Dentro il nuovo Palermo targato City Football Club
Cos'è successo all'inaugurazione del nuovo centro sportivo di Torretta
10 Aprile 2024
“Solo insieme siamo il Palermo”, recita il mantra inciso a caratteri cubitali nello spogliatoio del nuovo centro sportivo dei rosa-nero, inaugurato nei giorni scorsi a Torretta. La coesione e il senso di appartenenza che permeano quella scritta sono l’imprinting culturale che il club vuole infondere in chiunque lo rappresenti, in un momento di rinascita sportiva ma prima ancora di riscoperta e rinnovamento della propria identità. Quelle parole, infatti, sono la bussola del percorso intrapreso nel 2019 con Dario Mirri, ed entrato nel vivo tre anni più tardi con il City Football Group (CFG). La missione, parallelamente al ritorno in Serie A, è stata ed è tuttora la ricostruzione del dna popolare, in un certo senso la restituzione del Palermo ai palermitani, e viceversa: una necessità generata dalla travagliata storia recente del club. Già negli ultimi anni dell’era-Zamparini, il cui addio è datato dicembre 2018, si era creata una certa distanza con l’ambiente, testimoniata dal calo di affluenza allo stadio, nonostante la permanenza in Serie A e lo spettacolo offerto da Dybala, Pastore, Miccoli e altri talenti passati dal Renzo Barbera. L’arrivo dell’Arkus Network e dei fratelli Tuttolomondo, poi, ha completato l’opera distruttiva: i due verranno condannati per bancarotta fraudolenta, mentre l’U.S. Città di Palermo dichiarerà il fallimento e sarà costretto a ricostituirsi, e quindi a ripartire dalla Serie D. Nasceva in quel momento, nell’estate 2019, il Palermo Football Club per come lo conosciamo oggi, sotto la guida del presidente-tifoso Mirri.
Nuova denominazione, dunque, con un tributo alle origini (all’Anglo Palermitan Athletic and Foot-Ball Club, costituito nel 1900) fortemente voluto dalla tifoseria; e nuovo logo, disegnato da Danilo Li Muli con l’obiettivo di rappresentare il rinnovamento e allo stesso tempo la riappropriazione dei valori e dei segni distintivi del calcio palermitano. “Un ponte tra passato e futuro” - così lo ha presentato Mirri - “legato alla forma iniziale e alla storia gloriosa del club, per tornare a farlo volare: radici e ali, appunto”. “La sfida più ardua” - spiega Gaetano Lombardo, responsabile dell’area comunicazione - “è stata costruire un’identità di brand su un marchio che esisteva da 120 anni e portava già con sé un universo di valori, emozioni e storie; e nello stesso momento dover cominciare un nuovo racconto che di quei valori si nutre, ma ha il dovere di scrivere pagine nuove, parlare come un nuovo soggetto, disegnare nuovi orizzonti. Come a dire: siamo sempre noi, ma siamo tutta un’altra cosa. Insomma: liberarsi delle scorie del fallimento ma senza distaccarsi dal passato, con la delicatezza che deriva dall’idea di “maneggiare qualcosa che appartiene più al pubblico che al club”.
Si inseriscono in questa prospettiva iniziative quali il sondaggio del 2019, che i tifosi hanno trasformato in un plebiscito, per la scelta della divisa da gara, contestualmente al passaggio da Legea, sponsor tecnico pre-fallimento, a Kappa. “Un progetto in linea con gli obiettivi di trasparenza e partecipazione che fin da subito hanno animato la visione del nuovo Palermo”, spiega Mirri. “I tifosi sono i custodi della fede rosa-nero, e abbiamo voluto che tornassero protagonisti”. Sulla stessa lunghezza d’onda si inquadrano gli eventi organizzati lo scorso fine settimana di contorno alla gara contro la Sampdoria, con la visita di Pastore, Amauri e altre vecchie glorie rosa-nero; oppure l’apertura all’interno dello stadio del Palermo Museum, dove sono esposti cimeli di ogni genere donati dai tifosi e le 57 maglie che hanno scandito la storia del club siciliano (inclusa la divisa bianca e blu indossata nel giorno del 120esimo anniversario); fino all’inaugurazione del Palermo City Football Academy, prima storica struttura di proprietà, situata a 20 chilometri dal Renzo Barbera. “Da oggi abbiamo una nuova casa”, commenta l’ad Giovanni Gardini, “ed è anche così che si rafforza l’identità, aspetto decisivo per una società che intende ritagliarsi uno spazio importante”.
L’arrivo del CFG non ha interrotto il processo, anzi ha garantito ulteriore slancio. A differenza dal gruppo Red Bull, infatti, il modus operandi della holding emiratina - una struttura piramidale con il Manchester City in cima, ma con una spiccata attenzione per le specificità di ogni club controllato - non prevede stravolgimenti di identità o drastici cambi di rotta; al contrario, Mansur bin Zayd Al Nahyan e soci hanno sposato la visione di Mirri, consapevoli che la connessione con la tifoseria sia il vero punto di forza del progetto. Del resto, undicimila abbonati in Serie D non si erano mai visti nella storia del calcio italiano, e la gittata della fanbase non si limita alla città di Palermo (la quinta più popolosa del Paese), ma si estende all’intera isola e ai tanti angoli del mondo interessati dall’emigrazione siciliana.
Nel rinascimento calcistico palermitano si è partiti proprio da qui, con un’attenzione sempre più accentuata su aspetti comunicativi e di marketing, sul coinvolgimento dei tifosi e sugli sviluppi globali del merchandising, dal 2023 firmato Puma. Linguaggio informale sui social, ricerca di un dialogo con le nuove generazioni e valorizzazione della memoria collettiva sono componenti essenziali della ridefinizione in atto - a livello sociale prima, e sportivo poi - del Palermo FC. Tutto, rigorosamente sotto le ali dell’aquila, simbolo medievale della nobilità cittadina, e in tinta “rosa come il dolce e nero come l’amaro”; colori che da sempre - al di là di maglie celebrative e della parentesi giallo-rossa in epoca fascista - rappresentano ed evocano in modo inconfondibile, ad ogni latitudine, il Palermo e i suoi tifosi.“La scintilla è la magia del rosa-nero”, sottolinea Alessio Norrito, docente di Sociology and Management of Sports alla Metropolitan University di Manchester. “Inclusivi e quasi opposti, sono colori che suscitano una fascinazione immediata. Essere i migliori è una variabile condizionata dagli eventi e dal tempo, ma essere unici è qualcosa che nessuno può togliere a quei colori.”