Osimhen è solo l'ultimo acquisto esotico del Galatasaray
Come ha fatto il club turco a diventare l'approdo preferito dai calciatori della Serie A
03 Settembre 2024
L'arrivo a sorpresa nella notte di Istanbul di Victor Osimhen ha confermato tutta la follia degli ultimi giorni di mercato, anzi anche delle ore a ridosso della chiusura del calciomercato italiano quando l'attaccante del Napoli ha dovuto scegliere una destinazione quantomeno impronosticabile. Osimhen infatti, una volta svanite le piste che lo avrebbero portato o al Chelsea o all'Al-Ahli, si è trovato spalle al muro quando Antonio Conte lo ha pubblicamente messo fuori squadra dopo l'arrivo di Romelu Lukaku in azzurro. Ed è stato in quel momento che la punta nigeriana si è rivolto al campionato che da più di un decennio, prima ancora che in Arabia Saudita si decidesse di investire nel calcio, è diventato il buen retiro di tanti calciatori che non trovano più il loro posto nei campionati europei. La Super Lig turca ed in particolare il club più importante, il Galatasaray, sono ormai popolati da svariati calciatori che hanno percorso parte delle loro carriere in Serie A, ai quali si aggiungerà almeno per la stagione 2024/25 anche l'ex capocannoniere del nostro campionato prima che la sua lunga telenovela con il Napoli giunga ai titoli di coda.
Tra la stagione 2011/12 e la 2012/13, le finestre di mercato del Galatasaray sono diventate qualcosa di unico nel panorama europeo, affermandosi come una delle destinazioni preferite dai calciatori che, dopo stagioni ad alti livelli, sceglievano di abbassare il tiro per scoprire un nuovo calcio e una nuova cultura. Fino alla stagione 2010/2011, tra gli acquisti del club turco figuravano molti giocatori nazionali come Yekta Kurtuluş, Çaglar Birinci, e Musa Çağıran, provenienti rispettivamente da Kasımpaşa, Denizlispor e Altay SK, oltre a Lorik Cana, che arrivava da esperienze con le maglie di Lazio e Sunderland. Tuttavia, dalle stagioni successive ci fu un cambiamento radicale. Fernando Muslera, Emmanuel Eboué, Tomáš Ujfalusi e Felipe Melo lasciarono rispettivamente Lazio, Arsenal, Atletico Madrid e Juventus per approdare a Istanbul, dando il via a un esodo di calciatori attratti dal progetto Galatasaray, sotto la presidenza di Ünal Aysal. Quest'ultimo, nel 2015, lasciò il posto all'imprenditore del settore automobilistico Dursun Özbek, rieletto nel 2022 a discapito del candidato Eşref Hamamcıoğlu. Fu soprattutto la penultima stagione sotto la guida di Aysal a donare al Galatasaray un'identità che ancora oggi lo contraddistingue, utilizzando come sempre il calciomercato.
Nell'estate del 2012, il club acquistò Wesley Sneijder e Didier Drogba: il primo, vincitore della Champions League nel 2010, e il secondo, reduce dalla vittoria della Champions League con il Chelsea solo pochi mesi prima della chiusura dell'operazione. L'acquisto dei due campioni europei fu cruciale per due motivi: in primo luogo, perché aumentò l'appeal del club, attirando nei successivi anni giocatori come Goran Pandev, Arda Turan, Blerim Dzemaili, e Kevin Großkreutz. In secondo luogo, perché infuse ego e convinzione nei tifosi del club, che negli anni sono diventati forse troppo speranzosi durante le sessioni di calciomercato, tanto da commentare i post delle principali testate giornalistiche con frasi come «Please, come to Galatasaray» o simili. In questo senso, il club plurititolato ha influenzato anche i suoi rivali, Fenerbahçe e Beşiktaş, che, pur non avendo mai raggiunto un roster ricco come quello del Galatasaray, hanno cercato - e cercano tuttora - di tenere testa ai più forti. È impossibile dimenticare acquisti come Anderson Talisca, Pepe, Gary Medel, Bruno Alves, Raul Meireles, Martin Škrtel e molti altri ancora.
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L'avventura più curiosa e divertente l'ha forse vissuta Lukas Podolski, ex giocatore di Arsenal e Inter, oltre che bandiera della Nazionale tedesca, che ha sfruttato il trasferimento al Galatasaray per far fiorire un nuovo business: Mangal Döner. Nonostante la prima kebabberia firmata Podolski sia stata inaugurata nel 2018 a Colonia, l'attaccante ha spesso dichiarato che la scelta di lanciare la sua attività è stata un omaggio agli anni trascorsi in Turchia, e tanto basta per dimostrare che la Turchia non sia mai stata un Arabia Saudita ante litteram prosciuga sentimenti. Oggi la Süper Lig - e il Galatasaray in particolare - non ha cambiato la propria identità, che anzi sembra quasi essersi trasformata in commedia per una serie di eventi casuali, come il fatto che diversi capocannonieri delle ultime stagioni di Serie A, da Ciro Immobile a Edin Džeko fino a Mauro Icardi, militino nei tre top club. Si pensi semplicemente al duo Osimhen-Mertens, che si sta per riunire in seguito a una telenovela di mercato che ha riguardato il secondo, definire clamorosa sarebbe un eufemismo. Il massimo campionato turco non è più solo un'oasi di riposo - o di nuove speranze - per ex top calciatori, ma un luogo che sembra aver guadagnato credibilità, nonostante rimanga ancora una seconda scelta rispetto ai maggiori campionati europei.
E la calorosa accoglienza riservata al neo acquisto Victor Osimhen consolida il rapporto con l'Italia, rovesciando definitivamente l'astio creatosi dopo aver eliminato dalla Champions League del 2013 la Juventus, ospitata su un campo innevato ed infangato pressoché impraticabile. Descrivere cos'è stato e come si è articolato l'ultimo decennio di storia del Galatasaray non è facile, anche perché ha seguito un corso che difficilmente potrà ripetersi con un altro club. La follia del trasferimento dell'ultimo minuto di Osimhen, è coerente con la lega stessa: le preghiere dei tifosi del Galatasaray si intensificheranno sotto i commenti dei post di Fabrizio Romano.