Lo scontro tra Venezia e Lega Serie A su maglia e logo
Continuano i problemi tra regolamenti e e design delle maglie
01 Ottobre 2021
Con un comunicato pubblicato sabato 25 settembre il Venezia ha comunicato che giocherà per il resto della stagione senza il logo del leone d'oro sulla propria maglia:
La soluzione individuata è stata sfortunatamente considerata dalla Lega non in linea con il regolamento sovracitato e pertanto il nostro Club rimuoverà nuovamente il crest del club dalle maglie gara, al fine di evitare potenziali violazioni del regolamento della Lega.
comunicato
Con questo comunicato il club veneto ha temporaneamente messo fine alla querelle con la Lega di Serie A sulla contestata doppia esposizione della scritta "Venezia" sul petto e del logo che viola l'articolo 5, comma 1 del regolamento nazionale e che è costata al Venezia varie multe. La questione relativa all'equivoco del doppio logo si inserisce in un più ampio filone di problemi tra i regolamenti di Lega e UEFA e il design delle maglie: è successo in Champions League a Inter, Barcellona e Ajax, e mostra quanto le regole estetiche stanno diventato un limite alla creatività delle maglie da calcio.
La Lega non ha ritenuto conforme nemmeno la modifica del pattern in cui figurava la scritta "Venezia 1600", con cui il Venezia è sceso in campo mercoledì 22 settembre a San Siro. Una situazione che sottolinea l'urgenza di cambiare normative pensate anni fa che rovinano l'estetica di una maglia e al tempo stesso non valorizzano il lungo lavoro svolto dai designer durante la stagione. Il punto centrale della questione è che la Lega continua ad interpretare la scritta "Venezia" sul petto di ogni maglia come un emblema della società. Mentre come ribadito più volte è un riferimento alla città, come dimostra ulteriormente la modifica apportata a San Siro dove è stato inserito il logo di Venezia 1600, il marchio ufficiale della celebrazione del 1600° anniversario della città di quest'anno.
Una scelta che continua a far discutere e che apre un dibattito visto quanto è accaduto ad Ajax, Inter e Barcellona in questi giorni in Champions League. Anche la UEFA ha obbligato questi tre club a cambiare alcuni elementi della maglia, per l'Inter il biscione mentre per l'Ajax i tre uccellini. Più complessa la questione che riguarda il Barcellona che per incorrere in sanzioni ha utilizzato un kit del 2019, non potendo utilizzare il kit away con i loghi iridescenti perché vietati. Alla luce di questi ultimi eventi alcune di queste regole sia a livello nazionale che europeo dovrebbero essere riviste o semplicemente svecchiate, dato che ad essere bannate o modificate sono alcune delle maglie più innovative di questa stagione, come quella del Venezia. Ma non è la prima volta, a livello nazionale l'anno precedente la Lega aveva bannato la quarta maglia dell'Inter che non rispettava diversi punti dell'articolo 2. Salvo poi dopo una modifica cambiare idea, permettendo all'Inter di scendere in campo con lo special kit.
Per il Venezia non è andata esattamente cosi, per la Lega il pattern che celebre i 1600 anni dalla fondazione della città è inteso come una ripetizione del logo e quindi una doppia esposizione. Proprio ieri qui, sottolineavamo l'esistenza di un regolamento rigido e un po’ impolverato che non collima con le nuovi direzioni artistiche e creative a cui una maglia è sottoposta specialmente dalle ultime stagioni. Non tutto è da rifare chiaramente, ma nel caso del Venezia è difficile comprendere quale sia la vera infrazione dato che se vogliamo vederla anche dal punto di vista televisivo, la maglia non pregiudica l'identificazione dei giocatori da parte dei telespettatori.