Jürgen Klopp è il nuovo Head of global soccer di Red Bull
Un ruolo che chiude per ora le possibilità di vederlo nuovamente in panchina
09 Ottobre 2024
Nonostante le numerose voci che lo vedevano tornare presto su una panchina, in Europa o negli Stati Uniti, Jurgen Klopp è stato oggi annunciato come nuovo Head of global soccer di Red Bull. Un ruolo che conferma la visione sempre contemporanea e all'avanguardia dell'allenatore tedesco, che ha lasciato il Liverpool in estate dopo nove anni di grandi successi. Dal primo gennaio 2025 Klopp sarà chiamato a guidare il fitto network di clubs calcistici legati al brand RedBull, creando una visione strategica, aiutando i direttori sportivi, sostenendo le operazioni di scouting a livello globale e contribuendo alla formazione e allo sviluppo degli allenatori. RedBull è da diverse stagioni molto impegnata nel calcio professionistico, grazie alla sponsorizzazione diretta di vari club sparsi per il globo, il Lipsia in Europa, i New York Red Bulls negli Stati Uniti e il Bragantino in Brasile, mentre il Salisburgo allenato dall'ex assistente di Klopp Pep Lijnders si è allontanato a causa dei regolamenti UEFA e mantiene solamente i naming rights.
“Dopo quasi 25 anni a bordo campo, non potrei essere più entusiasta di partecipare a un progetto come questo”, ha dichiarato Klopp. “Il ruolo può essere cambiato, ma la mia passione per il calcio e per le persone che rendono il gioco ciò che è non è cambiata”. Klopp ha iniziato la sua carriera d'allenatore nel Mainz, per poi passare al Borussia Dortmund dove ha vinto due Bundesliga (2011, 2012) e infine al Liverpool, dove nel 2020 è riuscito a conquistare la prima Premier League in oltre trent'anni e la Champions League 2019. Il suo stile di gioco è stato spesso associato a quello della scuola tedesca, a sua volta influenzata dal lavoro delle squadre sponsorizzate RedBull caratterizzate dalla filosofia del gegenpressing, la riaggressione alta senza palla, e dalla verticalità esasperata.
Il focus dei progetti RedBull nel calcio è centrato sul valorizzare i giovani talenti emergenti, inserendoli in un contesto altamente professionalizzato prima di venderli con profitto a squadre più blasonate. Una strategia che ha provocato reazioni di diversa natura, tra chi ha apprezzato le metodologie di branding e di scouting del brand di energy drinks, e chi invece ha contrastato le modalità di trasformazione delle varie squadre sotto il cappello RedBull, che tendono ad annullare la precedente storia del club, dagli stemmi ai loro tifosi. “Entrando in Red Bull a livello globale, voglio sviluppare, migliorare e supportare l'incredibile talento calcistico che abbiamo a disposizione. Ci sono molti modi per farlo, dall'utilizzo delle conoscenze e dell'esperienza d'élite che Red Bull possiede all'apprendimento da altri sport e da altre industrie. Insieme possiamo scoprire ciò che è possibile. Considero il mio ruolo principalmente come un mentore per gli allenatori e i dirigenti dei club Red Bull, ma in definitiva faccio parte di un'organizzazione unica, innovativa e orientata al futuro. Come ho detto, non potrei essere più entusiasta di così” ha concluso Klopp.