Il rebranding del Napoli Calcio
Un nuovo logo, una font proprietaria e un nuovo inizio per il club di De Laurentiis
05 Luglio 2024
Dopo qualche esperimento nel corso degli ultimi mesi, il restyling del Napoli Calcio è ufficialmente entrato nel vivo. All’alba di un’estate e di una stagione di cruciale importanza, con un biennio di altissimi-e-bassissimi alle spalle, il club di Aurelio De Laurentiis ha infatti intrapreso il rinnovamento del proprio look: un processo a 360 gradi che parte dal campo - dove l'arrivo di Antonio Conte in panchina e la sessione di calciomercato appena iniziata si preannunciano di grande impatto - ma che si estende anche all’esterno del rettangolo di gioco. L’importante novità delle ultime ore, infatti, riguarda il branding del club campano, e nello specifico il suo storico logo, ridisegnato dopo anni e per la prima volta senza traccia dell’azzurro che lo caratterizza da quasi un secolo.
La trasformazione, graduale, era stata anticipata qualche mese fa dalla quarta maglia, quella senza la patch “Keep Racism Out” vestita dopo il caso Acerbi-Juan Jesus, ma anche dalle release speciali “Halloween” ed “Everywhere”. Sul petto di queste divise, al fianco del tricolore, si era intravisto quello che da ieri è il nuovo stemma degli azzurri. E così, insieme alle prime immagini dei kit da gara 2024/25, l’identità visual della squadra è entrata in una nuova fase storica, a compimento di una rivoluzione silenziosa, senza i roboanti annunci visti nei casi analoghi, ad esempio, di Juventus, Inter, Roma e Fiorentina. Molti tifosi napoletani, al contrario, si sono avveduti del cambiamento per vie traverse, in occasione dell’evento di ieri per il sorteggio del calendario del prossimo campionato, attraverso le grafiche pubblicate da Lega Serie A e rilanciate da tutti i principali media nazionali. Nelle ore successive il logo è stato sostituito anche sul sito ufficiale del club e sui profili social di riferimento, dove un video comparso ieri a metà pomeriggio e un comunicato di oggi hanno definitivamente sancito la trasformazione.
Ecco quindi la nuova “N” napoleonica che d’ora in avanti sarà il vessillo del quarto club più tifato in Italia e di un marchio riconosciuto in tutto il mondo. La prima novità risiede nella font (proprietaria), “BE NAPOLI”, che il clubha presentato così: “Napoli è un melting pot in perenne fermento. Una città dalle mille sfaccettature dove i contrasti si fondono, dando vita ad un eclettismo senza eguali. Abbiamo voluto attingere a questa eredità per creare una font unica e dinamica, ispirata alla ricchezza culturale partenopea. Una città, una squadra e una tipografia uniti da un unico intreccio. Un legame tradotto in lettere con fughe e diagonali come le visioni della città, caratteri tanto spessi e compatti quanto una squadra unita e determinata, angoli acuti e dinamici simbolo di grinta e velocità. La genetica di un popolo che vive di passione, storia e capitoli ancora da scrivere.”
Come anticipato, il tradizionale sfondo azzurro è stato messo da parte in favore della trasparenza, che rende il logo più snello e versatile; oltre al blu notte con cui si è presentato al pubblico, le altre declinazioni cromatiche (azzurro, bianco, grigio, nero, rosso) garantiscono infatti un utilizzo trasversale sull’intera gamma di divise e prodotti di merchandising, e in generale in tutti gli spazi cui è destinato. I due cerchi concentrici intorno alla “N”, quello esterno leggermente più spesso, completano il design minimalista di un logo monocolore e privo di scritte, che aderisce a un trend ampiamente diffuso nel panorama calcistico europeo. L’ennesima trasformazione, insomma, che sembra strizzare l’occhio alle esigenze di mercato, sacrificando in parte i connotati identitari del logo. Un po’ come accaduto negli ultimi anni con il lancio della “J” juventina, con la “semplificazione” dello stemma dell’Inter o con il restyling, disapprovato da molti tifosi, della Roma. Il fenomeno si inserisce nel contesto più ampio della trasformazione dei club in brand, un processo che tocca svariati ambiti e che un po’ ovunque ha creato una discrepanza di vedute e gusti tra le prospettive dei tifosi e le scelte delle società. A Napoli come altrove.
Lo sfondo azzurro ha rappresentato infatti una costante nella storia del club: se al momento della fondazione, nel 1926, si optò per un cavallo rampante (simbolo del Regno di Napoli) su sfondo blu, due anni più tardi si decise di passare a una “N” dorata su sfondo azzurro, che resterà fino agli anni ‘80; successivamente, attraverso varie evoluzioni (inclusa quella forzata dal fallimento nel 2004), si è passati al blu-azzurro-bianco, con cui si arriva al drastico cambiamento presentato ieri. Se nella divisa Home, in classica tinta azzurra, la rottura col passato sarà meno evidente, quando Osimhen e compagni scenderanno in campo con seconda e terza maglia il colpo d’occhio sarà immediato. Benvenuti nella nuova era del Napoli Calcio.