L' Arsenal continuerà ad usare il vecchio stemma anche nella prossima stagione
Il cannone verrà conservato sulla seconda maglia dei Gunners, seguendo uno dei trend più forti degli ultimi anni
15 Aprile 2022
Non si ferma la moda dei loghi vintage, che è diventato uno dei maggiori trend dell'estetica calcistica contemporanea pescando nel profondo bacino della nostalgia. Lo conferma la scelta dell'Arsenal, che dopo essersi ripresa lo scettro di squadra più cool d’Inghilterra con l’aiuto di adidas, nella prossima stagione userà nuovamente il vecchio crest con il cannone di Woolwich senza scudetto, come successo dagli anni 60 alla fine degli anni 80, sul secondo kit. Un logo storico che nel tempo si è sedimentato nel cuore dei tifosi londinesi, e che farebbe contenti in molti, dai fans più longevi ai collezionisti che potrebbero aggiungere un nuovo pezzo alla propria lunga fila di maglie biancorosse.
La storia dello stemma dell’Arsenal è lunga e tortuosa, che ha inizio nel lontano 1886 per attraversare una serie di cambiamenti anche e soprattutto nei cannoni, i quali da sempre definiscono l’estetica del club. Dopo aver affrontato differenti formati e stili, dal gotico al naturalistico, nel 2002 la società decise di dare una svolta definendo una volta per tutte il logo dei Gunners, pulendolo e semplificandolo per gli eventuali usi commerciali visto che non era riuscita a registrare tutti gli elementi di quello precedente. Il logo con il cannone puntato ad est e incastonato nello scudetto rosso bordato di blu e oro è stato immediatamente associato con gli Invincibili di Arsene Wenger, una delle squadre culto della storia della Premier League, e nessuno ha mai realmente pensato di cambiarlo.
Almeno finché adidas non ha sostituito PUMA come kit supplier, aprendo il baule dei ricordi del club londinese e tirando fuori il vecchio logo del cannone. Per ora solamente sulle seconde maglie, seguendo il trend che sta dominando ultimamente sulle maglie delle squadre europee, dove vengono recuperati vecchi loghi cari alle tifoserie per differenziare sempre più i vari kit di gioco, magari associandoli a eventi speciali. Ad esempio come fatto da New Balance e Roma in occasione del derby contro la Lazio, nel quale i giallorossi sono scesi in campo con la quarta maglia e lo stemma ASR, o come richiesto invano dai tifosi dell’Atletico Madrid prima della gara di ritorno dei quarti di Champions League contro il Manchester City, che avrebbero preferito vedere il vecchio logo sulla maglia.
Ma non solo loro, nelle ultime stagioni anche club come Liverpool, Ajax, Inter, Atalanta hanno realizzato maglie da gioco recuperando stemmi appartenenti ad epoche passate, nel tentativo di riconnettere con una parte della propria tradizione che poteva rimaner diluita nei vari restyling. Recentemente abbiamo scritto di come cambiare gli stemmi delle squadre rischia di cambiare irrimediabilmente anche il calcio stesso, ma allo stesso tempo questo utilizzo di vari loghi durante la stessa stagione rischia di creare confusione e di risultare solo un modo per moltiplicare le entrate del club stesso. Infatti più che celebrare la tradizione e l’heritage di una squadra, questo moltiplicare le identità visive porta ad una frammentazione dell’anima sportiva, sospesa tra la decisione di rimanere al passo con i tempi e monetizzare sulle memorie dei tifosi.