Il nostro weekend ad alta velocità con AlphaTauri a Imola
Dalla scuderia passando al brand, come tecnologia, design e ricerca riescono ad intersecarsi fuori e dentro il circuito
27 Aprile 2022
Se pensate che 2.7 secondi siano pochi, chiedete a qualsiasi pilota quanto qualche decimo in più o meno possa fare la differenza. Questo weekend sono andato in giro per l'Emilia ospite di AlphaTauri ed ho avuto prova di vedere quanto ogni dettaglio faccia la differenza, sia fuori che dentro la pista. AlphaTauri è infatti il brand d'abbigliamento di proprietà di Red Bull, che fonde sapientemente eleganza, design e semplicità in capi pensati per essere indossati ogni giorno, e dal 2019 ha sostituito la vecchia Toro Rosso seguendo la filosofia vincente del mondo Red Bull. Alphatauri infatti è un po’ il Salisburgo della F1, per parafrasarla in termini calcistici, è una scuderia dalle grandi ambizioni che scova e fa crescere i migliori talenti, dando loro la possibilità di confrontarsi in un mondo velocissimo, di cui anche noi abbiamo fatto parte seppur per sole 48 ore.
Animato dallo spirito di innovazione di Red Bull e concentrato sugli obiettivi, AlphaTauri oltre a gareggiare nei circuiti di tutto il mondo, da anni traccia una nuova strada nel mondo della moda, all’insegna del mantra dell'azienda austriaca, quello dell’esaltazione di mente e corpo. Nei due giorni passati insieme, vedendo la loro casa a Faenza ho compreso quanto il loro progetto sia incentrato sulla incessante ricerca di nuove tecnologie, sia nel campo delle quattro ruote quanto in quello della moda, dove un team di ingegneri ed esperti lavori senza mai fermarsi.
Il segreto è nel nome, ispirato alla stella Alpha Tauri, la stella più luminosa, radiosa e ricca di energia nella costellazione del Toro. Un chiaro riferimento all’energia che ispira il marchio e la sua posizione sull’occhio del Toro rappresenta l’attenzione che il marchio ripone sulla precisione e la perfezione, non solo in campo sportivo. “Alpha” inoltre si riferisce alle qualità che servono per essere un vero leader mentre Tauri rimanda immediatamente al Toro che caratterizza il logo dell'energy drink più celebre al mondo, anche grazie alle sue riuscite sponsorizzazioni sportive.
Il mio viaggio con la scuderia italiana inizia sabato con la visita nel quartier generale della scuderia a Faenza, un luogo quasi magico in cui ingegneri, tecnici ed esperti assemblano e costruiscono le macchine che a breve dovranno scendere in pista. L'attività non si limita a calibrare le monoposto per le curve dei Gran Premi di questa stagione, ma viene immaginata in ogni dettaglio la macchina del domani. La sensazione infatti che si ha una volta varcata la soglia dell'enorme cancello che divide le tranquille strade della provincia romagnola con la grande sede della scuderia è che si sta per entrare in un hub dove viene plasmato il futuro.
Quando infatti ho detto che AlphaTauri è un po’ il Salisburgo della F1 non è un caso, la scuderia coltiva i migliori talenti del panorama mondiale seguendoli in ogni tappa prima del salto nel circo della Formula 1. Sia Pierre Gasly che Yuki Tsunoda - gli attuali piloti - arrivano infatti dal programma giovani della Red Bull Racing e sono stati promossi dopo gli ottimi risultati ottenuti nelle categorie minori. Per motivi di privacy non potevamo scattare foto, visto che ogni dettaglio della macchina, che sia l'ala o gomma se condiviso all'esterno può causare un danno irreparabile alla scuderia, ma la grandezza di questo avveniristico spazio è difficile da comunicare con le semplici parole scritte. È qualcosa di gigantesco, futuristico, nel quale viene immaginato, realizzato e testato ogni componente della macchina che i due piloti guideranno in uno dei Gran Premi più sentiti della stagione.
Dopo la visita all'hub, la nostra giornata prosegue con una cena a base tortellini sia in brodo che al ragù di cui vi risparmio la recensione, ma diciamo che questo tipo di pasta nella zona emiliana non ha bisogno di presentazioni o aggettivi. E svegliarsi il giorno dopo è abbastanza semplice - anche per chi come me non vorrebbe mai alzarsi dal letto - l'emozione di assistere ad una gara di Formula 1 dal vivo e vedere sfrecciare quelle monoposto è troppo più forte del sonno. Alle 9:50 sono già nella hall dell'albergo, vestito di tutto punto e pronto ad assistere ad un'appuntamento storico all'autodromo di Imola, nel quale sono previste circa 130 mila persone, la metà di queste vestite di rosso per supportare la Ferrari che quest'anno ha iniziato con il piede ben premuto sull'acceleratore.
Prima di raccontarvi del nostro arrivo nell'affollatissimo circuito, vi svelo un piccolo retroscena che mi ha fatto perdere qualche anno di vita. Tornando dalla cena infatti, entro nella mia stanza e noto una busta bianca sopra il letto. Il ritmo cardiaco si alza, ero sicuro di non aver lasciato nulla fuori posto, mi dico tra me e me, e con molta cautela mi avvicino per vedere cosa contiene quel pacco che troneggia ora sul mio letto. Forse sono troppo sospettoso, lo ammetto, ma la paura passa non appena vedo il logo di Alphatauri. Dentro c'è uno delle maglie realizzate in 3D da AlphaTauri, limitando gli sprechi e con una finitura a coste elegante e al tempo stesso delicata, e accompagnata dal parka realizzato in Taurobran, il rivoluzionario tessuto impermeabile ed estremamente morbido che mi ha un po' dato la sensazione di essere avvolto in una sorta di piccola nuvola.
Appeno arrivato ad Imola nel circuito con i miei nuovi item e un metallizzato e scintillante pass fornito dalla FIA, l'emozione inizia inevitabilmente a crescere con il passare dei minuti. I sostenitori della Ferrari sono ovunque e Imola è una grande distesa rossa con sprazzi di blu, verde e arancione, i colori delle altre principali scuderie. Dopo esserci districati tra la folla, superando tutti gli altri settori arriviamo finalmente al nostro. Eccoci, mi dico tra me e me, siamo arrivati al piatto forte, altro che tortellini. Entriamo nel paddock e ovviamente la confusione regna sovrana, tra tifosi, merchandising, angoli food, ballerini e cantanti, l'atmosfera che si respira è unica e non potrebbe essere altrimenti.
Nei momenti che precedono la gara AlphaTauri mi darà la possibilità di scendere giù nei box per respirare l'atmosfera pre gara e osservare da vicino tutta l'ansia dei piloti concentrati nel loro religioso silenzio in attesa del warm up. I meccanici intanto sistemano le ruote, testano la loro velocità nei pit stop e tutti i dettagli e le minuzie che fanno la differenza quando si corre a 300 chilometri all'ora. Prima dell'inizio gara alzo lo sguardo al cielo e vedo - probabilmente - una delle cose più belle di queste 48 ore, le frecce tricolore sono lì pronte con le loro bande di fumo rosse, bianche e verdi a sfrecciare esattamente dietro le monoposto accompagnate dallo stupore del pubblico estero, non abituato a certi spettacoli.
Vivere la gara di Imola in prima persona nel paddock centrale, attorniato ovviamente dai tifosi della Red Bull, da dove ho visto la perfetta partenza di quasi tutte le monoposto è un'esperienza completamente diversa di quella davanti alla televisione. Si respira tutta la tensione, l'eccitazione e la paura che tutto possa succedere ad ogni frenata, ad ogni cordolo saltato. Poi circa a metà gara mi è stata data anche la possibilità assistere proprio dietro meccanici della scuderia e di vederli scattare per prepararsi al pit stop appena arriva il segnale su uno dei tanti televisori sui quali si seguono gare, posizioni e tempi.
Mi ha particolarmente colpito il modo in cui uno dei meccanici si è dovuto giustificare per un lievissimo ed impercettibile pit stop durato meno di 3 secondi, altra prova di come ogni singolo movimento e dettaglio possa fare la differenza in questo sport. Non posso dire che la mia presenza abbia portato fortuna ad AlphaTauri, ma la scuderia ha registrato due ottimi piazzamenti, con Tsunoda che chiudendo al settimo posto ha portato anche dei preziosi punti nella classifica costruttori. La gara la vincerà invece l'altra scuderia di casa, Red Bull, piazzando entrambi i suoi piloti sul podio. Max Verstappen e Sergio Perez hanno fatto mangiare la polvere a tutti gli altri piloti in gara, Ferrari compresa, che non è stata all'altezza delle aspettative dei tanti tifosi vestiti in rosso che popolavano il circuito intitolato proprio al fondatore del cavallino.
Sono state 48 ore davvero velocissime, vissute al massimo al fianco AlphaTauri, dove abbiamo potuto constatare come la tecnologia, il design e la ricerca possano intersecarsi e convivere fuori e dentro il circuito. 48 ore dove abbiamo capito che la tensione verso l’avanguardia, unita ad ambiziose linee di abbigliamento, è ciò per cui AlphaTauri si distingue e ciò che poi cerca di portare anche in pista, in attesa della definitiva consacrazione sportiva che sono sicuro arriverà presto.