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"La tradizione al di sopra dell'innovazione" - Intervista a Bureau Borsche

Ci siamo fatti raccontare da Jean-Pierre Meier come è stato effettuato il restyling del Venezia

La tradizione al di sopra dell'innovazione - Intervista a Bureau Borsche Ci siamo fatti raccontare da Jean-Pierre Meier come è stato effettuato il restyling del Venezia

Siamo in un periodo di grandi rivoluzioni nel calcio italiano, e sempre più società hanno deciso di cambiare la propria identità visiva per rilanciare il proprio brand nel futuro senza perdere però il rapporto con la tradizione e con le tifoserie. Un lavoro di grande equilibrio, che deve tener conto di una lunga serie di fattori attraverso i quali ridefinire i loghi e le maglie delle squadre. Uno degli studi di design che negli ultimi anni ha maggiormente contribuito nel modellare il nuovo profilo estetico del calcio italiano è sicuramente Bureau Borsche. Fondato a Monaco nel 2007, si è distinto negli anni per l'interesse verso l'arte contemporanea e le nuove tecnologie arrivando a collaborare con brand di moda internazionali come Balenciaga, Givenchy, RIMOWAFarfetch e Supreme

Ma soprattutto è stata la protagonista del restyling prima dell'Inter, con il suo logo che intreccia la M di Milano con la I di Inter, e solo qualche mese fa di quello del Venezia FC, del quale ha curato anche le tre maglie recentemente svelate dal club lagunare. E proprio dell'ultimo lavoro realizzato per la squadra che è diventata l'esempio della nuova estetica calcistica ne abbiamo parlato con Jean-Pierre Meier, il designer responsabile del progetto.

Com’è nato il tuo interesse verso il calcio, è qualcosa che precede quello per il design?

Le mie prime memorie riguardo il calcio risalgono al cortile scolastico, quindi posso dire con sicurezza che il mio amore per il calcio arriva da molto più lontano rispetto a quello per il graphic design. Il calcio è sempre stata una parte della mia vita fin da quando ero bambino e lo è ancora oggi, sia che si tratta di guardare una partita con gli amici dopo l’ufficio o discutere delle prestazioni il giorno dopo a lavoro. Il calcio è davvero qualcosa che unisce le persone attraverso le emozioni e le discussioni che crea. 

Quali sono le regole principali da seguire quando si deve effettuare un rebranding dell’identità visiva di un club di calcio?

Le squadre hanno delle tifoserie e fanbase davvero enormi e un heritage profondissimo, quindi è fondamentale rispettarla. Quindi la regola più importante risiede nel creare un risultato che sia in equilibrio tra innovazione e tradizione. Il look e l’estetica evolvono dall’idea che l’esito debba rispondere alle necessità del cliente, con i quali noi cerchiamo di lavorare sempre a stesso contatto. La comunicazione è fondamentale. 


Quali erano le richieste del Venezia nel loro rebranding?

L’obiettivo principale era di creare un concept che riuscisse a parlare per il Venezia Calcio, dove il club vuole arrivare e che tipo di principi rappresenta. Volevamo realizzare qualcosa di speciale, che fosse in grado di svettare tra tutti gli altri club. Inoltre era fondamentale che la nuova identità grafica potesse lavorare su più livelli, dall’esperienza del sito web alle animazioni per i social media fino come tatuaggio. Il nostro scopo era garantire che i tifosi fossero felici e che potessero continuare a identificarsi con la squadra lagunare.

Qual è la sfida nel combinare innovazione e tradizione quando si parla di squadre di calcio?

L’innovazione non dovrebbe essere messa al di sopra della tradizione. Abbiamo dovuto testare quanto potessimo spingere in avanti i limiti, ci sono stati dei momenti nei quali abbiamo dovuto tornare sui nostri passi, cambiare alcune cose e cercare il giusto compromesso. 

Credi che il minimalismo sia una scelta inevitabile o ci sarà preso un nuovo trend da seguire?

Il nostro lavoro è guidato dal contenuto e presenta sempre un’idea alla base. Il minimalismo non è una scelta inevitabile, i trend vanno e vengono. Sia la città di Venezia che il club hanno molti elementi che si basano sulla storia e sulla tradizione che volevamo sottolineare nel nostro lavoro. Il nuovo stemma del Venezia contiene la lettera V, un libro, il leone, i colori della squadra e le strisce della bandiera della città. Abbiamo ridotto i dettagli per garantire che il prodotto finale funzionasse su vari livelli di lettura.

Qual è la differenza tra lavorare con un club di calcio rispetto a un brand di moda?

Dipende sempre dal compito che ci viene dato. Molti brand di moda posseggono un heritage e una fanbase che non è poi così diversa rispetto a quella di una squadra di calcio, quindi nel processo iniziale il lavoro può risultare molto simile. Ma lavorare con un club di calcio è sempre più appassionante e coinvolgente. 

Cambiare i loghi, nella tua opinione, ha cambiato il calcio?

Il calcio sta cambiando in generale e sarebbe molto triste se allo stesso tempo non ci fosse alcuna evoluzione visuale. Il branding sta diventando ogni giorno più importante e negli ultimi anni è evidente come alcuni loghi appartenessero a un’altra era. Il cambiamento nel mondo del calcio è inevitabile ma non sono i loghi l’unica ragione del perché avvenga.