Dentro la finale di Istanbul con Nike Football
48 ore di pura magia vissute accanto le leggende dell'Inter del 2010
13 Giugno 2023
Non è andata come molti degli italiani speravano ma questo non ha comunque messo in dubbio il cammino dell'Inter. La squadra di Simone Inzaghi è infatti riuscita a tenere testa alla corazzata Manchester City, che ha infine spezzato la stretta catena difensiva dei nerazzurri solo al 68esimo minuto del secondo tempo grazie ad un guizzo di Rodrigo. Un tiro di piatto calibrato e preciso che ha infranto le speranze dei nerazzurri, i quali però non si sono persi d'animo, costruendo diverse occasioni per pareggiare senza però riuscire a capitalizzarle.
Il divario tra le due squadre non è stato così ampio come da pronostico e il Manchester City ha messo da parte la sua filosofia, giocando quasi "all'italiana", aspettando l'avversario per cercare di colpire poi sfruttando la versatilità e la tecnica delle due sue ali e il cinismo di Haaland, alla fine però non pervenuto. L'Inter dal canto suo ha condotto una partita più coraggiosa, giocando a viso aperto con una delle squadre più temute nel panorama calcistico, capace di eliminare il Real Madrid in semifinale. La squadra di Inzaghi ci ha messo tutto, ha lottato, ha costruito dal basso pur essendo cosciente della pressione asfissiante di Guardiola, solamente non è riuscita a trovare la zampata giusta per colpire e affondare gli avversari.
Un finale amaro ma che deve diventare un punto di partenza. L'Inter è uscita a testa alta, come testimoniano le parole di Barella, scritte ieri in post su Instagram: "Ho sempre pensato che vincere equivalesse alla gloria, invece perdere ad un fallimento. Ma in questi anni mi avete insegnato che c’è di più. [...] C’è la sconfitta, amara, difficile da sopportare ma stimolante a modo suo per provare a fare qualcosa di ancora più grande. Per questo motivo la medaglia d’argento sarà li davanti, insieme a quelle delle vittorie e non nascosta in un angolo." Un concetto ripetuto non poco tempo fa anche da Giannis Antetokounmpo, campione NBA e stella dei Milwaukee Bucks, che dopo la cocente eliminazione ai playoff del campionato americano ha risposto così alle domande di alcuni cronisti: "non è un fallimento, ma è un passaggio necessario per provare a vincere. Perché mi fate questa domanda? Dovete capire che nello sport non esiste la logica del fallimento." Un modo completamente sbagliato di intendere la sconfitta, sottolineato anche nella nuova campagna del brand di Oregon, "Non perdi una partita, ti prepari per la prossima vittoria".
Al di là della partita però l'esperienza vissuta con Nike è andata ogni oltre ogni aspettativa, nelle 24 ore precedenti al match abbiamo avuto anche l'opportunità di cenare con alcune delle leggende dell'Inter del Triplete, in una festa a tinte nerazzurre chiusa con un discorso di Zhang che ha sottolineato le ambizioni del club. E infatti la finale giocata dentro lo stadio olimpico Atatürk deve essere motivo d'orgoglio per la squadra sponsorizzata da Nike dal 1998 che, per parafrasare una canzona scelta da Manchester City e sentita allo stadio a fine partita, l'Inter non si guarderà indietro con rabbia, per quanto possibile.