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Dopo anni di robot ballerini, la Serie A ha finalmente una sigla interessante

Grazie alla mano di Carmine Di Giandomenico disegnatore di Batman, Spiderman e Dylan Dog

Dopo anni di robot ballerini, la Serie A ha finalmente una sigla interessante Grazie alla mano di Carmine Di Giandomenico disegnatore di Batman, Spiderman e Dylan Dog

Grazie a venti avatar, uno per ciascuna squadra, e a 760 nuove animazioni previste per tutta la durata del Campionato, la "Serie A" si fonderà con il mondo dei fumetti realizzati da Carmine Di Giandomenico. Un ritorno agli anni 80/90 quando le mascotte presenti nei vecchi album Panini erano utilizzate per rappresentare le squadre della massima serie italiana. Da Batman a Spiderman passando per Superman e Dylan DogCarmine Di Giandomenico dopo aver realizzato molti dei fumetti più celebri, adesso è chiamato a rieditare quelle classiche mascotte in chiave moderna. Ma le ispirazioni non si fermano qui, gli avatar del fumettista italiano riportano alla mente un altro iconico cartone animato che ha sicuramente segnato una generazione, parliamo di Holly e Benji. Le animazioni realizzate da fumettista italiano riportano alla mente il manga ideato da Yōichi Takahashi, i personaggi infatti che si intravedono alla fine della clip sono molto simili ai campioni giapponesi. 

Le animazioni però non saranno sempre le stesse e cambieranno anche le tecniche di disegno, passando da quella tradizionale ad una più innovativa come la computer-generated imagery in 3D. Eppure negli ultimi anni in particolare gli spot offerti da Tim per presentare il campionato non hanno certamente brillato per fantasia e creatività ma soprattutto erano anni luce lontani dal mondo del calcio. 

I format hanno subito varie trasformazioni, cambiando sempre il loro focus. Nei primi anni 2000 la scena era totalmente dominata dai telefonini prima e ai rivoluzionari videofonini poi. Con i secondi arriverà la vera rivoluzione dal punto di vista televisivo oltre che tecnologico, impossibili da dimenticare quelli che vanno dal 2004 al 2008, dove si susseguivano giornata per giornata i gol e le giocate più belle accompagnate dalla hit del momento. Non erano solo pubblicità, gli spot facevano ormai parte della partita stessa. Un video di durata brevissima ma da vedere e rivedere, come uno dei tanti gol di Quagliarella da 30 metri accompagnato da "All together now", frame impossibile da rimuovere dalle nostre teste. 

Ma dopo pochi anni questo format ha chiuso i battenti lasciando spazio a Belen Rodriguez che in un campo virtuale disegnava traiettorie impossibili anche per uno come Andrea Pirlo. Dal 2011 invece è il cinepattone a contagiare le idee degli sceneggiatori che decidono di rivivere eventi storici ma in chiave calcistica. Una parentesi non così affascinante, per fortuna arenata dopo un solo anno per far spazio ai tifosi, da quelli più piccini nel 2012 fino a passare poi agli adulti nel 2014. In mezzo ci sono stati i progetti sociali dell'azienda telefonica che si è impegnata a dar nuova vita a dei campetti abbandonati nelle periferie d'Italia.

Dal 2016 si tocca un punto di non ritorno, con i famosi robot (presenti fino alla scorsa stagione) che ballano e si divertono in un campo da calcio. Una visione non particolarmente bella, quei robot sembravano avere uno sguardo tutt'altro che rilassato, non esaltando per niente la bellezza di questo sport. Da quest'anno niente gol negli spot, in compenso la Serie A si avvicina al mondo degli anime, allontanandosi (fortunatamente), aggiungiamo noi, da cose come "balla con TIM", senza nulla togliere al ballo, sia chiaro. Venti avatar diversi nati dal passato, che proveranno a rendere il campionato più appetibile anche attraverso i suoi spot.