Le training entrances sono la nuova fissa del calcio
Ecco dove abbiamo rivisto la Stabble Dance di Kean e McKennie
28 Dicembre 2023
Era il 2010 quando le telecamere fecero l'ingresso nelle viscere della Serie A. Come riporta questo articolo - un vero e proprio cimelio digitale -, le riprese riportavano nitidamente dettagli più intimi e personali dei calciatori. Per citarne uno, Sergio Bernardo Almirón conservava una cartolina vicino al suo posto a sedere; Luca Toni, invece, sembrava semplicemente divertito e sorpreso da questa nuova introduzione. In quel caso, i commenti negativi non si fermarono certo a quella prima esperienza. Iniziarono a emergere non pochi discorsi riguardanti la spettacolarizzazione della sacralità dello spogliatoio - insomma, fu una novità che non piacque proprio a tutti. I commenti riguardo un becero voyeurismo che andava pian piano ad aumentare raggiunsero il loro picco - almeno nel nostro Paese - con l'uscita del documentario All or Nothing: Juventus, esempio lampante in cui la privacy dei calciatori e dello staff bianconero veniva ridotto in brandelli. Le squadre di calcio si sono dunque trovate di fronte a una sfida molto ardua: trovare un compromesso tra l'intrattenimento e il "rispetto" di ciò che, nel calcio, è ricoperto da una patina di sacralità. Missione compiuta, grazie alle training entrances.
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— Inter (@Inter) November 10, 2023
Cosa sono le Training Entrances
Si tratta di una nuova pratica adottata da alcuni club di Serie A. È molto semplice: content creator, videomaker o social media manager delle squadre attendono l'entrata dei calciatori sui campi d'allenamento e filmano le loro reazioni di fronte alla telecamera. Più che il gesto in sé, a essere meritevole di una considerazione, è tutto ciò che esso rappresenta per i calciatori e per i tifosi. I video in questione vengono girati - e di conseguenza postati sui canali social dei club - principalmente quando la squadra è reduce da una vittoria, solitamente alla ripresa settimanale degli allenamenti. Dunque, se un club esce vittorioso da un match disputato nel fine settimana è molto probabile che il lunedì, alla ripresa degli allenamenti, i calciatori di alcuni club, su di morale, vengano immortalati per offrire un saluto alle telecamere.
I club che per ora puntano maggiormente su questa strategia social sono la Juventus e l'Inter, con i secondi che hanno fatto diventare virale la clip in cui Marcus Thuram e Hakan Çalhanoğlu calpestano simultaneamente il manto erboso mentre il primo esclama «Buongiorno fratema, buongiorno compa!». La Juventus, invece, ha reso una delle sue tantissime training entrance un'occasione unica per farci memorizzare i passi della Stabble Dance, l'ultimo balletto firmato Weston McKennie e Moise Kean che l'italiano aveva svelato esultando (alle sue reti poi annullate) nella partita giocata dalla Juventus contro l'Hellas Verona. Possiamo aspettarci che tanti club internazionali possano prima o poi avvicinarsi a questo tipo di contenuto, come ad esempio ha già fatto l'Aston Villa forse aspettandosi proprio il «Buongiorno!» pronunciato da Nicolò Zaniolo.
Questa pratica ormai sempre più diffusa offre la possibilità, ai club, di creare una maggiore vicinanza ed empatia tra tifoso e atleta. Forse è perché i momenti che precedono il primo allenamento della settimana in vista dei prossimi impegni non sono ancora colmi di preoccupazione e concentrazione, o probabilmente solo perché ci permettono di scoprire lati dei calciatori che difficilmente possiamo notare in altre occasioni. Fatto sta che, le training entrance non sembrano dividere le opinioni del pubblico come invece accadde quando vennero introdotte le riprese negli spogliatoi. Oggi le training entrances sembrano funzionare: non sono troppo invadenti, riescono a intrattenere e soprattutto, essendo impostate per essere condivise sui social network (Instagram, TikTok, Twitter), sono brevi e decisamente più godibili, evitando così momenti di imbarazzo. In più, possono tramutarsi in velate strategie marketing. Ad esempio, la Juve ha mostrato il nuovo completo d'allenamento giallo proprio durante le riprese di una training entrance d'omaggio a Giorgio Chiellini. Il calcio italiano ha imparato una piccola - e a suo modo importante - lezione.