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I brand lifestyle diventeranno sponsor tecnici?

Le indiscrezioni sul prossimo kit supplier del Manchester United aprono un futuro forse non così lontano

I brand lifestyle diventeranno sponsor tecnici?  Le indiscrezioni sul prossimo kit supplier del Manchester United aprono un futuro forse non così lontano

Siamo ormai abituati ad immaginare le maglie da calcio per le squadre professionistiche realizzate dai più avveniristici e specialistici brand al mondo, che nei decenni hanno affinato il proprio know-how per disegnare e stampare le jersey di gioco più sofisticate e performanti possibile. Aziende multinazionali come Nike, adidas, PUMA e New Balance che si contendono quote di mercato attraverso contratti sempre più onerosi e merch ogni volta più estremo e ricercato. Ma cosa succederebbe se questo mercato fosse non solamente appannaggio di questi brand di sportswear ma fosse aperto anche a designer lontani dal mondo del calcio? Le ultime indiscrezioni infatti propongono uno sponsor non calcistico per il Manchester United nella prossima stagione ed i nomi che circolano sono quelli di Uniqlo e Tommy Hilfiger. Tutti brand che nella loro storia, per quanto suggestionati dal mondo dello sport, non hanno mai davvero affrontato una fornitura di kit per una squadra di calcio professionistica. 

Uniqlo ovviamente ha firmato un contratto decennale con Roger Federer per 300 milioni di dollari sostituendo Nike, precedente sponsor tecnico del fuoriclasse elvetico, e troverebbe nel calcio un veicolo straordinario per rafforzare il proprio brand nel mercato europeo. Non sarebbe la prima volta che il marchio giapponese tenta di conquistare la sponsorizzazione della maglia dei Red Devils, un tentativo simile era già accaduto nel 2014 quando lo United aveva appena concluso la lunghissima relazione con Nike. All’epoca Uniqlo venne battuta sul filo di lana da adidas, con cui il Manchester United firmò un contratto di dieci anni fino al 2025, ma un ritorno di fiamma non è da escludere. Similmente anche Tommy Hilfiger sarebbe interessato ad acquisire uno dei brand sportivi più riconoscibili del Vecchio Continente. Nonostante i suoi non eccellenti risultati sportivi infatti il Manchester United è rimasto uno dei club con il maggior potere commerciale e reputazionale tra i suoi competitor, come ha confermato la recente Football Money League stilata da Deloitte. 

Tommy Hilfiger non ha alcuna esperienza come supplier per squadre o singoli atleti, a differenza di Uniqlo che oltre ai fenomeni del tennis Federer e Djokovic ha recentemente realizzato le divise dei Giochi Olimpici per la nazionale svedese. Certo il Manchester United è una sfida su una scala molto differente, ma non sarebbe la prima volta che un brand non sportivo entra in questo mondo. Il caso più recente è quello del Napoli, che ha scelto EA7 come fornitore delle maglie per la stagione corrente e con il quale ha concordato un piano commerciale piuttosto inusuale con ben 15 maglie rilasciate. Eventualmente anche altri brand non sportivi potrebbero intraprendere una linea di prodotto e di comunicazione profondamente di rottura con quelle che sono ormai le consuetudini del mondo del pallone. 

È il momento giusto perché ci sia una maggiore diversità nel mercato dei kit supplier dopo anni di incontrastato dominio delle superpotenze, e se da una parte stiamo vivendo una riscoperta dei brand piccoli e local, allo stesso tempo il sempre maggior impatto della moda sul calcio potrebbe presto portare una ventata di novità nel panorama. Vedremo se i punti di contatto tra le Maison di moda e i club calcistici non rimarranno solamente limitati al fuori campo, tra collaborazioni e vestiti di sartoria per accompagnare i giocatori negli eventi ufficiali, ma se entreranno anche nel terreno di gioco come kit supplier per le più importanti squadre al mondo.