La Nazionale argentina ritirerà la maglietta numero 10

Nel calcio esistono tanti aspetti divisivi: tra i più popolari c'è quello del ritiro del numero della maglietta appartenente a un calciatore che ha contribuito a scrivere pagine importanti della storia di un club o di una Nazionale. Le opinioni degli appassionati - solitamente - si dividono tra chi sostiene che il ritiro del numero neghi ai giovani calciatori il sogno poter indossare, un giorno, il numero presente sulla schiena del proprio idolo. Allo stesso tempo, c'è chi si schiera nella fazione opposta, che ritiene come alcuni calciatori essendo circondati da un'aura sacrale, pertanto è cosa buona e giusta renderli immortali e inscritti nella memoria del calcio ritirando il numero da loro indossato. La questione diventa maggiormente intricata quando al centro della questione c'è una maglietta con il 10 sulla schiena, un numero convenzionalmente magico, che spesso e volentieri appartiene al leader tecnico della squadra, uno dei ruoli calcistici più ambiti di generazione in generazione. 

Negli ultimi giorni ha fatto scalpore la decisione presa da Claudio Tapia, presidente dell'AFA, la Federazione Calcistica Argentina. Stando a quanto riporta anche Marca, Tapia ha dichiarato: «Quando Messi si ritirerà dalla nazionale non permetteremo a nessun altro di indossare il numero 10. Il numero sarà ritirato a vita in suo onore. È il minimo che possiamo fare per lui». Lionel Messi - che è stato fondamentale nella vittoria del Mondiale di Qatar 2022 per l'Argentina - non ha ancora fatto trapelare notizie sul suo ritiro dalla Nazionale. E se difficilmente Messi sarà ancora convocabile in vista del prossimo Mondiale di USA e Messico 2026, sarà possibile vederlo all'edizione del 2024 della Copa America, evento che vedrà l'undici albiceleste presentarsi nelle vesti di campione in carica. L'iniziativa di Claudio Tapia ricalca quella di Julio Grondona, presidente dell'AFA nel 2002, che in quell'anno avrebbe voluto ritirare la 10 in onore di Diego Armando Maradona, ma non ci riuscì a causa di una regola FIFA che al tempo obbligava le squadre partecipanti ai maggiori campionati internazionali di indossare numeri dall'1 al 23.