La passione di Jimmy Butler per il caffè
Come uno scherzo è diventato un vero e proprio business
14 Ottobre 2024
Nel 2020 la NBA decise di istituire una bolla all’interno del Walt Disney World Resort a Orlando, una struttura completamente isolata dal resto del mondo in cui poter concludere la stagione minacciata dalla pandemia da Covid-19. Le testimonianze di quel periodo sono varie. Ci sono giocatori che hanno confessato di aver sofferto a livello mentale e psicologico per la lontananza da casa e altri che invece hanno raccontato di aver vissuto un’esperienza positiva, come se avessero trascorso una vacanza per settimane all'interno di un resort. È in questo contesto che si sviluppa la passione di Jimmy Butler per il caffè, il primo tratto distintivo del giocatore dei Miami Heat che incrociamo durante la visione di Starting 5, la docu-serie firmata da Netflix insieme a Uninterrupted, la casa di produzione legata a LeBron James. Butler è uno dei giocatori che ha aperto la sua sfera privata alle telecamere e il primo segreto ha svelato che è un grande bevitore di caffè, tanto che al momento della registrazione sta per bere il sesto cappuccino della sua giornata seduto nella caffetteria della sua villa di Miami. È una scena estemporanea ma che in realtà si inserisce perfettamente nella vita ma soprattutto negli affari di Butler.
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Torniamo alla bolla di Orlando. Come detto, è in questo contesto che Butler scopre la passione per il caffè. Secondo la sua stessa versione, dopo aver letto le diverse tipologie di caffè a disposizione dei presenti nella bolla, capì che la qualità sarebbe stata scarsa e che quindi le persone avrebbero pagato un extra per avere un caffè di qualità superiore. Così decise di portare con sé la sua macchina per farsi il suo caffè ogni mattina. Tralasciando tutti i preliminari, Butler ben presto si trovò a vendere tazze di caffè a venti dollari l’una diventando il più grande distributore di caffè all’interno della bolla per un guadagno totale che, per sua stessa ammissione, si aggirava fra i 1000 e i 6000 dollari. È questa la genesi di Big Face, il brand creato da Butler inizialmente per vendere caffè e che oggi comprende anche una linea di abbigliamento oltre che shop online sul quale è possibile trovare una serie di gadget, strumenti e altri prodotti (alimentari e non) legati al consumo del caffè. Butler ha preso sul serio questa passione trasformandola in un vero e proprio business.
Jimmy Butler è stato in Costa Rica per studiare le qualità e le tipologie dei chicchi di caffè, dopodiché ha chiuso un accordo con Shopify, società canadese specializzata nel procurare alle aziende che aderiscono al programma le infrastrutture per il commercio online in cambio di una percentuale sui ricavi. L’accordo con Butler però è differente. Il cestista di fatto è diventato testimonial di Shopify, un grande caso di influencer marketing: Butler ha offerto all’azienda la sua popolarità su scala mondiale così da generare credibilità e in cambio ha ottenuto il completo controllo dei ricavi. Nell'era degli Specialty Coffee, anche le celebrities non vogliono farsi scappare questa possibilità di business.
L’idea è quella di trasformare il caffè in un prodotto di lusso, non solamente la bevanda che ci accompagna nelle lunghe giornate di lavoro ma un cocktail con cui godersi il tramonto di Miami. E non sorprende quindi che in questo senso l’accordo commerciale più recente è stato stretto con Bacardi. «Sarei entrato nella bolla NBA del 2020 solo per bere regolarmente questo caffè» è stata la recensione del New York Times a garanzia della qualità del prodotto. È l’idea di classe, di lusso, di privilegio è enfatizzata anche dal packaging dato che i prodotti di Big Face Coffee vengono consegnati in scatole che ricordano quelle degli iPhone. È nato quasi come uno scherzo, ora è un business che, come ci ricorda proprio il New York Times, ha nelle corde il potenziale di replicare la diffusione degli innumerevoli brand di tequila che sono nati negli ultimi anni dalle menti delle celebrities hollywoodiane.