Le migliori maglie rosa della Juventus
E il motivo per cui venne sostituito dal bianconero
28 Aprile 2023
I colori sociali sono il tratto distintivo di ogni club, ma i colori che oggi ci permettono di riconoscere all’istante una squadra non sempre sono quelli scelti nel giorno della fondazione di quel club. Un esempio in questo senso è arrivato recentemente in LaLiga con l’Atletico Madrid che per festeggiare i 120 anni di storia della società ha reso omaggio ai fondatori indossando una rivisitazione della prima storica maglia dei Colchoneros, la quale non era bianca e rossa come la conosciamo oggi ma blu e bianco. Un caso simile riguarda la Juventus, da sempre riconosciuta in tutto il mondo per le sue iconiche strisce verticali bianconere ma che in realtà ha indossato un altro colore nei primi anni della sua esistenza. Nel 1897, anno della sua fondazione, la Juventus indossò una maglia bianca ma dall’anno successivo si passò ad una camicia rosa con cravattino o papillon accompagnato da pantaloni neri. Questi due colori vennero scelti perché erano i colori sportivi del Liceo d’Azeglio, il liceo classico di Torino in cui venne fondato il club.
Il rosa resterà il colore ufficiale della Juventus sino al 1901, quando i colori sociali del club vennero cambiati. L’estetica conta poco con questa scelta, legata per lo più a motivazione pratiche, ma lo stile fu comunque alla base di questa decisione. Le maglie rosa infatti per via dei numerosi lavaggi si sbiadivano sempre di più e per questo motivo si decise di abbandonare questa tonalità. A questo punto entra in gioco lo stile perché nei primi del ‘900 le squadre inglesi indossavano maglie con forme, materiali e colori di nuova generazione. Il destino poi volle che uno dei soci della Juventus fosse inglese, tale Tom Savage, originario di Nottingham. Quando gli venne chiesto di importare lo stile inglese decise di trasferire sulla sponda juventina di Torino le maglie a strisce verticali bianco e nere indossate del Notts County, squadra della sua città natale. Fu la svolta decisiva nella storia del club. Da quel giorno in poi la Juventus non cambiò più i suoi colori sociali diventando la prima squadra che tifosi o semplici appassionati associano alle parole bianco e nero.
Il sodalizio col Notts County è ancora così forte che nel 2011, nel giorno dell’inaugurazione dell’Allianz Stadium, la Juventus organizzò un’amichevole proprio contro il club inglese. Il rosa però non sparì completamente dalla storia della Juventus ma anzi è ricomparso ciclicamente come colore di base per seconde e terze maglie. La sua ultima riposizione è arrivata in questa stagione con adidas che ha realizzato un kit rosa e blu con pattern caleidoscopico che si sviluppa sia sul fronte che sul retro delle divise. In precedenza, c’era stata una rivedibile maglia rosa con stella nera nella stagione 2011/12 passata però alla storia perché indossata da Alessandro Del Piero nel giorno della sua ultima partita con la Juventus. Nella stagione 2020/21 Pharrell Williams reinterpretò una maglia rosa vista nel 2015/16 realizzando una grafica tutta stilizzata, come fosse disegnata a penna.
Fra tifosi e collezionisti c’è poi una maglia che ha messo tutti d’accordo, è quella realizzata da Kappa in occasione del centenario del club nel 1997: una maglia rosa a tinta unita con dettagli in nero accompagnata da pantaloncini e calzettoni neri, fedele replica della divisa indossata fra il 1897 e il 1901 e che venne utilizzata solo la sera del 3 agosto in amichevole contro il Newcastle. La storia delle maglie della Juventus ci ricorda come la tradizione di un club può essere celebrata rispettandone le sfumature, e riuscendo così a rendere un colore che per lunghi tratti era stato dimenticato un valore estetico e sociale.