David Alaba vuole lavorare nella moda
Lo ha detto in un'intervista a Matches Fashion, parlando anche dei suoi brand preferiti
08 Aprile 2021
Quasi un esatto anno fa, David Alaba aveva rilasciato un'intervista a Hypebeast in cui spiegava il suo rapporto con la moda. Adesso, il difensore austriaco del Bayern Monaco è tornato a spiegare la sua visione sul mondo dell'estetica in un'intervista a Felicia Pennant su Matches Fashion. Come ha spiegato la giornalista fin dalle prime battute, a scegliere i capi per lo shooting che accompagna il servizio è stato lo stesso calciatore.
Alaba, infatti, non è soltanto un collezionista o un appassionato. É anzi uno studioso dei fenomeni della moda, interessato non solo alla cura e alla ricerca di un proprio stile, ma anche ai messaggi e alle campagne dei brand; cerca di capirne i meccanismi, ne dialoga con i compagni di spogliatoio e, come confessato da lui stesso, ha frequentato di persona gli show delle Fashion Week, anche di Milano.
"Se indossi capi che non vedi tutti i giorni con un po 'di sicurezza, automaticamente, acquisiscono un aspetto migliore. A volte indosso collane, ma non le mostro molto su Instagram. Non mi piacciono gli anelli su me stesso. I miei compagni di squadra Serge Gnabry e Leroy Sané sono grandi appassionati di anelli.
Alaba ha ricordato quali sono i suoi marchi di moda preferiti - Second/Layer, Maison Margiela, Loewe, and Bottega Veneta - e spiegato che anche all'interno dello spogliatoio del Bayern Monaco la moda è un argomento trattato. Soprattutto, da Boateng, Gnabry, Chupo-Moting, i compagni di squadra con cui parla di più di moda e con cui va a fare shopping (quando si poteva). Tra l'altro, Alaba è proprietario di un brand personale, DA27, un'attività che testimonia il suo interesse per la moda, e che presagisce già quello che vorrà fare nei prossimi anni. "In futuro, mi vedo a lavorare nella moda". Parole sue.
Dall'intervista emerge molto anche il lato poliedrico di Alaba, che come altri colleghi - Rashford, Bellerin - sfrutta la sua popolarità per veicolare messaggi importanti e ha tanti interessi oltre il calcio. La moda, certamente, ma anche le questioni sociali, e più di tutte, quella del razzismo.
"Non è facile essere politici, ma il razzismo è più grande del calcio ed è molto importante essere forti. Ero in quella posizione quando ero giovane e non è facile. Le persone devono alzarsi perché siamo un mondo e una famiglia. Inizia con l'istruzione."