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Evoluzione estetica del Pallone d'oro

Dalla camicia rossa di Luis Figo all'abito a pois di Leo Messi

Evoluzione estetica del Pallone d'oro Dalla camicia rossa di Luis Figo all'abito a pois di Leo Messi

Questa sera Rodri si prepara ad alzare al cielo il Pallone d'Oro che inaugura una nuova era, lasciando alle sue spalle sul podio Vinicius Jr. e Jude Bellingham. Il trofeo indetto dalla rivista francese France Football ha subito negli anni diverse variazioni, con le più importanti che hanno riguardato il regolamento. Come ben sappiamo, il 1995 fu un punto di svolta fondamentale, poiché il premio venne aperto anche ai calciatori non europei che militavano in Europa. Se ve lo siete mai chiesto, questo è il motivo per cui Pelé e Maradona non hanno mai vinto il Pallone d'Oro - proprio nel 1995 però Maradona fu premiato con uno speciale Pallone d'Oro alla carriera da France Football.

Nel percorso evolutivo di questo riconoscimento, un altro anno spartiacque fu il 2007, quando il Pallone d'Oro divenne a tutti gli effetti un trofeo globale: il continente di appartenenza del calciatore non aveva più importanza, e il giocatore poteva essere votato indipendentemente dal campionato di appartenenza geografica, se ritenuto meritevole. Inoltre, dal 2007, anche allenatori e capitani delle nazionali parteciparono alla votazione. Nel 2016, tuttavia, questa regola fu abolita, e da allora, da otto anni, solo i giornalisti hanno voce in capitolo nella votazione. 

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Come un Oscar, un Academy Award o un David di Donatello, il Pallone d'Oro è un riconoscimento che può rappresentare la ciliegina sulla carriera di un calciatore. D'altronde, le carriere di Pavel Nedved o Ricardo Kakà non sarebbero le stesse senza questo trofeo, dal valore di €3000 e frutto di 100 ore di lavoro. Negli anni, quindi, il Pallone d'Oro si è affermato - giustamente - come un vero e proprio palcoscenico per i calciatori, dai più ai meno estroversi: quando un atleta si accinge a ritirare il Pallone d’Oro, porta con sé tutta la sua personalità, scegliendo un look accurato. Googlando i look indossati dai calciatori, restringendo il campo di ricerca da quel cruciale 1995 all'edizione 2023, si noterà un grande switch in termini di outfit, ma questo è dovuto - ancora una volta - da introduzioni sostanziali: se già nel 1998 Zinedine Zidane ritira il premio assegnatogli da Gerard Hernau di fronte a una sala gremita, diverso era il background di quello assegnato a George Weah, unico calciatore africano ad aver vinto il Pallone d'oro.  

I migliori outfit del Pallone d'oro

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La premiazione del 1995 è particolarmente simbolica perché mette in evidenza le differenze rispetto alle vecchie edizioni nelle quali alle cerimonie ufficiali seguivano degli shooting dedicati, durante i quali i calciatori spesso cambiavano outfit. Negli ultimi trent’anni di premiazioni, nessuno ha sfoggiato un look iconico come quello di George Weah: un abito tradizionale decorato con un motivo ghanese della tribù Akan, che significa "except God." Il secondo nome di Weah, Oppong, è infatti di origine ghanese. Nella storia del Pallone d’Oro ci sono stati altri outfit memorabili, come quello di Luis Figo nel 2000: blazer nero e camicia rossa, una combinazione che non si vede molto spesso. Degno di nota anche il look scelto da Roberto Baggio per lo shooting di copertina su France Football, con un cardigan verde e una camicia a quadri – una scelta piuttosto originale rispetto ai look sobri di Rivaldo e Matthias Sammer.

Negli ultimi quindici anni, con l’avvento dei media digitali e la trasformazione dei media tradizionali, le copertine cartacee di France Football hanno perso parte del loro appeal, lasciando sempre più spazio alle dirette streaming delle premiazioni, che riescono comunque a generare un notevole interesse nel fitto calendario sportivo annuale. Di conseguenza, anche per la rivista c'è meno interesse nella produzione di scatti di copertina particolarmente originali. Questo cambiamento ha portato a un'estetica sicuramente meno emozionante, con cui ci dobbiamo accontentare del completo a pois di Lionel Messi del 2013 e del papillon di Luka Modric nel 2018.