Il Barça rinuncia ad H&M come sponsor per motivi politici
I precedenti sono tanti e Houston Rockets e Ozil lo sanno bene
23 Luglio 2021
Il Barcellona ha interrotto, almeno per il momento, una trattativa con H&M per non entrare in conflitto con la Cina. Riavvolgendo il nastro, circa un anno fa H&M aveva sollevato dei dubbi sul rispetto dei diritti civili nei confronti della minoranza uigura, un'etnia turcofona di religione islamica che vive nel nord-ovest della Cina. Le accuse e la decisione del marchio svedese di non acquistare più il cotone proveniente dallo Xinjiang hanno creato forti tensioni tra H&M e il governo cinese che non è rimasto inerme. La Cina ha risposto oscurando tutti gli e-commerce del marchio svedese e facendo scomparire i 500 negozi fisici dai principali geolocalizzatori.
Adesso che la questione è ritornata attuale, il Barça ha sospeso temporaneamente tutte le contrattazioni per evitare conflitti anche con alcuni dei suoi sponsor come Oppo e la compagnia di assicurazioni Taiping Life Insurance, di proprietà proprio del governo cinese. Una decisione dettata da motivi di natura politica ed economica, i bilanci sono in rosso da tempo e nonostante il rifinanziamento del debito avvenuto a fine stagione il club è alla ricerca di soci. Come riportato dal quotidiano ara, H&M avrebbe pagato circa tre milioni all'anno la sponsorship con il club catalano, una cifra giudicata bassa considerati i problemi che ne potrebbero scaturire. Per questo motivo il Barcellona non può permettersi ritorsioni in un mercato importante come quello asiatico, visto anche ciò che è successo a Mesut Özil, colpevole di aver condannato pubblicamente la Cina per il trattamento della minoranza ugiura. Il governo cinese non prese benissimo quelle dichiarazioni cancellando dalla tv di Stato, Arsenal - Liverpool, in programma pochi giorni dopo.
L'ingerenza del governo cinese non è di certo una novità e l’NBA lo sa bene, anzi benissimo. Nel 2019 Daryl Morey, l’allora general manager degli Houston Rockets, ha condiviso un tweet in cui esprimeva tutto il suo supporto ai manifestanti di Honk Kong, scatenando l’ira del governo cinese. La risposta non si è fatta attendere, per circa un anno l’emittente statale cinese ha sospeso la messa in onda di quasi tutte le partite a tempo indeterminato. Boicottaggio durato quasi un anno, l’NBA è tornata in onda solo dal 7 marzo 2020 in occasione dell’All Star Game. Secondo SportsEconomy tutto questo ha generato una perdita per la lega di 400 milioni. E considerata anche la joint venture milionaria tra Cina e Liga stipulata proprio a fine stagione, il club ha fatto bene a fermare tutte le trattative per non incappare in un’altra bega come quella capitata tra Konami e Griezmann che ha coinvolto anche il Barcellona seppur in maniera indiretta.