Il St.Pauli sta vendendo lo stadio ai suoi tifosi
Con 850 euro si potrà far parte della cooperativa che gestirà il Millerntor-Stadion
07 Ottobre 2024
Il St.Pauli si conferma ancora una volta un club unico nel panorama calcistico internazionale. L’ultima iniziativa riguarda il proprio stadio, il Millerntor-Stadion, impianto da 23mila posti sedere che il club ha deciso di vendere ai propri tifosi. Non è una battuta. È la realtà. Il St.Pauli ha necessità di raccogliere fondi da reinvestire in infrastrutture che possano garantire la permanenza del club ad alti livelli. Anziché rivolgersi a fondi di investimento oppure mettersi alla ricerca di nuovi sponsor, la dirigenza del club ha deciso di risolvere la questione in casa propria. E per questo motivo lo scorso 24 settembre è stata presentata al pubblico la Football Cooperative Sankt Pauli 2024, ovvero la cooperativa di tifosi del St.Pauli che aiuterà il club a raccogliere i fondi desiderati. E la prima opera significativa della cooperativa sarà quella di acquistare una quota di maggioranza della proprietà dello stadio.
Ma come funziona? Il primo passaggio è stato quello di nominare i quattro membri del consiglio direttivo della Football Cooperative Sankt Pauli 2024. Il secondo passaggio sarà poi la valutazione delle domande di iscrizione alla cooperativa. Le operazioni cominceranno nelle prossime settimane ma tramite il sito ufficiale ci si può iscrivere alla lista d’attesa. Le iscrizioni sono aperte a tutti ma il compito del direttivo sarà quello di valutare tutte le domande così da accettare solo persone realmente animate dal desiderio di partecipare per il ben per il St.Pauli. La quota di iscrizione, come riportato dal New York Times dopo aver intervistato il presidente del St Pauli Oke Göttlich, è di 850 euro. Una volta raccolte le iscrizioni, i fondi raccolti serviranno per acquistare le quote di maggioranza del Millerntor-Stadion. A quel punto lo stadio diventerebbe di proprietà della cooperativa tifosi che a sua volta lo cederà in affitto al St.Pauli. “Partiamo dal presupposto che i membri saranno a favore del St. Pauli, non contro di noi e quindi potrebbero decidere di ridurre l’affitto se fossimo in terza o quarta divisione, oppure di aumentarlo se stessimo andando davvero bene. Questa è una cosa molto positiva perché dà flessibilità alla cooperativa”, ha raccontato Göttlich nella sua intervista.
Lo stadio è valutato intorno ai 60 milioni di euro e l’obiettivo del club è quello di raccogliere una cifra intorno ai 30 milioni di euro. Detenere la proprietà dello stadio permetterà alla cooperativa anche di gestirne gli eventi e quindi capitalizzare ulteriormente. La cooperativa, infatti, a breve termine ha anche l’obiettivo di generare un flusso di cassa che possa garantire dividendi annuali per tutti i soci. E se poi le cose dovessero andare per il meglio, è possibile che la cooperativa possa allargare la sua influenza anche su altri dipartimenti del St.Pauli. Un’operazione senza precedenti nella storia del calcio, la conferma che il St.Pauli è una società che gestisce gli affari a modo suo. “Anche se critichiamo alcuni aspetti del calcio professionistico, noi stessi facciamo parte di questo sistema e vogliamo sopravvivere”, si legge sul sito ufficiale della cooperativa. E per sopravvivere il St.Pauli avrebbe potuto seguire la strada tracciata da tutti gli altri club e chiudere accordi di sponsorizzazione con aziende di betting o criptovalute. No. Il St.Pauli ancora una volta ha scelto di non negoziare i suoi valori. Così nel momento del bisogno ha chiesto aiuto alle persone che gli vogliono bene, il gesto più naturale e allo stesso complicato da compiere quando si è in difficoltà. Saranno i tifosi a finanziare la squadra e la società del futuro, con la certezza che Champions League o 3.Liga non farà differenza. Il St.Pauli resterà sempre il St.Pauli.