Com'è andato l'ultimo Media Day dell'NBA
Dal ricordo di Dikembe Mutombo al nuovo duo Bronny-LeBron James
04 Ottobre 2024
Un altro primo giorno di scuola in NBA è andato in archivio, con le tradizionali foto di classe consegnate agli annali e le presentazioni a tifosi e addetti ai lavori delle grandi novità in arrivo, in campo e fuori. A pochi giorni dall’inizio della Preseason (5 ottobre) ed a meno di un mese dall'opening night della Regular Season 2024/25 (23 ottobre), nel canonico Media Day organizzato da ognuna delle trenta squadre della lega è stato offerto un primo assaggio dei prossimi nove mesi di basket, che ha offerto spunti interessanti di natura tecnica ma anche, se non soprattutto, extra-cestistica. Parte integrante dell’appuntamento sono infatti le interviste a giocatori, allenatori e dirigenti, con particolare attenzione a chi ha cambiato squadra in estate come ad esempio Paul George e Klay Thompson; prima ancora, però, è il giorno in cui vengono scattate le fotografie e registrate le clip che verranno utilizzate per tutta la stagione dalla stessa NBA e dai suoi partner per grafiche e contenuti commerciali di vario tipo. E così, considerando anche il momento propizio dell’anno e la visibilità dell’evento, il Media Day si è trasformato nel tempo in una fucina di istantanee memorabili - più o meno serie - e in una vetrina particolarmente apprezzata dagli appassionati di sneakers.
Quest’anno le ultime due franchigie ad aver vinto il titolo, Boston Celtics (campioni in carica) e Denver Nuggets, hanno aperto le danze con qualche giorno di anticipo. Le presentazioni di Jayson Tatum, Luka Doncic e compagni hanno infatti avuto luogo durante la trasferta della scorsa settimana negli Emirati Arabi Uniti, dove si è disputata la terza edizione delle NBA Abu Dhabi Games. Le altre 28 squadre, invece, hanno sfilato una dopo l’altra nelle rispettive arene - tra cui il nuovissimo Intuit Dome dei Clippers - lo scorso 30 settembre, a poche ore di distanza dal tragico lutto che ha scosso il mondo del basket: la scomparsa di Dikembe Mutombo. E così, tutti i Media Day si sono aperti con toccanti discorsi e tributi per una leggenda ed ambasciatore del gioco riconosciuto ad ogni latitudine - e soprattutto nel continente africano - tanto per meriti sportivi, quanto per l’enorme spessore umano. «Oggi è un giorno triste, per il mondo intero e soprattutto per noi africani», ha detto Joel Embiid, centro camerunense dei Philadelphia 76ers, in memoria di «una persona che ammiro e che è un esempio per l’impatto che ha avuto dentro e fuori dal campo».
Come spesso avviene in una lega notoriamente composta da atleti che sono more than athletes, non sono mancati endorsement politici e messaggi sociali. Stephen Curry, ad esempio, ha ribadito il suo sostegno alla candidata democratica Kamala Harris nella corsa alla Casa Bianca, e «alla libertà delle donne di scegliere» - riferendosi alle politiche sull’aborto - che aveva già espresso nei mesi scorsi. Kyrie Irving, invece, si è mostrato davanti alle telecamere indossando un braccialetto con scritto "Free Palestine" - e anche nel suo caso non si è trattata di una sorpresa, a maggior ragione in settimane in cui la crisi del Medio Oriente sta assumendo dimensioni sempre più critiche. Tornando al basket, però, non si può che partire da chi anche quest’anno, il ventiduesimo da professionista, ha strappato un posto in copertina dell’evento: LeBron James.
Padre e figlio
Nella presentazione dei Los Angeles Lakers, al netto delle tante novità tra cui la presenza di coach JJ Redick, l’attenzione è stata monopolizzata dalla coppia formata da LeBron e Bronny James. Padre e figlio, in squadra insieme, sì: un altro incredibile traguardo nella carriera di uno dei più grandi sportivi di sempre, che si presenta ai nastri di partenza della stagione in veste di giocatore più anziano dell’NBA, ma ancora con un ruolo di primaria importanza nell’organizzazione californiana. Tanto sul campo, dove ha rinnovato nei mesi scorsi la propria sfida a Padre Tempo, quanto nelle scelte decisionali dei gialloviola, come confermato dalla scelta del figlio con la 55esima scelta nel Draft 2023. «Avere qui Bronny con me è incredibile, non voglio darlo per scontato. La definirei gioia pura: avere la chance di poter venire al lavoro insieme a tuo figlio e vedere da vicino la sua crescita. Mi allunga la vita».
Nelle presentazioni di Memphis Grizzlies e San Antonio Spurs, invece, sono state scattate un paio di foto che - ironicamente parlando - sembrano avere i contorni di istantanee di famiglia, per il gap nella dimensioni fisiche dei loro protagonisti. Ovvero, rispettivamente, la foto di Zach Edey (2.24 metri di altezza) e Yuki Kawamura (1.73), che hanno offerto una rivisitazione dello storico scatto di Manute Bol e "Muggsy" Bogues; e quella di Victor Wembanyama (2.25) e Chris Paul (1.83), nuova connection alla corte di Gregg Popovich.
Le solite gag
Un protagonista immancabile del Media Day, ormai da anni a questa parte, è Jimmy Butler, che con le proprie stravaganti acconciature aveva regalato sorprese e risate nelle ultime due occasioni. Nel 2022 la stella dei Miami Heat si era presentata con dei lunghi dread, e l’anno scorso con quello che era stato definito un look "emo". Avvicinandosi alla sua apparizione di martedì, allora, il mondo NBA si interrogava su quale sorpresa ci avrebbe riservato Butler in questa occasione, con tanto di quote disponibili sui bookmakers anglosassoni relativamente alla sua acconciatura (se siete curiosi, le opzioni favorite dagli scommettitori erano: rasato a zero, tinte sgargianti e creste improbabili). E invece, nulla di tutto ciò: Jimmy ha spiazzato tutti presentandosi con una capigliatura "normale", quella con cui siamo abituati a vederlo in campo. Si può dire che in un certo senso sarà quasi strano guardare le grafiche durante i timeout, in cui Butler ci sembrerà davvero Butler.
Di sicuro non hanno sorpreso, invece, le parole dell'MVP Nikola Jokic, da sempre entusiasta il giusto di prendere parte ad eventi mediatici del genere. La sua inedita barba "Goatee" ha raccolto più di un apprezzamento in sala stampa, ma il flirt con i giornalisti presenti si è fermato qui. «Ogni anno il Media Day è sempre la stessa cosa, non so nemmeno perché continuiamo a farlo», ha detto il serbo. Se non altro, sarà contento di non aver dovuto scattare fotografie con un serpente, come accaduto ad alcuni giocatori dei Dallas Mavericks…
Nuova stagione, nuove sneakers
Come anticipato, infine, il Media Day è l’occasione che molti giocatori e brand sfruttano come vetrina per svelare le novità introdotte sul mercato delle scarpe da basket. Se Tyrese Haliburton ha curiosamente scelto di abbinare alla divisa degli Indiana Pacers un paio di mocassini Prada Square-Toe Slip-On, in tanti hanno approfittato delle telecamere presenti per lanciare le proprie signature shoes. Stephen Curry, ad esempio, ha messo in mostra la nuova Under Armour Curry 12, e restando nell’ambito del suo brand si sono viste ai piedi di De’Aaron Fox anche le Curry Fox 1. E ancora: Giannis Antetokounmpo ha rilasciato una nuova colorway delle Nike Zoom Freak 6, e come lui Ja Morant delle Nike Ja 2 "Induction", Anthony Edwards delle adidas EA1 "Chrome", Damian Lillard delle adidas Dame 9 PE e Luka Doncic delle Jordan Luka 3 "El Matador"; svelata, poi, la seconda linea delle Puma Scoot Henderson, la nuova collab Haribo x adidas D.O.N. Issue 6 di Donovan Mitchell e l’arrivo imminente, anticipato da Devin Booker, delle Nike Book 2 e di nuove varianti cromatiche della precedente linea.
Anche nel caso delle sneakers, però, a rubare la scena è stata la famiglia James. LeBron si è presentato con un paio inedito di Nike LeBron 3, e poi il giorno successivo è arrivato in palestra con le nuove Nike LeBron 22 "Blacklight". Bronny, invece, ha posato nel suo primo Media Day con due proprie player edition - prima di mettere piede in campo per la prima volta, non proprio una consuetudine per una scelta al secondo giro del Draft - delle Nike LeBron NXXT Gen PEs.