L'idea di calcio del Venezia FC
Quattro chiacchiere con i vertici del Venezia FC e su come la loro visione può cambiare la Serie A
08 Febbraio 2022
Non sono solo le quattro bellissime maglie prodotte da Kappa, la curiosità che ogni anno orbita attorno ad una neopromossa, l'unicità della città, del suo stadio o dei suoi tifosi a rendere speciale una squadra come il Venezia, ma sono anche i tanti progetti intrapresi collaterali al mondo del calcio. Non c'è da stupirsi, è parte del loro DNA, è qualcosa arrivato spontaneamente come ci ha raccontato Ted Philipakos, Chief Marketing Officer del Venezia. In un mondo rigido e confinato nelle sue complesse e tradizionali logiche, dove spesso si pensa che calcio e arte non possano convivere insieme, i lagunari hanno trovato un angolo per sperimentare lasciando spazio a giovani creativi, come il protagonista del progetto "VFC AiR" Eric Scaggiante che durante tutta la stagione stazionerà dentro e fuori i cancelli del Penzo, raccontando attraverso la sua lente la città e la passione dei tifosi. Quella di Eric è anche una scelta simbolica ci dice Ted, una scelta che comunica che qualsiasi ragazzo potrebbe trovare il suo posto nella sua città.
Un progetto destinato a fondere insieme calcio e fotografia, una forma d'arte che è più convenzionale all'ambiente calcio, ma che in seguito - aggiunge Ted Philipakos - si allargherà ulteriormente, rimanendo sempre coerente con l'idea del Venezia FC di sperimentare ed espandere l'idea di espressione artistica intorno al calcio e alla sua cultura. "I primi due progetti di residenza che avevamo previsto avevano radici nella documentazione, e la fotografia era il mezzo giusto. È una proposta eccitante quella di muoversi alla fine in forme d'arte che non sono affatto convenzionali nell'ambiente del calcio, e che è già oggetto di studio."
Nonostante le difficoltà iniziali, il Venezia si sta confermando come una delle più piacevoli sorprese del campionato e lo ha dimostrato anche durante la sessione invernale del calciomercato, firmando giovani calciatori con l'obiettivo dichiarato di mantenere il proprio posto in Serie A e di affermarsi come una squadra competitiva per i prossimi anni. E il sostegno e gli apprezzamenti ricevuti da ogni parte del mondo sono la prova di quanto i lagunari riescano a muoversi bene non solo in campo, ma soprattutto fuori. Merito anche del fatto che il Venezia è riuscito ad attrarre un pubblico diverso rispetto al tipico tifoso di calcio, e dimostrato che non è necessario essere allo stadio ogni fine settimana per sentirsi legati a una squadra, come ci ha spiegato Sonya Kondratenko, media director del club veneto. Il risultato è stato una comunità più varia e inclusiva. "Abbiamo accolto nel nostro mondo persone che forse prima sentivano di non avere un posto nel calcio."
A fare il resto e completare l'opera ci ha pensato l'estetica e la forte identità del Venezia FC che traspare ovunque. È infatti impossibile girare a piedi per Venezia e non notare la stretta correlazione che c'è tra la squadra e la città. Dalla maglia home decorata dalle stelle dorate della Basilica di San Marco disposte a "V" fino a quella away realizzata con un color crema anziché il classico bianco per riprendere la tonalità delle facciate degli antichi palazzi veneziani.
Un'identità che anche Eric Scaggiante ci ha confermato di voler far trasparire nelle sue foto, pur non essendo lui un appassionato di calcio. "Non si tratta di raccontare la mia storia, ma di osservare e catturare le storie dei tifosi, e delle persone che vanno allo stadio; quindi meno so del loro mondo, più sarò attento nell'osservarlo, e più il risultato sarà reale." Un'identità che sarà catturata sapientemente dalla sua lente attraverso piccoli particolari, come le mani, dettaglio visto e attenzionato nei suoi primi scatti per i lagunari. "Le mani sono qualcosa a cui presto particolare attenzione, identificano le persone, identificano le azioni che le persone stanno compiendo, ed il messaggio che le persone stanno comunicando."
Dopo essere andati in uno degli stadi più antichi d’Italia e che, come tutta la città, è nato e vive in stretto rapporto con l’acqua, aver avuto modo di toccare con mano la solida realtà veneta attraverso l'entusiasmo dei tifosi, i piccoli particolari sempre ben curati e il libro fotografico curato da Ethan White ci si rende conto come il Venezia sia un club diverso dalle restanti 19 squadre di Serie A. No, non è una frase fatta, d'altronde la diversità di cui parliamo la si può notare anche da casa scrollando il feed instagram del Venezia, lontano da pose, trend, post e reels virali. Un'idea di calcio totalmente opposta a quella delle altre squadre, e che fino ad adesso secondo Ted Philipakos "è rimasta fin troppo distante e chiusa per molti segmenti della società, che rimane in gran parte fissata su un profilo tradizionale di tifoso e una forma tradizionale di sostegno. In generale, penso che sia necessario un cambio di paradigma attraverso il campionato."
Un'idea di calcio quella dei lagunari - come ci ha spiegato la media director Sonya Kondratenko -nata dall'esigenza del club di restituire qualcosa alla città che lo sostiene, come è possibile vedere dai vari post dove viene documentata la vita sulle isole, fino alle partnership con We Are Here Venice e Save Venice per la terza e quarta maglia della stagione. Una mentalità e un modo di fare forse atipico per un club ma l'ennesima dimostrazione di come a Venezia ci sia una nuova idea di calcio totalmente distante da tutto ciò che fino adesso siamo stati abituati a vedere.