settecentesca in mattoni legata alla zona su cui sorge Goodison Park sin dai tempi della fondazione del distretto di Everton. Accompagnato dal motto latino "Nil Satis Nisi Optimum" ("Nulla è accettabile se non l’eccellente"), il crest dell’Everton nasce come accessorio di moda per la stagione 1937/38, quando il presidente e futuro manager Theo Kelly lavora alacremente per quattro mesi al fine di disegnare uno stemma da utilizzare sulla cravatta del club.
Crystal Palace
Uno dei grandi classici degli stemmi inglesi sono gli animali, come nel caso del Crystal Palace, club che meriterebbe un approfondimento a sé per le dinamiche pionieristiche di branding che ne hanno caratterizzato la storia. Nato come squadra aziendale degli addetti ai lavori del Crystal Palace, l’imponente padiglione di ferro e vetro progettato da Joseph Paxton ed eretto ad Hyde Park per l’esposizione universale di Londra del 1851, il Palace ha cambiato molteplici stemmi e soprannomi negli anni. Dapprima Glaziers, i vetrai, poi Eagles, le aquile, quando nel 1972 il vulcanico manager Malcolm Allison decise di cambiare stemma e colori sociali alla squadra di Londra sud, ispirato dal marketing del nascente campionato americano e dal blaugrana della divisa del Barcellona. Fresco di un bellissimo restyling, il nuovo stemma del Crystal Palace coniuga le varie identità storiche del club, ponendo un’agguerrita aquila dalle ali spiegate ripresa dallo stemma degli anni ‘80 sull’ormai scomparsa struttura del Crystal Palace.
Arsenal
Rimanendo a Londra, l’Arsenal ha, senza dubbio, uno degli stemmi più affascinanti della premier League. Il cannone che da il soprannome ai Gunners, ha radici nella tradizione e nel coat of arms, cioè nel blasone del borough di Woolwich dove il club fu fondato. Nato il giorno di Natale 1986 al Royal Oak pub su iniziativa di 15 lavoratori dell’artiglieria di Woolwich, il Royal Arsenal, poi semplicemente Arsenal, non poteva che adottare un cannone come suo stemma.
West Ham United
Se si scrive di stemmi inglesi non si può non menzionare i martelli incrociati del West Ham United, altro club il cui crest è legato alla tradizione operaia del suo quartiere. Nato dall’evoluzione della squadra aziendale dei Thames Ironworks FC – una delle carpenterie navali sulla sponda Est del Tamigi di quella Londra dickensiana polarizzata nei suoi tessuti sociali quanto lo è tutt’ora - gli Hammers o Irons hanno sempre fatto sfoggio dei martelli incrociati, simbolo di orgoglio identitario. Legati anche alla spesso glorificata ed abusata tradizione hooligan della squadra di Londra Est, i martelli sono stati con il tempo anche adottati dai tifosi come gesto di riconoscimento e tifo mediante l’incrocio delle braccia; posa in cui sono spesso stati immortalati, tra gli altri, anche Paolo Di Canio e Cass Pennant.