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Dentro una serata storica per il calcio italiano

All'Olimpico per la sfida di Champions League femminile tra AS Roma e Barcellona

Dentro una serata storica per il calcio italiano All'Olimpico per la sfida di Champions League femminile tra AS Roma e Barcellona

39454 spettatori ieri sera hanno intonato all’Olimpico “Roma, Roma, Roma” e “Grazie Roma” prima del fischio d’inizio di una partita di Champions League. In campo però non c’era la squadra giallorossa maschile ma la formazione femminile, che quest’anno sta raggiungendo risultati eccezionali sia in Italia che all’estero. Mai prima d’ora era riuscito a mobilitare un tale numero di spettatori per una partita di calcio femminile in Italia, neanche lo scorso anno per la finale della stessa competizione ospitata allo Juventus Stadium di Torino e che ha visto il Lione superare di misura proprio l’avversario delle giallorosse. La splendida e storica cornice di pubblico dell’Olimpico infatti ha sottolineato una partita di grande livello tra la formazione capitolina e il Barcelona femeni, una delle società storiche del calcio femminile europeo fondata nel 1988 in sede alla società blaugrana. 

Le vice campionesse in carica hanno dimostrato il loro valore, sia tecnico che fisico, e la maggior attitudine a giocare partite da dentro o fuori creando varie occasioni da gol, salvate da una grande Camelia Ceasar, fino alla rete di Salma, giovane ala destra della formazione blaugrana. Nel secondo tempo la Roma cambia marcia e rischia più volte di trovare il pareggio, soprattutto grazie a Giacinti e Giugliano, che è stata la prima ad indossare la maglia numero 10 all’Olimpico dopo il ritiro di Francesco Totti. Ed ha dimostrato di meritarla, con un collo di mezzo esterno dai venticinque metri che sembrava rubato proprio al Capitano giallorosso. Spinte dai cori e dagli applausi dei quasi quarantamila tifosi, le ragazze di Alessandro Spugna hanno spaventato fino all’ultimo le ben più blasonate rivali. 

La sconfitta non ha però cambiato i piani della festa giallorossa, che ha segnato un momento storico per la sua società femminile e per il tutto il calcio italiano. Ad un anno esatto dall’arrivo del professionismo del calcio femminile nel nostro paese, la Roma si sta imponendo come una delle realtà più attrezzate non solamente nel nostro campionato. Un salto di qualità che è frutto di un lungo lavoro di programmazione iniziato cinque anni fa, quando nel 2018 fu acquisita dalla presidenza di James Pallotta la società sportiva Res, già esistente sul territorio romano. Da lì iniziò una grande risalita nelle gerarchie, fino all’attuale stagione dove le giallorosse sono ancora in lotta per i tre obiettivi stagionali. Infatti dopo aver chiuso la prima fase del campionato con un vantaggio di 8 punti sulle dirette concorrenti e raggiunto la finale di Coppa Italia dopo una rocambolesca rimonta contro il Milan, la AS Roma femminile è riuscita ad arrivare ai quarti di finale della Champions League, la più importante competizione per club al mondo.

Prima della sfida contro il Barcellona abbiamo avuto la possibilità di scambiare qualche battuta con Annamaria Serturini, giovane centrocampista della squadra della capitale ed una delle prime giocatrici ad aver fatto parte del progetto Roma. “Sarà un giorno speciale per chi come me è qui da cinque anni, martedì sarà un po’ la consacrazione di un percorso. Sono arrivata che la società era già forte e affermata ma in questi anni abbiamo fatto un salto di qualità importante che ci ha portato a gareggiare con le migliori del mondo”. Un traguardo che però assomiglia molto ad una linea di partenza per le società italiane, che hanno ancora un importante gap da colmare rispetto ai club femminili europei, specialmente a quelli francesi e spagnoli. 

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“C’è ancora molta strada da fare per arrivare al livello dei club esteri e l’unico modo per farlo è ottenere risultati importanti, e solo lì la gente comincierà ad appassionarsi, a seguire le partite e poi sarà un susseguirsi di tifosi che verranno allo stadio. Noi per fortuna abbiamo un seguito molto forte che viene sempre al Tre Fontane, e che ci accompagnerà anche all’Olimpico. Speriamo di farli emozionare e appassionare al calcio femminile, sicuramente per noi avere questo palcoscenico è fondamentale per avvicinare più persone possibili” continua Serturini, che già quando era nelle giovanili si è scontrata con le giovani stelle della squadra blaugrana come Aitana Bonmatí e Patricia Guijarro. E il Barcellona con la sua cantera e le sue strutture è un ottimo riferimento per quello che anche la Roma sta cercando di ottenere. 

Nonostante la grande stagione e l’ottima programmazione, la strada per conformarsi agli standard europei è ancora molto lunga. In particolare sopperire il problema degli impianti di gioco, che storicamente affligge le squadre della capitale. La Roma femminile gioca normalmente le sue partite al Tre Fontane all’Eur, una struttura che è negli anni ha raccolto un piccolo ma fedelissimo gruppo di tifosi ma che purtroppo non non risponde agli standard UEFA e non può essere utilizzata per le partite in notturna. Per questo motivo finora la Roma ha giocato le sue partite di coppa a Latina ma per una partita così importante la società giallorossa ha deciso di ospitare le sue giocatrici nello stadio normalmente utilizzato dalle squadre maschili di Roma e Lazio. 

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Una scelta che ha pagato vista anche la politica della Roma di puntare molto su questa partita della sua squadra femminile, pubblicizzandola prima degli match della squadra maschile, garantendo agli abbonati l'ingresso gratuito e mettendo in vendita biglietti a prezzi molto popolari. Il risultato non è stato solamente il record di presenze allo stadio, ma un fortissimo eco mediatico che ha occupato scientificamente la pausa della Serie A portando il calcio femminile sulle prime pagine delle riviste sportive. E soprattutto ha confermato come il movimento italiano sia in netta crescita e meriterebbe palcoscenici più importanti di quelli ai quali spesso è relegato. Come ci ha confermato Serturini "non vogliamo perderci nessuna emozione, perché è un traguardo e una piccola soddisfazione che tutte noi ci siamo guadagnate insieme".