Dentro la più grande collezione di memorabilia dell'Inter
In occasione della vittoria dello scudetto, un viaggio nella memoria dell'estetica nerazzurra
02 Maggio 2024
È un momento straordinario per gli interisti di tutto il mondo: la vittoria dello scudetto nel derby per la prima volta nella storia, che ha assicurato al club il 20° titolo e con esso l'ambita seconda stella sulla maglia dalla prossima stagione. I festeggiamenti sono iniziati dopo il triplice fischio nel derby e sono continuati fino a domenica scorsa, quando la squadra di Simone Inzaghi ha ricevuto l'abbraccio dei tifosi nerazzurri a bordo del bus scoperto. Le bandiere, le maglie e gli inni del club si sentono in tutta Milano: senza dubbio la squadra nerazzurra ha rivendicato il diritto di vantarsi della città, almeno per quest'anno.
Quando calcio e nostalgia si intrecciano, creano un senso di romanticismo e sentimento come solo il calcio sa fare. Gli oggetti del passato hanno il potere di trasportare i tifosi in epoche diverse in pochi secondi, evocando una marea di emozioni. Per celebrare l'ultima vittoria dell'Inter - anche se non c'era bisogno di convincermi - ci siamo addentrati nella vasta collezione di Mattia Buffoli, noto anche come Interabilia. Da sempre tifoso dell'Inter, la passione di Buffoli per i cimeli della storia del club ha trasformato lui in un oracolo di tutto ciò che riguarda l'Inter e la sua casa in un inaspettato museo dedicato ai nerazzurri. È difficile non emozionarsi mentre cassetti, armadi e scatole si aprono mostrando un'infinità di cimeli della storia del club: posacenere, cestini per il pranzo, sciarpe, VHS, maglie indossate durante le partite (noto una maglia di Taribo West del 98-99), gagliardetti, medaglie... Sembra non finire mai.
Qual è l'oggetto più prezioso della collezione di Mattia? "È difficile sceglierne uno, ma uno di quelli a cui sono affezionato è il gilet dei vincitori della stagione 1988-89. I giocatori lo indossarono in campo per festeggiare lo scudetto. È uno dei primi ricordi nitidi che ho dell'Inter quando ero piccolo. Avevo 6 anni e ricordo di aver visto le immagini dei festeggiamenti a casa di mio nonno, che era interista. È grazie a lui che sono un tifoso dell'Inter". Ogni oggetto è accompagnato da una storia sulla sua provenienza e su come si è imbattuto in esso, principalmente cercando nei tanti mercatini dell'usato milanesi di questi anni. Tenendo in mano un piatto in rame impreziosito da intricati dettagli ornamentali spiega come "questo è un piatto creato per celebrare la doppia vittoria della Coppa Europa e della Coppa Intercontinentale nel 1964-65, non era un prodotto ufficiale del club, come molti altri oggetti di quell'epoca; piatti come questi venivano prodotti per i club e le città di tutta Italia, mentre oggi raramente si producono oggetti artigianali ".
L'obiettivo principale di questa visita è quella di cercare pezzi celebrativi degli Scudetti passati, anche se è difficile evitare di essere distratti dalla collaborazione ufficiale con Barbie Inter o da varie altre riviste e gagliardetti di ottima fattura. Alla fine abbiamo scelto una selezione di riviste, cartoline, lattine di bibite e bandiere. Ciò che colpisce è la quantità di dettagli e di riflessioni che sono state fatte per gli oggetti che celebrano le stagioni concluse dalla vittoria del titolo. Le copertine illustrative delle riviste mostrano tutte lo scudetto in vari modi, alcune con vignette pop letterali, altre con un approccio grafico più modernista. Sono i piccoli dettagli ad attirare l'attenzione, gli elementi stampati sulle cartoline, le disposizioni delle date di vittoria su lattine e gagliardetti, il tutto in un tripudio di nero, blu, verde, bianco e rosso.
"La maggior parte di questi oggetti proviene dai mercatini delle pulci di Milano, ma credo che alcuni dei pezzi migliori e più difficili da trovare siano merito dei rapporti che ho instaurato con i venditori nel corso degli anni. Una volta ho ricevuto una telefonata da una persona che si occupa di sgomberi e che stava svuotando una cantina; la cantina apparteneva a un tifoso dell'Inter che aveva collezionato diverse cose nel corso degli anni. Quando sono arrivato lì ho scoperto che c'era solo roba dell'Inter degli anni '60".
In un'epoca in cui marchi e club hanno perfezionato l'arte del merchandising e del branding, cogliendo questi momenti vincenti in cui sponsor e partner si contendono la visibilità, c'è qualcosa di rinfrescante nel vedere oggetti come questo liberi dai vincoli commerciali di oggi. Qui l'unico scopo è quello di celebrare un momento, proprio come la cultura dei bootleg vintage che ha visto una rinascita negli ultimi anni. Sono le imperfezioni e l'approccio ingenuo al design a dare a questi oggetti calore e fascino, qualcosa che oggi sembra aver perso e che cerchiamo di replicare.