Nike ha dominato questa stagione di tennis
Sinner e Alcaraz hanno vinto tutti gli Slam stagionali con il simbolo dello Swoosh ben in vista
09 Settembre 2024
Con Jannik Sinner che trionfa nel catino dell’Arthur Ashe si chiudono i quattro SLAM stagionali, che hanno segnato il deciso cambio generazionale ai vertici del circuito tennistico ATP. Infatti Sinner e Alcaraz si sono spartiti i quattro tornei principali, con l'altoatesino che è stato imbattibile sul cemento di US Open e Australian Open e il murciano che si è aggiudicato i due Major europei, Roland Garros e Wimbledon. Amici, coetanei e rivali, i due dominatori del tennis contemporaneo hanno un aspetto che li lega ancor più: il loro sponsor tecnico. Entrambi infatti sono scesi in campo vestendo dalla testa ai piedi materiale con sopra il logo dello Swoosh, portando così nuovamente Nike al vertice del tennis mondiale.
Nel panorama sportivo odierno, Nike è il brand capace di ergersi colosso indiscusso e, in questo senso, un ruolo sicuramente determinante è stato rivestito dalla sponsorizzazione trasversale di atleti di fama mondiale. Questa filosofia di marketing affonda le proprie radici nell'idea che lo sport rappresenti una potente vetrina in grado di amplificare i valori del brand ed ha contribuito a plasmare un’immagine che il grande pubblico associa ad eccellenza, performance, determinazione e vittoria. Attraverso tali sponsorizzazioni, infatti, Nike ha saputo posizionarsi come compagna di viaggio nel percorso verso il successo di tanti e tanti atleti divenuti ormai autentiche icone.
Anche nel tennis la storia dello Swoosh è lunga e costellata di trionfi. Proprio negli anni in cui già lasciava la sua indelebile impronta nel mondo del basket, l’azienda fondata nel 1964 da Bill Bowerman e Phil Knight – inizialmente come Blue Ribbon Sports e che solo in seguito, nel 1971, avrebbe preso il nome di Nike dalla Dea della vittoria della mitologia greca – iniziò ad allargare i propri orizzonti facendosi strada anche in sport come il tennis, caratterizzati da un’anima ed un’estetica molto diverse dai canoni rappresentativi del brand statunitense. Per entrare su un mercato così tradizionale, Nike scelse come sempre le armi della discontinuità e della novità, attraverso modelli e testimonial in forte controtendenza con lo status quo.
In questo contesto storico nacquero, ad esempio, le Nike Mac Attack. Un paio di scarpe dal design super innovativo, realizzate appositamente per John McEnroe che, proprio come Nike, portò una ventata di novità, configurandosi come un prototipo di star ancora mai visto nel mondo del tennis. Negli anni successivi, Nike continuò ad affiancare i più grandi campioni del circuito: dagli americani Pete Sampras a Andre Agassi, fino ad arrivare ai più recenti ed ormai leggendari Roger Federer, Rafael Nadal e Serena Williams. Questa presenza costante nel mondo del tennis ha permesso a Nike di consolidare la propria immagine come brand leader del gioco.
Ma la macchina di Nike non si ferma mai e, continuando sulla medesima onda, ha già investito anche nello scenario odierno per accaparrarsi tutti i giovani più promettenti del circuito ATP, molti dei quali vantano già un palmarès di tutto rispetto. È questo il caso di Holger Rune, Jannik Sinner, che ha siglato un contratto dal valore di 150 milioni di dollari in 10 anni e Carlos Alcaraz, che a giugno ha rinnovato con il brand su cifre analoghe. La scelta di sponsorizzare questi giocatori testimonia la visione strategica di Nike, che punta a creare un legame duraturo con i campioni di oggi e di domani, assicurandosi un ruolo di punta anche in futuro e consolidando la propria immagine come brand innovativo e capace di individuare e valorizzare i talenti più brillanti. Il tennis negli ultimi mesi ha saputo affermarsi come il trend dominante nello sportswear, sia attraverso il luxury sia nell'activewear, con sempre più brand che cercano di entrarci. E Nike ha saputo posizionarsi in modo molto efficace, scommettendo su giovani talenti che sono presto diventati campioni, e riuscendo a diventare il leader di settore come invece non riesce più ad essere in altri sport, ad esempio il running.