Gli strani sponsor italiani del campionato israeliano
Da Lotto a Legea, da diadora a Givova, passando per Zeus e FILA
12 Ottobre 2022
Il campionato israeliano non è certo uno di quelli che vive sotto i riflettori ma in rare occasioni come quella di ieri sera, con la vittoria a sorpresa del Maccabi Haifa in Champions League contro la Juventus, ecco che anche le serie minori acquistano nuovo interesse. E il campionato israeliano può contare su molte particolarità, tra i quali quello che spicca in assoluto, almeno al nostro occhio è la massiccia presenza di sponsor tecnici italiani che non sempre vediamo in Serie A. Nomi storici del nostro calcio, da Lotto a diadora, da Givova a Legea, hanno realizzato alcuni dei kit delle squadre presenti nel massimo campionato che si gioca in Israele.
La Israeli Premier League è stata fondata nel 1999 - a pochi anni di distanza da quella inglese - sostituendo la Liga Leumit che è diventata la seconda divisione e ha provato a imitare i grandi campionati europei. Ecco così la grande varietà di sponsor tecnici chiamati a realizzare i kit da gioco delle varie squadre, ben 11 per 16 squadre, recuperando alcuni nomi che non vediamo più spesso sui nostri campi da calcio.
Bnei Sakhnin - Givova
L’azienda di abbigliamento sportivo di Scafati è diventata oggetto di culto negli anni grazie ai riferimenti all’hip hop italiano e ad un’estetica di provincia, ed è una presenza costante delle nostre serie minori. Quest’anno ad esempio firma le divise da gioco della Reggina in Serie B e di varie squadre di Serie C, oltre a quella del Bnei Sakhnin. Dopo aver realizzato quelle della stagione 2019-20, Givova è tornata a lavorare con il club situato nella città araba di Sakhnin per delle maglie che seguono lo stesso pattern, un jaquard sfumato più evidente sulla parte bassa su base a tinta unica.
Hapoel Haifa - Diadora
Storico marchio legato al calcio italiano degli anni ‘80 e ‘90, diadora da qualche tempo non si vede più nel nostro campionato ed ha limitato le proprie forniture specialmente verso le leghe sportive est-europee e mediorientali. Non poteva mancare tra queste una squadra della Israeli Premier League, l’Hapoel Haifa, con la quale l’azienda italiana ha un accordo di lunga durata se si eccettua la breve interruzione per la stagione 2018-19. Lo stile durante gli anni è rimasto più o meno lo stesso, con strisce verticali nere e rosse a dominare il design.
Hapoel Jerusalem - Legea
Un’altra Hapoel, questa volta della capitale Gerusalemme, ha scelto un'altra azienda italiana per realizzare le proprie maglie da gioco dopo essere stata rebrandizzata nel 2020 ed essere stata promossa nella massima serie nella stagione successiva. Legea è un marchio che si occupa da anni con grande successo di abbigliamento sportivo, qui presente con una maglia anche in questo caso a strisce verticali rosse e nere.
Maccabi Bnei Reineh - Zeus
La squadra appena rifondata del Maccabi Bnei Reineh ha scelto un ulteriore brand italiano, Zeus, come proprio sponsor tecnico per la corrente stagione. L’azienda campana che fornisce i kit di gioco per Salernitana,Crotone e Frosinone, ha disegnato tre set di maglie con pattern audaci, tra il camo e il leopardato, usando i colori sociali della squadra israeliana, i giallo, il blu e il bianco.
Maccabi Tel Aviv - FILA
La storica azienda piemontese FILA è invece dal 2019 lo sponsor tecnico dal club di Tel Aviv e per questa stagione ha disegnato le due maglie scegliendo design estremamente diversi. La prima maglia è contraddistinta con strisce verticali giallo e blu, mentre la versione away è caratterizzata da un pattern striato in tono su tono sul blu e dettagli in giallo.
Hapoel Hadera/Maccabi Netanya/Sektzia Ness Ziona - Lotto
Infine Lotto, che con ben tre squadre sponsorizzate è il brand più attivo dell’Israeli Premier League, completa il folto gruppo di aziende italiane presenti. Mentre in Serie A il logo con i due campi sovrapposti è presente solo sulla maglia del Monza neopromosso, qui invece lo troviamo sui completi di Hapoel Hadera, Maccabi Netanya e Sektzia Ness Ziona. Un successo che testimonia la bontà del lavoro svolto dal marchio italiano e di quanto anche i mercati più piccoli siano vitali nell’economia di brand sportivi che non sono Nike, adidas o Puma. Un modello di business che le aziende tricolori hanno recepito in pieno se consideriamo anche la presenza imponente fuori dai confini nazionali di altri brand come Erreà, Kappa o Macron.