E se i club unissero sponsor tecnico al loro logo?

In alcuni casi, gli sponsor tecnici diventano elementi distintivi e indissolubili dell'identità visiva dei club di calcio. Questo può avvenire sia per l’estetica di un logo, in particolare nelle sue variazioni - basti pensare all’impatto del Trefoil di adidas da quando è apparso sulle maglie Third dei club Tier 1 delle Three Stripes - sia per i template e i pattern che rendono le maglie più riconoscibili nell’immaginario collettivo. Talvolta, invece, è semplicemente una questione di tradizione: immaginate, ad esempio, la Nazionale tedesca che passa da adidas a Nike, o cosa sarebbe accaduto se adidas avesse davvero stretto una partnership con la Nazionale brasiliana.

Tuttavia, restringiamo il campo e concentriamoci sull’estetica dei loghi degli sponsor tecnici. Con un po’ di fantasia, abbiamo provato a immaginare come risulterebbero gli stemmi delle società di calcio se lo sponsor tecnico venisse integrato al loro interno. Alcuni risultati appaiono più utopistici di altri, come quello del Salisburgo, dove i due puma sostituirebbero gli iconici tori, o quello della Fiorentina, dove gli Omini di Kappa prenderebbero il posto del giglio, simbolo della città di Firenze. Altri, invece, come quelli di Swansea e Venezia, sembrano decisamente più fattibili, o meglio, eventualmente accettati dalle tifoserie, anche quelle più tradizionaliste.  

O ancora la base del galletto di Bari realizzato con il logo di Lotto, sponsor della squadra dal 1997 al 2005, come se indossasse una polo con il colletto rialzato. E ancora, il simbolo di Uhlsport che incornicia il giglio della Fiorentina, un rimando al brand tedesco che su sponsor della viola nel biennio 1993-95. In alcuni casi il rapporto tra brand e squadra è talmente duraturo che i due diventano sinonimi, in altri sono fugaci apparizioni che poi con il tempo entrano a far parte della lore di un club e ne disegnano l'estetica, anche se in modo meno deciso ma per questo forse più creativo.