Nike preferisce una squadra finta di Premier League ad una vera di Serie A
Mentre Ted Lasso avrà la sua maglia firmata dallo swoosh, sono sempre meno i club sponsorizzati
09 Marzo 2022
Ieri, attraverso i loro attivissimi profili social, Nike e Apple+ hanno rivelato come la maglia della prossima stagione, sia televisiva che sportiva, dell'AFC Richmond sarà realizzata dal gigante statunitense. Ora, se non avete sentito mai parlare dell'AFC Richmond non temete, la vostra enciclopedica conoscenza del calcio inglese non è in dubbio. Si tratta infatti della squadra di finzione protagonista della Serie Tv di Apple+ Ted Lasso, che racconta le vicende di un allenatore di football americano chiamato ad allenare un club di calcio inglese sull'orlo del precipizio. Il successo della serie, interpretata da Jason Sudeikis, ha creato un certo culto attorno all'AFC Richmond ed i suoi giocatori, dal burbero capitano Roy Kent all'attaccante messicano Dani Rojas per concludere con il beniamino locale Sam Obisanya.
Tale impatto sulla cultura pop, non banale visto che non sono molti i prodotti audiovisivi sul mondo del calcio davvero riusciti, ha spinto Nike a realizzare le maglie per la squadra riprendendo il template utilizzato dal Barcellona durante la stagione 2008-09. Una mossa interessante sia perché Nike non aveva mai realizzato kit da calcio destinati ad una produzione televisiva - ha però realizzato poco tempo fa le divise per Space Jam 2 - sia per come evidenzia il cambiamento della linea dell'azienda statunitense verso le proprie sponsorizzazioni.
Il caso ha infatti voluto che proprio in contemporanea uscisse un'altra notizia che era nell'aria ed aspettava solo la conferma ufficiale, ovvero che Nike non avrebbe rinnovato il contratto con la Serie A, chiudendolo dopo quindici anni. Una defezione che lascia solamente l'Inter a portare il baffo più celebre al mondo sulla propria maglia in Italia. La ritirata di Nike dalla nostra massima serie è desolante, e dimostra quanto poco appeal abbia saputo creare negli ultimi anni verso il brand sportivo più importante del pianeta convincendola mano a mano a disinvestire sul nostro territorio.
Allo stesso tempo Nike nell'ultimo periodo ha fortemente ridefinito la propria strategia comunicativa, usando il proprio potere per permettersi di non farsi trascinare nel mercato dei testimonial e optare invece per campagne più trasversali su multipiattaforma per arrivare a diverse fasce di target. Abbandonando la schiavitù della celebrity culture per abbracciare una narrazione più organica, Nike ha di fatto allentato la propria presa sulla tradizionale sponsorizzazione spingendosi lungo nuove vie in grado di allargare il proprio già esteso bacino d'utenza. Storie più che nomi.
Con questo slogan in mente, non è quindi difficile capire perché ha preferito realizzare un kit da gioco per un club di finzione rispetto ad uno reale. In primis perché la Premier League è il campionato che più di tutti ha saputo costruire nel tempo una narrativa talmente forte da creare un crescente seguito anche dall'altra parte dell'oceano. Poi perché Ted Lasso permetterà a Nike di entrare in un campo di gioco ancora inesplorato ma perfettamente in linea con l'identità comunicativa del brand. Nelle prime due stagioni infatti la Serie Tv si è distinta per l'abilità e delicatezza nel raccontare tematiche attuali come l'inclusività, la salute mentale, il razzismo e lo sportwashing, accreditandosi come una perfetta partner per portare sul petto lo swoosh. Valori che Nike ha messo da anni al centro della propria narrazione e che per molti versi appartengono più ad un prodotto televisivo piuttosto che ad un club calcistico.