La medaglia d’oro di Kurt Angle alle Olimpiadi del 1996
“With a broken freakin’ neck”
12 Agosto 2024
Abbas Jadidi nel 1996 ha 27 anni, è un atleta iraniano che alle Olimpiadi di Atlanta compete nella categoria 100kg del wrestling freestyle. Porta con sé un’estetica proveniente dagli anni Ottanta. Indossa un singlet con due bretelle finissime che nascondono una frazione minima di un torso sviluppato e definito in ogni suo muscolo. Ha la barba incolta, una folta chioma di capelli neri, lo stesso colore di baffi e peli sul petto. Il 31 luglio si trova al World Congress Center e al termine dell'incontro valido per l'assegnazione della medaglia d'oro si avvicina al tavolo dei giudici. La sfida è finita in parità ed ora saranno i due giudici Etienne Martinetti e Vassilios Pagonis insieme all’arbitro a stabilire il vincitore del match. Jadidi è così vicino al tavolo che su un foglietto legge il suo nome, così inizia a festeggiare senza che l’arbitro lo abbia già decretato vincitore. Ed è questo il momento della storia in cui arriva il plot twist. L’arbitro Aduuch Baskhuu della Mongolia sbaglia ad interpretare le indicazioni del tavolo, in un primo momento decreta vincitore Jadidi salvo poi correggersi e decretare vincitore l’uomo che ancora oggi nell’albo d’oro delle Olimpiadi è il detentore della medaglia d’oro nel wrestling freestyle categoria 100kg per l’edizione 1996: Kurt Angle.
Se eravate già a conoscenza di questa storia, ovvero che Kurt Angle ha vinto una medaglia d'oro alle Olimpiadi allora è probabile che sappiate già che abbia raggiunto questo risultato "with a broken freakin’ neck". Il riferimento è alla catchphrase utilizzata da Kurt Angle nel corso della sua seconda vita, ovvero quella di superstar della WWE e della TNA, per sottolineare che quella medaglia d’oro la vinse nonostante un infortunio al collo. Parlare di infortunio sarebbe persino riduttivo. Cadendo sulla testa, Angle riportò due ernie al disco, due vertebre rotte e lo stiramento di quattro muscoli nel corso dei Trials che precedettero le Olimpiadi di Atlanta. Angle riuscì comunque a terminare i Trials, ovvero le selezioni attraverso le quali gli Stati Uniti eleggono gli atleti delle varie discipline che parteciperanno alle Olimpiadi, ma tutti i dottori a cui si rivolse dopo quell’infortunio gli risposero allo stesso modo: era necessaria un’operazione e un lungo periodo di riposo. «All’epoca ero giovane e stupido, avevo 26 anni. Non mi importava della mia salute, volevo solo tornare in gioco» ha raccontato lo stesso Angle in un'intervista rilasciata a ESPN in occasione del ventesimo anniversario della medaglia d’oro.
A spingere Angle a rimettersi in gioco non era solo l’idea che da atleta americano potesse competere in un'Olimpiade negli Stati Uniti con legittime ambizioni di medaglia. C'erano anche questioni personali. Angle, infatti, aveva cominciato la preparazione dei Giochi Olimpici accanto al suo mentore Dave Schultz presso il Pennsylvanian Foxcatcher Club ovvero la struttura ideata e finanziata dal miliardario John Eleuthère du Pont. Schultz nel gennaio 1996 venne assassinato dallo stesso du Pont e Angle, al contrario di altri suoi compagni di squadra, decise di abbandonare immediatamente la struttura. Invitato dalla moglie di Schultz, Nancy, Angle divenne il primo iscritto della Dave Schultz Wrestling Club ovvero la scuola di wrestling fondata in suo onore: per Angle quindi competere alle Olimpiadi era l'unico modo per tenere viva la memoria di Schultz. E anche per questo motivo decise di accettare il consiglio del solo dottore che gli disse che l’operazione non era necessaria.
«Un medico viaggerà insieme a te. Ti inietterà dodici dosi di novocaina a ridosso di ogni incontro. Non potrai allenarti più di tanto, non sentirai nulla mentre combatti ma un’ora dopo ogni match sentirai un dolore lancinante». È con queste parole che Kurt Angle nel podcast di Joe Rogan ha svelato il lato oscuro della sua medaglia d'oro. Quelle dodici iniezioni a ridosso di ogni match sono, insieme al suo talento, il motivo per cui il 31 luglio 1996 salì sul gradino più alto del podio delle Olimpiadi con al collo una medaglia d’oro e l’emozione dipinta in volto. Ma sempre quelle dodici iniezioni a ridosso di ogni match rappresentano il primo passaggio di una vita che da allora è sempre stata costellata da problemi. Da quel giorno Angle ha subito altri quattro infortuni al collo in WWE e come conseguenza non ha più sensibilità nei mignoli di entrambe le mani, ha perso forza nelle braccia per via dell'atrofia e nessuna delle cinque operazioni a cui si è sottoposto ha portato dei benefici a lungo termine. A novembre ha annunciato che aveva in programma una sesta operazione ad inizio 2024, l’installazione di dischi artificiali che dovrebbero permettergli di ritrovare forza nelle mani e mettere fine ai problemi di quel broken freakin’ neck.