L'incantesimo di Roger Federer
Il più grande tennista di sempre ha annunciato il suo ritiro dopo ventiquattro irripetibili anni
19 Settembre 2022
Il 2022 si candida sempre più a sliding door generazionale nel mondo del tennis. All'ascesa di giovani come Iga Swiatek, Casper Ruud, Jannik Sinner ed il nuovo – e più giovane di sempre – leader del ranking mondiale Carlos Alcaraz, ha fatto da contraltare l'addio al professionismo di Serena Williams e da ultimo, annunciato appena pochi giorni fa, anche quello di Roger Federer, che avverrà al termine della Laver Cup.
La parabola del fuoriclasse di Basilea si è snodata attraverso tre generazioni di tennis, dando forma ad un mosaico unico e ricco di frammenti inestimabili, al cui interno è possibile ancor oggi scorgere le tracce di giocatori quali Andre Agassi, Pete Sampras, Andy Roddick, Lleyton Hewitt, Novak Djokovic, Rafael Nadal, Daniil Medvedev e molti altri. Coprotagonisti ed antagonisti che hanno reso ancor più speciale la carriera di un giocatore che ha saputo adattarsi e rifinire i dettagli del proprio gioco, rendendolo vincente lungo un percorso di evoluzione tecnico-tattica durato 24 anni di tennis.
Eppure, la meraviglia di un atleta del suo calibro non può essere imbrigliata nella fredda morsa delle statistiche e dei record. Perché Roger Federer è stato qualcosa di molto più grande, un'esperienza religiosa come lo definiva un grande scrittore come David Foster Wallace. È stato colui che più di chiunque altro ha prodotto poesia in movimento, viva e pulsante nella luce e nella melodia di ogni suo colpo, nella ricerca costante di quella perfezione del gesto, funzionale, tecnica ed estetica, attraverso cui è riuscito a trascendere i confini dello sportivo per tramutarsi in artista. L'incarnazione di un'eleganza maestosa asservita all'efficacia più cieca e dirompente che ha travolto come un'onda tanto gli avversari, quanto l'animo dei fortunati che hanno potuto ammirarlo in quella griglia di linee bianche divise da una rete. Un tripudio di grazia e forza, reso ancora più affascinante dal suo non essere invulnerabile. In quelle rare occasioni in cui, come in un brusco risveglio, ci ha ricordato di essere fatto di carne ed ossa ed in quanto tale non impermeabile alle tensioni ed alle passioni umane, ha mostrato una fallibilità che ha reso ancora più maestose le sue rimonte, come quando è riuscito a tornare sul trono del tour a 36 anni.
Roger Federer è stato uno degli atleti più monumentali nella storia dello sport, amato e rispettato da colleghi ed appassionati riuscendo a diventare anche un'icona di stile. Game changer nel rettangolo di gioco e fuori da esso, Roger è stato testimonial perfetto per ogni brand che volesse proporre un modello di eleganza e portamento senza tempo. Da sempre sul campo impugnando una racchetta Wilson, dopo vent'anni di collaborazione con Nike, Federer ha sottoscritto infatti un contratto faraonico da 300 milioni in 10 anni con Uniqlo, sviluppando anche partnerships nei settori del lusso e del food & beverage con colossi del calibro di Rolex, Barilla e Moet & Chandon. Negli ultimi anni il fuoriclasse svizzero è diventato investitore e testimonial di On, l'azienda di sneakers che in poco tempo si è riuscita a ritagliare uno spazio di rilievo nel panorama dell'attrezzatura sportiva. Un ampio ventaglio di ricchi contratti che alle battute finali dello scorso decennio lo hanno reso, dall'alto dei suoi 74 milioni di dollari, l'atleta con le sponsorizzazioni di maggior valore del mondo.
In definitiva nelle sue diverse vesti di sportivo, di professionista, di uomo, e di fashion icon, Roger Federer – ammantato di quell'eleganza tradizionale ed immortale – ha sempre generato una magia irripetibile, che ha attratto a sé l'ammirazione di milioni di appassionati, il desiderio delle grosse multinazionali e la stima dei colleghi del mondo dello sport che oggi, a partire dal suo eterno amico e rivale Rafael Nadal, hanno condiviso un ricordo, un momento di quello che per tutti è stato l'ultima icona di un tennis che forse non tornerà mai più.