I migliori e peggiori look di Francesco Totti
Un viaggio tra gli outfit dell'ex Capitano giallorosso
19 Marzo 2021
Se c'è un aspetto per cui varrà la pena vedere Speravo de morì prima, la serie Sky dedicata alla vita e alla carrieradi Francesco Totti, è sicuramente il complicato rapporto tra l'ex capitano della Roma e il mondo della moda. Con 25 anni di carriera alle spalle, Totti ha attraversato alcuni dei momenti più turbolenti del fashion system, dai look anni '90 alla Johnny Depp fino ai caotici anni 2000 fatti di maglie attillate e capelli unti. Da sempre schivo, esistono poche immagini che possano aiutarci a delineare le scelte stilistiche del primo Totti, quello che va dai primi anni di giovanili fino al celebre esordio in Serie A nel 1993. Nelle poche foto a disposizione vediamo il futuro numero 10 giallorosso con una capigliatura da riga al centro a metà tra un membro di una boyband e una star di Hollywood anni '90.
Gli anni 2000 danno il via alla fase più confusa della vita stilistica di Totti, un periodo che ha visto come momento spartiacque l'avventura dello stesso Totti e della moglie Ilary Blasi nel mondo della moda con il brand Never Without You. Fondato nel 2003, il brand è andato avanti fino al 2013 guadagnando la somma quasi simbolica di "appena" 70mila euro ma diventando una bussola stilistica del Pupone attraverso gli anni. Nei lookbook e nelle foto promozionali vediamo infatti l'evoluzione di Totti attraverso gli anni, passando dal look con capelli lunghi e t-shirt attillate fino a quello più sobrio da bravo ragazzo con maglioncini e fede nuziale al dito. Al centro, ovviamente, il look del matrimonio con Ilary Blasi ma anche una serie di outfit che ci raccontano il periodo più alto di Totti, dal post-Scudetto fino alle stagioni successive in cui gli occhiali da sole erano spesso l'accessorio immancabile, specialmente se accompagnati da una camicia o da una canottiera bianca. Impossibile non notare la foto in cui, in compagnia di Massimo Giletti, Totti sfoggia un insospettabile maglione Stone Island.
L'avvicinamento ai mondiali di Germania e gli anni successivi danno progressivamente vita al Totti più maturo. Si accorciano i capelli, ma soprattutto cambiano gli outfit: via i colori audaci e i fit esagerati degli anni passati, il Capitano passa a uno stile più ricercato che non rinuncia alle ispirazioni più giovanili. Nonostante l'età ormai non più da ragazzino, Totti non rinuncia all'uniforme jeans e sneaker, abbinandola spesso con t-shirt stampate sempre al limite del buon gusto e fit fin troppo oversize. Tra i tanti aspetti da sottolineare di questo periodo c'è una quasi costante assenza di loghi negli outfit di Totti, che nonostante ami sfoggiare outfit audaci e spesso appariscenti riesce sempre a tenere uno stile minimale e pulito, in cui anche le sneaker scompaiono sotto un jeans strappato un po' troppo lungo abbinato magari con una giacca di pelle in stile Matrix.
Il salto finale arriva però negli ultimi anni, quando un po' grazie al ruolo di padre ormai consolidato e un po' grazie al probabile arrivo di uno stylist, l'ormai ex Capitano della Roma sembra essere riuscito a trovare la quadratura del cerchio, ma soprattutto del suo armadio. Non sappiamo se c'entri l'intervento di una collega di Marie Kondō, ma l'armadio di Totti e i suoi outfit hanno raggiunto un equilibrio tra passato e presente. I fit sono quelli giusti, con l'aggiunta di elementi come le hoodie, ormai onnipresenti nell'armadio di Francesco, che vede anche l'amore mai dichiarato con il brand romano ICYDKWIA. Quelli del "codice fiscale" sulla hoodie insomma. Con il suo nuovo ruolo societario nella Roma prima e con quello da agente dopo, Totti ha dovuto mettere in soffitta gli outfit esagerati degli anni passati, passando dalle canotte bianche ai completi eleganti, dai lookbook di NWY alla cover di Vanity Fair.
L'ex capitano della Roma, così come tanti altri colleghi della sua generazione, hanno attraversato gli anni di brand come Guru e Sweet Years, del connubbio calciatore-velina e dell'ostentazione tamarra dei Vieri e dei Coco. È impossibile perdonare certe cose, ma l'unica attenuante che possiamo concedere a Totti, così come a Del Piero e all'intero gruppo di Germania 2006, è il talento. Quello capace di incantare in campo, di far emozionare sugli spalti ma anche incapace di abbinare un pantalone e una t-shirt senza sembrare un coatto qualsiasi in discoteca il sabato sera.