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Moneyball: il finale che nessuno di noi voleva vedere

Il fallimento di Billy Beane e la sua famosa strategia

Moneyball: il finale che nessuno di noi voleva vedere Il fallimento di Billy Beane e la sua famosa strategia

Abbiamo visto tutti Moneyball, giusto? Un approccio rivoluzionario al baseball svelato in una bellissima storia di underdog nella quale Brad Pitt e Jonah Hill interpretano Billy Beane e Peter Brand (Paul DePodesta nella vita reale). Moneyball racconta gli Oakland Athletics (noti anche come A's) del 2002 e il loro record di 20 vittorie consecutive nella MLB American League. Il film si conclude con un finale che porta il pubblico a credere che, nonostante la mancata vittoria della World Series del 2002, gli Athletics siano ancora in una buona posizione per mostrare al mondo la propria forza e che le strategie di Billy Beane abbiano ancora il potenziale di rivoluzionare il baseball una volta per tutte. Questo, però, non rappresenta davvero la verità. Moneyball potrà infatti aver avuto una sorta di lieto fine, ma la vita reale è stata molto più dura con gli Athletics. 

Il successo degli Athletics da quando è nato il concetto di Moneyball (che prende nome dall’omonimo libro del 2003 di Michael Lewis, non dal film del 2011) ha avuto i suoi alti e bassi. Tra il 1999 e il 2002 gli A's hanno vissuto anni d’oro, con la strategia Moneyball che ha raggiunse il suo apice durante la leggendaria stagione del 2002. Ma cos'è esattamente Moneyball? In parole povere, Moneyball è l'arte di aspettare che le stelle della squadra raggiungano il loro valore più alto, per poi scambiarle per giocatori sottovalutati, giovani o emergenti, nella speranza che un giorno superino l'output di coloro che sono stati venduti. Tutto questo viene fatto utilizzando la sabermetrica (statistiche avanzate del baseball che analizzano l'attività in-game), al fine di rivelare qualità difficilmente rilevabili e quasi invisibili in determinati giocatori. È la perfetta strategia per i franchise piccoli, caratterizzata da una mentalità che consente a coloro con un budget ridotto come gli Oakland Athletics di avere una chance di vittoria.

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Cos'è il Moneyball?

L'intero concetto Moneyball è stato pienamente esposto al mondo del baseball grazie all'uscita del suddetto libro nel 2003, distruggendo il progetto degli A’s. La squadra fu comunque in grado di arrivare all'American League Championship Series del 2006 (l'equivalente delle Conference Finals nella NBA o delle NFC/AFC Championship Games nella NFL), ma a ciò seguì un'assenza dai playoff di 6 anni e un periodo davvero buio per i fan di Oakland. La verità è che la fama portata da Moneyball fu una maledizione, poiché permise a tutto il mondo del baseball di scoprire il segreto degli Athletics. L’approccio degli A’s verso lo sport non era più una loro esclusiva, e vari economisti stimarono che il vantaggio della strategia Moneyball fosse stato completamente cancellato per il 2006. Mettetela così: se organizzazioni importanti come i Boston Red Sox iniziarono a pensare come piccole squadre e usare strategie di risparmio, c'era poco da fare per fermarli.

Tuttavia, gli Athletics tornarono ai playoff nel 2012, grazie ad un gran nucleo guidato dagli All-Star Yoenis Céspedes e Josh Donaldson. Ossessionata dalla vecchia strategia del risparmio, però, la società decise di scambiare queste stelle quando raggiunsero la loro valutazione più alta nel 2014, ottenendo in cambio giocatori sconosciuti e sprofondando al fondo della MLB. Poi, nel 2018, quegli stessi giocatori divennero a loro volta degli All-Star e portarono gli A’s 3 volte ai playoff dal 2018 al 2020. Ed ecco che, come oramai divenne un’abitudine, gli A’s decisero di scambiare 7 dei loro migliori giocatori (inclusi 3 All-Stars) e lasciare che il loro allenatore firmasse con i San Diego Padres nel 2021. La squadra fu letteralmente smontata, e con questo gli A’s tornarono a perdere, il che ci porta ad oggi.

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Nel 2023 possiamo guardare le prestazioni degli A’s durante il 21° secolo e capiamo quanto la squadra sia stata efficace nel ricostruire il roster più volte, indipendentemente dagli scambi effettuati. Questo a sua volta ha permesso agli Athletics di continuare a competere contro avversari più forti e ricchi, sconfiggendoli diverse volte. Un po’ come la saga di Davide contro Golia, ma nel contesto del diamante. Tutto bello e tutto romantico, ma l'ossessione degli A’s nell’operare con un budget limitato è ora diventata la loro più grande debolezza e, fondamentalmente, la loro fine: vittime della loro stessa strategia, colpevoli di aver esagerato.

Oakland Coliseum

Non si può parlare del crollo degli Athletics senza menzionare il loro stadio. Oakland Coliseum è un campo iconico per gli appassionati di baseball, ma nel corso degli anni si è degradato al punto da diventare uno dei peggiori dell'intero campionato. Una rapida ricerca su Google vi mostrerà un’infestazione di opossum, luci più volte non funzionanti, muri che si rompono durante le partite, ratti nei distributori di bevande e problemi di fognature che spesso causano l'allagamento delle panchine e la condivisione degli spogliatoi tra gli A’s e le squadre ospiti. Secondo Bleacher Report e Sports Illustrated, è senza dubbio tra i 5 peggiori stadi della MLB. La società ha fatto poco o nulla per risolvere questo problema e gli incontri con l’amministrazione della città di Oakland per un nuovo stadio non hanno portato ad un nulla di fatto data la riluttanza degli Athletics a spendere soldi.

Il denaro si è rivelato un problema anche per il roster stesso della squadra, dato che gli Athletics hanno di gran lunga gli stipendi più bassi della MLB, circa $7 milioni in meno rispetto ai Pittsburgh Pirates penultimi in questa classifica. Ciò diventa particolarmente scioccante quando si scopre che nel 2022, il giocatore più pagato degli A’s - Chad Pinder - aveva uno stipendio annuo di $2.7 milioni, mentre la media del campionato era di $4.4 milioni, anche se oggi il giocatore più pagato degli Athletics percepisce cifre che si aggirano intorno ai $7 milioni. Ciononostante, la mancanza di investimento è uno dei motivi principali per il quale gli Oakland A’s di questa stagione sono tra i migliori candidati al titolo di "peggior squadra MLB del 21esimo secolo" con la quarta peggiore percentuale di vittoria degli ultimi 50 anni. La strategia del risparmio non ha mai nuociuto così tanto, e ora anche i fan lo stanno riconoscendo. Tra il degrado dello stadio e i pochi soldi spesi per acquisire una squadra di talento, i tifosi hanno cominciato a protestare boicottando partita dopo partita, atteggiamento che è esploso durante l’incontro degli A’s contro gli Arizona Diamondbacks il 17 maggio quando all'Oakland Coliseum si sono presentate solo 2304 persone. Numeri che non si vedevano dal 1979.

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E ora, l’annuncio dell'acquisto di un terreno vicino alla famosa Las Vegas Strip conferma che gli Athletics stanno pianificando la costruzione di un nuovo stadio nella città e un trasferimento che dovrebbe svolgersi per il 2028. I fan chiedono che la squadra venga venduta e tenuta ad Oakland, mentre i proprietari vogliono rivitalizzare il loro investimento ed evitare di perdere ulteriore denaro, il che conferma la fine degli Athletics e riscrive il finale del film Moneyball. Dai giocatori, tifosi, stadio, alla società, l'intero franchise sta cadendo a pezzi. La mancanza di capitale da parte del proprietario John Fischer e l'ossessione di Billy Beane nella creazione di una squadra con un budget limitato hanno portato più danni che benefici, e l'unica cosa che resta da fare ora è assistere a questa squadra un tempo gloriosa e rivoluzionaria che si gioca gli ultimi anni nella città che le è fedele da quasi 60 anni.