L'eterno ritorno dello stile dei New York Yankees
La squadra sportiva più cool del mondo torna protagonista nelle prossime World Series MLB
24 Ottobre 2024
“Sai perché gli Yankees vincono sempre Frank?"
“Perché hanno Mickey Mantle?”
“No, perché gli avversari non riescono a staccare gli occhi dalle loro divise”
Christopher Walken spiega così il fascino dei New York Yankees a Leonardo Di Caprio, suo figlio nel film “Prova a prendermi” e chissà se anche i Los Angeles Dodgers, avversari degli Yankees nelle World Series 2024, non riusciranno a staccare gli occhi da quel gessato consegnando il ventottesimo anello agli Yankees.
Nel 1877 Tiffany & Co. disegna una medaglia al valore da donare alla moglie di John McDowell, primo poliziotto newyorkese ucciso in servizio. Ciò che non si sarebbero aspetti è che quel particolare incastro della N e della Y sarebbe diventato uno dei loghi più riconoscibili nella storia dello sport, e della moda. Il pacchetto che confeziona un giocatore di baseball è piuttosto accattivante effettivamente. Completo gessato, guanti e cintura di pelle e poi, il più antico dei simboli di eleganza: un cappello, anzi - un baseball hat - che fa calare sugli occhi un’ombra leggera, come ai più misteriosi cavalieri.
I successi dei NY Yankees (in bacheca 27 campionati, 16 in più dei St.Louis Cardinals secondi) hanno senza dubbio alimentato il fascino intorno alla squadra, così come le parate per New York con bomber di pelle, il parterre di celebrities che segue la squadra e l'inserimento del famoso logo in prodotti della cultura pop come film, spot e red carpet. Prima Gucci, più recentemente Ralph Laurent, AC Milan e Aimé Leon Dore, i brand di moda sono sempre di più attratti da quell'intersezione con la franchigia simbolo dello sport americano e il ritorno al successo potrebbe far crescere ancora di più l'aura degli Yankees.
Il baseball in Italia ha una visibilità e un seguito irrilevanti, la lentezza e la tradizionale passione nazionale per sport più d’azione possono esserne le cause. Per assurdo, però, in molte città si incontrano tante persone che indossano merchandising della MLB e la diffusione si deve forse a Foot Locker, che da molti anni ormai vende regolarmente capi delle maggiori squadre della lega di baseball americana, come Los Angeles Dodgers e Boston Red Sox. L’ininterrotta distribuzione negli store dedicati allo sportswear ha portato a considerare inconsapevolmente la N e la Y solo come un brand di abbigliamento, oscurando i notevoli meriti sportivi.
Dall'altra parte dell'oceano l'identità dei NYY è ben più definita, tanto che non solo la moda ma una città intera come New York ha scelto di identificarsi e servirsi del fascino della squadra. Due sono le figure che hanno proiettato nel mondo nel fashion il simbolo della squadra del Bronx: Jay-Z e Spike Lee. Due pezzi da novanta per la cultura musicale e cinematografica. Anche prima di Jay-Z il cappello è stato un simbolo per molti artisti, la coppola di Grandmaster Flash e i fedora dei Run Dmc ripresi dalla tradizione jazz, i New York Yankees non rientravano però in quei codici. Il blu navy scuro di sfondo a N e Y si imporrà dagli anni ‘90, come segno di orgoglio e appartenenza alla East Coast, oltre che una virtù aggiunta dello chic newyorkese.
La coda della cometa streetwear e la riscoperta di uno stile più formale coincide ora con uno chic newyorkese molto definito, ed espresso nel suo massimo potenziale da Aimé Leon Dore. Teddy Santis, che ha radicato il suo progetto nelle tradizioni estetiche della città, non ha potuto fare a meno di recuperare i codici e i loghi dei 'Bronx Bombers' in molti dei suoi drop.
Un altro narratore dello stile newyorkese come Ralph Lauren è stato sedotto dalla possibilità di legare più di una collezione alla squadra, e in particolare a quella estetica autunnale del baseball in cui i giocatori iniziano a coprirsi proprio quando si entra nel vivo dei play-off. Alcune delle foto più leggendarie legate agli Yankees sono infatti quelle delle tante World Series, che giocandosi tra fine ottobre e inizio novembre hanno resi immortali capi non consueti dell'armadio del giocatore di baseball come la longsleeve a collo alto e la varsity jacket, indossata anche da Giancarlo Stanton mentre ritirava il premio come MVP delle ultime American League Championship Series contro i Cleveland Guardians.
A Ralph Lauren si aggiungono le collezioni di Gucci ai tempi di Alessandro Michele, quelle di Supreme e per ultima quella del Milan proprio in collaborazione con gli Yankees. La proprietà americana ha colto il potenziale di legarsi a un simbolo universalmente riconosciuto per una collaborazione che ha l'obiettivo di coprire un mercato diverso da quello italiano, pur rimanendo riconoscibile al pubblico italiano che già comprava i New Era. La riconoscibilità e fashionizzazione dei New York Yankees è un tema importante, anche grazie alla loro connessione con il mondo della moda la squadra ha una potenza espressiva unica nel mondo dello sport.
Più grandi dei New York Mets, più dei Giants o dei Jets di football americano, dei Rangers di Hockey, dei Knicks e dei Nets della NBA. Più grandi anche del MoMA. Il Museum of Modern Art, infatti, ha scelto di vendere tra il proprio merchandising proprio il cappello degli Yankees. La scritta bianca su sfondo blu scuro è parte intrinseca della grande mela e, come ha detto Chay Costello, il direttore del merchandising nello store del MoMA, “Having that connection [to New York City] was important to them”.
Eleganza, chic, Gli Yankees sono pura aristocrazia sportiva. La regola imposta a tutti i giocatori di tagliarsi capelli e barba è un'etichetta di corte, che prepara nobili cavalieri per la battaglia. Il più elegante di questi cavalieri è stato, negli ultimi 20 anni, Derek Jeter. Ex capitano, simbolo vittorioso, uno di quelli che, rimanendo all’interno della metafora cavalleresca, tiene le redini del cavallo più forte, ora passate a Aaron Judge, Gerrit Cole e Juan Soto. È ovviamente Michael Jordan a firmare la linea di abbigliamento di Jeter, uno dei pochi più grande degli stessi Yankees nella storia dello sport, ma che in un vecchio spot si toglie il cappello davanti a Derek, simbolo di New York e dei newyorkesi. Tra ‘capre’ ci si riconosce. Qualcuno ha definito il baseball “la nobile disciplina per gentiluomini ben vestiti” e, se il terreno da gioco si chiama diamante, non è per caso.